15. Legàmi

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Nᴏᴀʜ

«Perfetto! Siamo a scuola, di notte, per giocare ad un gioco di ruolo del cazzo!», esclama furente Evie. Con rabbia, apre la busta contenente la stupida missione che dobbiamo portare a termine per ottenere una chiave.

«Hai mai pensato di prendere della camomilla?», la prendo in giro. Mi rifila uno sguardo tagliente. Nel vero senso della parola. Mi schiarisco la gola e punto la torcia sul foglio che ha tra le mani. «Che c'è scritto lì?»

«"Le vostre ricerche vi porteranno a ispezionare la stanza dell'alchimista. Recatevi lì e giocate i vostri ruoli"», legge. «Fanatici», borbotta in seguito.

«Immagino che "la stanza dell'alchimista" sia l'aula di chimica. Lì si fanno gli esperimenti, no?», ipotizzo io.
Senza rispondermi avanza lungo il corridoio.

Sospiro. La vedo difficile, penso.

Saliamo al secondo piano, è tutto buio. Con molta nonchalance, Evie spalanca la porta ma si blocca sull'uscio quando nota l'inquietante tizio dietro alla cattedra. Indossa una maschera da gargoyle e una lunga tonaca marrone, simile a Baby Yoda in Star Wars. Di fronte a sé, sul tavolo, ha un tabellone e un cartellone alzato.

«Benvenuti alla vostra prova. Innanzitutto, identificatevi. Che personaggi siete?»

Evie incrocia le braccia. «É importante?»

«Sì, se non vuoi che venga rivelata la tua piccola paura»

Sbuffa, e ringhia in risposta: «Lui il Bardo, io il Guerriero... tu, Shrek?»
Sogghigno, divertito dal suo caratterino.

«Alla ricerca di una chiave, mettete a soqquadro l'intero laboratorio dell'alchimista, ma... ops... il Guerriero fa cadere la gabbia contenente alcuni folletti, questa si apre e gli esserini rossi si librano per tutta la stanza peggiorando la situazione. Cosa fate?», ci chiede il gargoyle-Baby Yoda.

Ma che razza di gioco brutto è mai questo?

«Gattono fino alla porta e vado a cercare in un'altra stanza», replica la mora davanti a me.

«Non puoi, i folletti sono un ostacolo difficile. Ti stanno tirando i capelli e i vestiti», la blocca subito.

Evie spalanca le braccia ed esclama: «E allora faccio Abracadabra

«Sei un guerriero di livello uno, non ne hai le capacità»

Comincia ad avanzare verso il tizio mascherato con un dito puntatogli contro. «Vuoi vedere la capacità con cui ti spacco il culo?!»

La trattengo parandomi davanti. «Ferma, non esagerare», le consiglio, poi mi rivolgo al Gargoyle. «Canto», esordisco in fine.

Paige, prima di proseguire per la sua missione, ha accennato le caratteristiche dei personaggi a tutti noi. Il Bardo, in pratica, intrattiene con le proprie arti e la propria musica, conosce leggende e segreti di ogni tipo.

«I folletti si immobilizzano nello spazio per ascoltarti», decreta.

«Ne approfitto per rimetterli nella gabbia», mi asseconda Evie. «Poi continuiamo le ricerche»

Il gargoyle-Baby Yoda spinge verso di noi uno dei dadi, uno di quelli con molte facce. «Decretate l'esito delle vostre azioni»

Raccolgo il dado e lo scuoto tra le mani. «Giuro che se non esce un numero alto, quel dado te lo faccio ingoiare», sibila Evie al mio orecchio. Chissà perché non lo metto in dubbio.

«Ma che gentile...», borbotto. Lascio cadere il dado, che rotola sul tabellone e mostra il numero diciassette.

«La chiave non è in quella stanza e, quando lo capite, i folletti escono nuovamente dalla gabbia. Non era stata chiusa bene»

Regina delle NeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora