Pᴀɪɢᴇ
«Non puoi, per amore di una persona, mutare la sostanza dei principi e dell'integrità morale, come non puoi cercare di convincerti, o di convincere me, che l'egoismo è prudenza, e l'incoscienza del pericolo una garanzia di felicità.», recita il signor Melford dopo aver trascritto ciò alla lavagna. Molla il gesso e si pulisce le mani. «Tratto dal capitolo ventiquattro di Orgoglio e Pregiudizio, quello che vi ho assegnato la scorsa settimana, e che quindi dovreste conoscere. Per la prossima volta leggerete altri due capitoli e mi farete un tema di almeno tre colonne basandovi, come traccia, su ciò che ho appena detto»
La campanella suona e in un attimo la classe si svuota. Io, invece, mi prendo il mio tempo, raccolgo con calma le mie cose ed esco per ultima. Mentre sto per salutare il professore, una mano afferra la mia e mi trascina velocemente in un angolo buio e stretto: lo stanzino del bidello.
«Ciao», dice, con un sorriso che si allarga mentre mi cinge la vita.
«Ciao», rispondo, appoggiandogli delicatamente le mani sulle spalle.
Noah si avvicina pericolosamente, il suo viso a pochi centimetri dal mio, fino a posare delicatamente le labbra sulle mie.
Il mio ragazzo mi sta baciando, e adoro ogni istante.
«Perché mi hai rapita?» gli chiedo, con un pizzico di sarcasmo.
Finge di riflettere, con un'espressione teatrale. «Ho appena sopportato cinquanta interminabili minuti di storia e avevo bisogno di fare questo», dice prima di baciarmi di nuovo, con un sorriso sulle labbra.
Sollevo un sopracciglio, scherzando. «Non dovresti prendere lo studio così alla leggera. Quest'anno ci aspettano gli esami di ammissione all'università.»
Noah sospira, alzando gli occhi al cielo con esagerazione. «Te lo giuro, ho davvero provato a prendere appunti, ma il modo in cui quella donna spiega... ti fa perdere ogni voglia di vivere.»
«Indovina qual è l'animale più lento del mondo?» aggiunge, cambiando argomento con nonchalance.
«La lumaca...?» azzardo, divertita.
«No, la professoressa Keaton la supera di gran lunga», risponde.
Lo rimprovero scherzosamente. «Non essere crudele.»
«Non è colpa mia se ha quel tono monotono che fa venire sonno», si difende. «Sono riuscito a rimanere sveglio solo grazie al pensiero di una cosa.»
La sua risposta mi incuriosisce. «E cosa sarebbe?»
Noah mi lancia uno sguardo furbo, trattenendo un sorriso malizioso, ma non si lascia sfuggire altro. «Se tutto va come deve, lo scoprirai stasera.»
Stasera?, m'interrogo.
Purtroppo non ho il tempo di fargli l'interrogatorio di terzo grado siccome la campanella suona nuovamente, segno che il breve spacco è concluso.
Usciamo dallo stanzino del bidello, il corridoio è in pieno fermento. Noah mi scocca un bacio sulla guancia prima di sperdersi tra la folla, lasciandomi con questo alone di mistero mentre mi domando cosa abbia intenzione di fare.
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Un'altra giornata scolastica si è conclusa, ma prima di uscire devo prendere il libro di storia dall'armadietto. Lo apro, mi blocco all'istante quando, in cima a tutto, noto un biglietto.
Gesù, spero non sia un'altra minaccia velata da parte di qualcuno che ce l'ha con me.
Schiudo il foglio e un piccolo sorriso mi si disegna sulle labbra. È la calligrafia di Noah.
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Regina delle Nevi
Teen Fiction«Sono le persone giuste che colorano la tua vita» «𝐀𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐭𝐞𝐚𝐫𝐬 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐚𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐝𝐨𝐰𝐧 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐟𝐚𝐜𝐞 𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐲𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧'𝐭 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐚𝐜𝐞 𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐨𝐧𝐞, �...