4. Grazie di essere di nuovo qui

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Pᴀɪɢᴇ

Le giornate cominciano a seguire la stessa e monotona tabella di marcia e la noia s'impossessa della mia vita.

Scendo al piano di sotto per fare colazione mentre, con il telefono alla mano, compongo un numero. Sorseggio la spremuta d'arancia fatta da Avril quando, al terzo squillo, rispondono.

«Buongiorno, come posso aiutarla?», chiede una donna all'altro capo del telefono.

«Si salve, vorrei sapere se vendete dei peluche. Avrei bisogno di un orsacchiotto che ho visto sul vostro sito, è quello gigante con il fiocco verde attorno al collo. E' un regalo per una bambina» La signora conferma la disponibilità del pupazzo, e allora aggiungo: «Lo potrebbe far recapitare ad una persona, verrò a saldare il conto questo pomeriggio»

«Certo, dove dobbiamo consegnare il pacco e a che nome lo segno?»

«Al Los Angeles General Hospital, alla signorina Candy Andrews, a nome Paige White.», ringrazio e chiudo la chiamata.

Avril viene da me con il pranzo della giornata e mi scocca un bacio sulla guancia. «Ecco a te, y que tenga un buen día mi niña», che tradotto vuol dire "Passa una buona giornata, piccola mia".

«Gracias, Avril»

Una volta a scuola ripongo alcune cose, al momento inutili, nell'armadietto e vado spedita nell'aula di filosofia. Tutti i banchi nelle prime file sono occupati, rimane solo un posto libero infondo, di fianco ad una chioma bionda familiare.

«Incredibile, sei ovunque», gli faccio notare.

«Lo prenderò per un complimento»

Indico il banco vuoto. «Posso?»

«Prego, madame»

In classe entra il professore Lee e tutti lo salutano. È uno dei migliori in questa scuola e non a caso è anche uno dei preferiti degli studenti, che si distingue dalla categoria dei pazzi che non hanno pazienza e non tollerano le battute idiote.

Non perde tempo: afferra il gessetto e scrive a caratteri cubitali sulla lavagna "bene e male".

«Perfetto, allora ragazzi oggi riprendiamo da dove abbiamo interrotto un po' di tempo fa. Mi raccomando, prendete appunti», dice, appoggiandosi alla cattedra. «Eraclito scriveva: "Ciò che è opposto si concilia, dalle cose in contrasto nasce l'armonia più bella, e tutto si genera per via di contesa". L'opposto e il contrasto come la complementarità e l'armonia sono i principi chiave per comprendere il significato dello Yin e dello Yang. Qualcuno ricorda come arrivò a questa teoria?»

Come prevedibile, il silenzio cala nella stanza. Alzo io la mano.

«Oh, signorina White», appare piacevolmente sorpreso. «Sbaglio o lei ha mancato le ultime settimane di maggio?»

Un groppo mi chiude la gola. «Sì, è così, ma mi sono comunque rimessa in pari con lo studio»

«Benissimo, allora le cedo la parola»

«Eraclito è anche conosciuto come "il filosofo del divenire", e questo perché aveva identificato una legge ben precisa che governa tutto, ossia la ragione. Ed è in base a questa che afferma che nessuna cosa resta identica a se stessa e che il cambiamento avviene tramite il conflitto di elementi opposti, che alla fine non sono altro se non aspetti complementari di uno stesso flusso», spiego mentre mi rigiro la penna fra le dita.

"Panta rei", cioè "tutto scorre".

Il tempo scorre e le cose e le persone cambiano, è inevitabile. Restano solo i ricordi, piccoli frammenti di memoria, e il dolore. "Ci vuole un po' prima che smetta di fare così male", aveva detto mia madre, ma ero e sono tutt'ora piuttosto restia nel crederci.

Regina delle NeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora