CAPITOLO 4

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Mi sedetti accanto a lui e presi un gran respiro
cosa c'è ? - chiesi incuriosito portandogli una mano intorno alle spalle
Scusami, ho esagerato. È solo che, ho pensato che con queste nuove conoscenze che stai facendo, tu possa accantonarmi e preferire loro a me - si voltò dalla parte opposta alla quale io ero seduto e chiuse gli occhi, spostandomi il braccio dalla sua spalla. Una lacrima gli rigò il viso e lui se la asciugò subito, continuando a restare girato. Quest'affermazione mi colse allo sprovvisto; come poteva pensare così di me ?
Ma che ti salta in mente? Sei il mio migliore amico, nessuno potrà mai rimpiazzarti -
Staremo a vedere. Sai benissimo che quando io sospetto una cosa, poi si avvera sempre.-
Si lo so Josh, ma si può sempre sbagliare, non ti abbandonerò mai, sappilo. -
Le ultime parole famose - ridacchiò ironicamente - Io stasera vado a fare un giro, DA SOLO, per schiarirmi le idee, tu cosa farai? -
Gli altri mi hanno invitato da qualche parte a passare un po' di tempo insieme e....-
VEDI! Lo sapevo. Già ti sto perdendo Will, e sono sicuro che non riuscirei a riportarti indietro, quindi mi faccio da parte. Se hai bisogno di qualcosa chiedimelo pure, ma sappi che il nostro rapporto non sarà mai, e dico mai, più lo stesso. Tanti saluti - uscì dalla porta di corsa e fu facile intuirne il motivo, stava per scoppiare a piangere.
Come poteva prendersela per una cosa del genere? Non ho fatto niente.
Uscii dalla stanza ed andai da Clara
- Ehi Will dimmi tutto -
- Ehi ciao, volevo solo dirti che mi trovo costretto a declinare l'invito di prima, sono ancora un po' stanco ed è meglio che mi riposi -
- Oh, certo, va bene. Usciremo tutti insieme un'altra volta; l'invito è sempre valido. -
- Grazie mille, beh ci vediamo. -
Tornai in camera e mi misi un paio di pantaloncini da basket blu e mi sdraiai sul letto. Mi girai verso il comodino e notai subito un piccolo sacchetto con su scritto "per William".
Lo presi e mi affrettai ad aprirlo.
Al suo interno vi era una scatoletta, delle dimensioni di una mano, ed una lettera. Tirai fuori il contenuto e iniziai a leggere:
"Caro William,
Sono lieto di comunicarti che sono riuscito a riparare il tuo telefono, che avevo trovato distrutto quando sei arrivato qui.
Mi sono preso la libertà di fare ciò in modo che tu possa riutilizzarlo.
Usalo con moderazione.
Russel
Ps: da quando si è rotto non sono riuscito a recuperare i messaggi che non avevi ancora letto, e ne sono molto dispiaciuto"
Poggiai subito il foglio e aprii la scatola;
Il mio telefono era troneggiante al centro, pronto ad essere utilizzato, ed accanto vi era arrotolato il rispettivo caricabatterie.
Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me.
Mi sentii in debito e pensai tra me e me:
- Ora lo metto a caricare e riposo un po', appena mi sveglio devo assolutamente ringraziale Russel -
Attaccai la spina alla presa della corrente ed appoggiai l'apparecchio sul mobiletto accanto al letto, poi mi distesi e chiusi gli occhi.
Mi ritrovai nuovamente a cadere, in quel costante stato di terrore, e rividi la luce rossa incorniciare tutto il mio corpo. Tutto però si fece più nitido, vidi una mano, come infiammata, che cercava di raggiungermi. Poco prima che io mi schiantai al suolo, però, riuscì a sfiorarmi il braccio, e sentii in me, un forte calore propagarsi in tutto il corpo.
-WILL! Svegliati ti prego. -
- Cos....?-
Aprii gli occhi di scatto quando sentii la mia testa come scoppiare e delle mani che mi strinsero un braccio.
- Will rispondimi. -
Guardai chi fosse stato a svegliarmi e notai con sorpresa che era Clara.
Mi sedetti sul bordo del letto e feci un respiro profondo.
