CAPITOLO 3

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Quando mi risvegliai ero steso in un letto, comodo e morbido, in una stanza che non avevo mai visto prima. Provai ad alzarmi ma persi l'equilibrio e caddi, battendo la testa sul pavimento. Sentii due mani che afferrarono le spalle e mi sollevarono da terra.
- Non riesci a stare fermo un secondo vero? - guardai il viso del mio soccorritore e lo riconobbi all'istante: era Josh, pieno di lividi e bende in faccia, che mi fece un sorriso a trentadue denti mentre mise la mia mano attorno al suo collo - Sai, durante il tuo letargo non hai fatto altro che gridare e ad un certo punto ci stavi per lasciare le penne - si sedette con me sul letto e mi abbracciò - Mi hai fatto spaventare, e sono davvero felice che tu sia vivo. Un po' ammaccato, ma comunque vivo -
- Josh, per quanto ho dormito? È mattina ormai. Saranno state dieci o undici ore? -
Si morse un labbro e si scostò i capelli dalla fronte
- Cinque giorni -
- Cosa? -
- Penso che tu abbia riposato abbastanza no? -
- ci puoi scommettere - gli diedi un buffetto sulla spalla e provai a rialzarmi
- Fermo, fermo. Vuoi ripetere la scena di prima? -
- Avevo le gambe addormentate, ce la faccio, guarda - mi sollevai dal letto feci un paio di passi barcollando - ho dormito cinque giorni, è normale suvvia! -
- suvvia?- trattenne una risata
- Ha. Ha. Ha. Fai poco lo spiritoso. Dammi qualche minuto e vedrai che non sembrerò più un morto vivente! Ah, per la cronaca, dove ci troviamo? Non mi sembra di conoscere questo posto -
- Cambiati i vestiti e scendi sotto, poi ti spiegherò. In bagno c'è tutto quello che ti può servire, nuovo di zecca.....Ahm un'altra cosa! Fatti una doccia, puzzi parecchio amico mio. - Ispezionai la stanza, mentre Josh mi lasciò solo. Era una camera da letto, molto simile alla mia, se non per il fatto che tutto era almeno tre volte più grande. C'era una tv enorme, una scrivania enorme, un tappeto enorme, tutto enorme. Aprii un armadio e mi sorprese vederlo pieno di vestiti, della mia taglia, ed erano pure magnifici. Presi dei boxer, una maglietta rossa con la scritta "BAZINGA" gialla, un paio di jeans azzurri con delle bretelle marroni attaccate, un paio di vans nere e poggiai tutto sul letto. Mi svestii e lanciai gli abiti usati nel cesto della biancheria sporca come fosse un canestro da basket. Sgusciai sotto la doccia e ci rimasi per un sacco di tempo perché dovevo ripulirmi da tutto il sangue. Quando uscii dalla doccia, legai un asciugamano in vita, come mio solito, e con un altro mi strofinai i capelli, sistemandoli ordinatamente con una spazzola. Mi diressi fuori dal bagno e andai nella stanza dove mi ero risvegliato, per cambiarmi. Una volta pronto scesi le scale per raggiungere Josh, ma non appena arrivai al piano inferiore, vidi che non era solo. C'erano quattro persone, escluso il mio amico, tre delle quali erano molto giovani, vent'anni al massimo, ed il quarto aveva minimo trent'anni. I tre ragazzi dovevano essere gemelli perché erano praticamente uguali, stessa tonalità marrone dei capelli, stesso taglio degli occhi, stessa altezza, e stesse labbra. L'uomo era alto, con i capelli scuri ed ordinati, gli occhi di un nero corvino e una cicatrice sul pomo d'Adamo.
- Ben arrivato, lascia che mi presenti. Il mio nome è Russel, mentre questi sono Kyle, Gabriel e Maia -
Salutai tutti e quattro - Piacere, io sono Will -
- Scommetto che hai un sacco di domande vero? - mi disse Russel sedendosi di fronte ad un grandissimo tavolo - puoi chiedermi quello che vuoi. Coraggio, comincia pure -
Esitai un momento, poi centinaia di domande mi girarono per la mente - prima di tutto, cos'è questo posto? -
Russel sorrise - siediti Will, anche voi altri - con un gesto della mano indicò tutto il tavolo, ed io mi sedetti accanto a Josh - questo posto è una specie di accademia, ma è anche il nostro quartier generale. Vedi, è molto vasto, come avrai sicuramente notato dalla tua stanza, quindi è diviso in più parti - la MIA stanza ? Cosa intendeva dire? - al piano di sopra ci sono le stanze di tutti i ragazzi come te, i custodi, mentre questa è la cucina. Dopo ti porteremo a fare il "giro turistico" del posto, ma prima mangia qualcosa, è ora di colazione -
Di solito la mattina non mangiavo mai, ma essendo stato a digiuno cinque giorni, ingurgitai tre salsicce, due uova e cinque, o sei, pezzi di bacon, prima di sentirmi sazio.
- vedo che eri affamato - disse Russel sorridendo e grattandosi la nuca - bene ora seguitemi, ti mostrerò tutto -
- Aspetti, metto a posto i piatti sporchi -
- Non ce n'è bisogno, la servitù lo farà al posto tuo. Ora, svelto, seguitemi -
Servitù? Wow, non avevo mai avuto qualcuno che pulisse al posto mio, nemmeno da bambino.
Varcammo la soglia della porta della cucina e ci trovammo in una gigantesca palestra.
- questa "palestra" è la sala degli allenamenti, qui ti eserciterai a combattere, a sfruttare le debolezze fisiche del nemico, a valorizzare le tue, e difenderti, ovviamente -
- Questo significa che dovrò lottare ancora? Non ne sono capace. L'ultima volta, non so come ho fatto, sentivo di avere già eseguito tutte quelle mosse, ma la verità è che io sono negato per il combattimento, o meglio, per qualsiasi sport! -
- Non c'è problema, imparerai. Devi farlo, altrimenti la prossima ti prenderanno, e per te sarà la fine -
- Okay -
- Continuiamo - si voltò e ci condusse in un'altra stanza, adiacente alla palestra. Era relativamente piccola, ma ci si poteva stare in dieci persone - Mettiti qui, coraggio - mi indicò il centro della stanza con l'indice ed io mi diressi a prendere posizione. - Bene, preparati, stai per essere smaterializzato! -
- Cos.... - un raggio mi colpì dall'alto e dopo una frazione di secondo mi ritrovai dentro una stanza bianca ed infinita - Dove mi trovo? -
- Questa, è la zona dove imparerai a controllare il tuo demone -
- Da dove sta parlando? Non riesco a vederla -
- Prima di tutto, dammi del tu. Poi, ti sto parlando attraverso un microfono, e tu ti trovi in un'altra dimensione. Pensala così, sei come dentro un videogame, però il tuo corpo non è formato da pixel, bensì da cellule, quindi sentirai il dolore fisico, qualora ti dovessi fare male. Capito? -
- Si ho capito, posso uscire di qua ora? -
- oh si certo. Stai fermo li, ora ti tiro fuori -
Meno di un secondo dopo ero tornato nella stanza.
- Per ora la visita è finita, avrai modo di vedere la restante parte più avanti. Ora Gabriel, Maia e Kyle ti accompagneranno nella sala delle riunioni, dove potrai conoscere gli altri custodi - detto questo Russel sorrise ed uscì dalla stanza.
- Will? - era Kyle che mi chiamava
- Si? -
- Volevo informarti che io sarò il tuo mentore nella fase del controllo del demone, mentre Gabriel ti seguirà durante il combattimento. -
Grazie per l'informazione - sorrisi, poi mi rivolsi a Maia - E tu invece che ruolo svolgi?-
Io sono uno dei comandanti, quindi vedi di non farmi infuriare, o saranno guai grossi - mi tirò un piccolo schiaffo sulla nuca, ridacchiando, poi ci dirigemmo verso la sala.
Appena la Kyle aprì la porta vidi quattro ragazzi seduti su un divanetto di pelle rosso e altri due seduti su una poltrona, uno in braccio all'altro. Scattarono immediatamente in piedi non appena varcammo la soglia - Comandante Maia, lieto di rivederti - disse uno dei ragazzi che prima arano seduti sul divanetto
- È un piacere anche per me Bobby. Ragazzi, questi sono Josh Northon e William...... -
- Alcott - continuai io
- Giusto, scusa - rise - Mi aspetto che li accogliate come si deve. Will, puoi porre a loro tutte le domande che vuoi. Bene ora vi lasciamo socializzare, arrivederci - detto questo uscì dalla stanza con Gabriel e Kyle
- arrivederci - dissero tutti i ragazzi in coro.
ciao nuovo arrivato - mi disse una ragazza, porgendomi la mano, che nel frattempo si era avvicinata a me. Aveva dei lunghi capelli marroni, che gli arrivavano sotto alle spalle e degli occhi color nocciola. Era abbastanza magra, bassina e bella, con dei lineamenti dolci e delicati. Le strinsi la mano - io mi chiamo Clara Rudneth, ed il mio demone ha il potere del fulmine, il tuo che potere ha? -
il demone ha un potere specifico? Beh il mio....Non lo so - chinai la testa e mi guardai le scarpe - Voglio dire, fino a qualche giorno fa nemmeno sapevo custodire questo mostro - mi passai una mano tra i capelli e sorrisi
- Allora la prima cosa che devi assolutamente fare, quando comincerai gli allenamenti del controllo, sarà scoprire il tuo potere speciale - mi fissò negli occhi, come se stesse attendendo una mia risposta, e per un istante sembrò che mi stesse penetrando nell'anima.