- Si..? -
- Santo cielo, stai bene? - mi chiese tutta preoccupata
- certamente - risposi io incuriosito - Perché me lo chiedi? È successo qualcosa? -
Lei prese le mie mani tra le sue e mi guardò negli occhi.
- Sono tornata prima dall'uscita con gli altri e appena sono entrata ho sentito delle forti grida provenire dal piano superiore, più precisamente dalla tua stanza, così sono corsa qua, e ti ho trovato steso sul letto, tutto tremolante, che gridavi. Cos'è successo? -
Gridavo? Com'era possibile? Non avevo mai gridato durante gli incubi prima.
- Oh stavo solo sognando, nulla di cui preoccuparsi, scusami di averti fatta preoccupare. -
- Nessun problema; l'importante è che tu stia bene. Ora conviene che tu ti preparo, sono le tre del pomeriggio, ed è quasi ora dell'allenamento; gli altri staranno già per arrivare. -
Clara uscì dalla stanza, probabilmente in direzione della sua per cambiarsi, ed io mi alzai. Nell'esatto momento che appoggiai i piedi sul pavimento Clara bussò nuovamente ed entrò in camera con una dei vestiti appoggiati sul braccio.
- Ho incontrato Kyle nel corridoio, mi ha dato queste per te. Una la tuta per l'allenamento pomeridiano. - mi lanciò il completo in piena faccia - e per quello mattutino. - che schivai prontamente una volta che lei me lo ebbe lanciato come il precedente. - Ogni volta che finisci un allenamento appoggia una di quelle, a seconda di quelle che hai usato, sul letto. Le ritroverai sempre pronte nel tuo armadio....beh a dopo -
Riposi la "tuta del mattino" ben piegata nell'armadio ed indossai l'altra.
Scesi le scale saltellando, come era mio solito fare, e mi diressi verso Gabriel, che mi stava pazientemente aspettando alla fine delle scale.
- Ciao Will, sei pronto ? -
- Ehi. Mh si, più o meno....Di preciso, pronto per cosa? -
Gabriel ridacchiò e mi poggiò una mano sulla spalla
- Io sono qui per istruirvi nell'arte del combattimento. E tu per me sarai una sfida ragazzo mio. Il tuo amico Josh, mentre tu eri svenuto, mi ha parlato un po' di te; sei un ragazzo il cui cervello ripudia la violenza, la utilizzi solo in casi estremi, ma davvero estremi, tipo l'ultima volta. Josh ha anche detto che è stata solo la seconda volta che hai alzato le mani su qualcuno, perché non riesci proprio ad attaccare gli altri. Ed è un'ottima cosa, giuro, però saresti troppo vulnerabile, quindi devo tirarti fuori un po' di grinta. -
- Staremo a vedere. - risposi io sorridendo.
Aspettammo ancora un paio di minuti prima che tutti gli altri ragazzi arrivarono.
- Ciao a tutti ragazzi miei, siete pronti per un sano allenamento oggi? -
- Sicuramente Gabriel. - Esclamò Sam colmo di gioia
- Bene, allora dirigiamoci alla sala allenamenti. -
Attraversammo varie porte e corridoi, talmente tanti che io non sarei mai riuscito a tornare indietro da solo senza prendermi, prima di arrivare a questa immensa palestra.
Era davvero enorme. C'erano quattro o cinque travi sparse per il perimetro ed anche varie parallele. Notai che appesi al soffitto vi erano due coppie di anelli e sotto ad essi un materasso molto spesso. Vari materassi e tatami erano sparsi per tutta la zona, alcuni soli, alcuni accanto a vari attrezzi per ammortizzare l'eventuale caduta.
- Allora, ora vi fate otto o nove giri di corsa del perimetro e poi tornate da me. Forza, scattare. - si voltò verso di me - Anche tu William non sei da meno. Forza -
OTTO O NOVE GIRI? Un solo giro era come percorrere tutta la mia scuola tre volte.
I ragazzi avevano già cominciato a correre e, non appena li ebbi raggiunti, io stavo già boccheggiando.
- Cosa c'è rifiuto? Già sei stanco? Non vuoi correre a piangere dalla mammina? - mi schernì Peter
Serrai immediatamente i pugni dalla rabbia e, carico di adrenalina, non sentii più la fatica dovuta alla corsa, se non quando ci fermammo.

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