- sicuro - le sorrisi
Un ragazzo alto e muscoloso si avvicinò subito dopo. Aveva i capelli a spazzola biondi, quasi bianchi, che gli mettevano in risalto gli occhi scuri. Mi strinse la mano, quasi stritolandomela, e si presentó
- Io sono Alexander Rife, ed ho il potere del fuoco, felice di averti a bordo novellino - mi circondò il collo con un braccio mentre mi strofinava le nocche sulla testa e poi si allontanò
- Credo che tu gli stia simpatico - mi disse Josh ridendo - sai è bello vedere che non è cambiato nulla dalla mia solita vita, mentre per te è cambiato tutto. Eccome se è cambiato! -
- cosa intendi dire ? -
- intendo dire che prima io e te eravamo gli sfigati della scuola, del quartiere, di qualsiasi posto noi andassimo. Nessuno ci considerava, mentre ora guarda ti salutano tutti, ti parlano come se foste amici da una vita, mentre io sono ancora invisibile. Come ho detto, per me non è cambiato nulla. Ora se permetti, vado nella mia camera a riposare - "Ci vediamo dopo" furono le ultime parole che mi disse prima di uscire dalla stanza, sbattendo la porta.
- ma che ha il tuo amico? - mi voltai e vidi che un ragazzino, di nemmeno 12 anni, si era avvicinando a me. Era pieno di lentiggini e aveva dei grandi occhi dorati, messi in risalto dai capelli castani tutti arruffati.
- io sono Sam Greenwood e controllo la terra. Posso farti una domanda? - la cosa mi scosse un po' ma comunque annuii - Tutti noi sappiamo come sei venuto a conoscenza del tuo demone e come sei arrivato qua. La mia domanda è: come mai la persona alla quale tieni di più è lui e non la tua mamma o il tuo papà? -
Feci un gran respiro, poi risposi
- Quando avevo 13 anni mia madre e mio padre morirono. Non avendo nonni o comunque parenti che potessero tenermi con loro, finii in una specie di orfanotrofio. Josh era il compagno di stanza che mi fu assegnato in quel posto e legammo molto. Abbiamo entrambi diciott'anni e quindi siamo potuti uscire, ed abbiamo potuto abitare nella rispettive case dove avviamo vissuto prima di perdere i genitori e, con mia grande sorpresa, lui abita due case dopo la mia. Quindi, si è formato un grande legame tra di noi -
- Mi dispiace tanto - disse Sam abbracciandomi
- Anche a me - sorrisi - ma non importa, sono abbastanza in pace con me stesso, quindi tento di tirare avanti, e devo dire che mi riesce anche bene - rise e mi abbracciò poco prima di venire spinto via da uno subruffone. Era alto e aveva un fisico, oserei dire impeccabile, i capelli neri come il petrolio che gli ricadevano sulla fronte, quasi coprendogli gli occhi, blu come il mare.
- spostati nanetto. Quindi tu saresti il nuovo arrivato? Devo dire che mi deludi un po'. Per aver massacrato Jeremy, Lukas e John ti immaginavo meglio di così - indicò tutto il mio corpo - Lascia che mi presenti, sono Peter Gernice. È un piacere per te conoscermi. Il mio demone è in grado di creare sfere di energia, ovvero è il migliore tra tutti - si avvicinò ancora di più e mi sussurrò - non ci credo che tu non conosca il potere che hai. Stai attento Alcott, ti terrò d'occhio - venne interrotto da un ragazzo di media statura, dai lineamenti marcati e fini. Aveva i capelli ricci e castani, quasi biondi, e occhi color nocciola.
- Mi lasciate sempre in fondo vero? Gli ultimi saranno i primi, ricordatelo - spostò Peter con uno spintone e sorrise - Fammi spazio, e non cominciare già ad infastidire William, sei snervante Peter. Io sono Bobby Walters e so controllare l'acqua. Come ti trovi qui? -
- Per ora bene grazie - ci stringemmo la mano poi Bobby disse, alzando la voce in modo che tutti sentissero
- Bene ragazzi, che ne dite di farci una doccia e poi andare a mangiare tutti insieme? -
Si sentirono tutte le voci unite in un semplice "ci sto" prima che tutti ci dirigemmo alle nostre camere, e quando arrivai alla mia, trovai Josh seduto sul letto.

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