CAPITOLO41

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Passammo cinque secondi, i più lunghi della mia vita, a guardarci negli occhi, prima di attaccare contemporaneamente, scontrando entrambe le braccia l'una contro l'altra.
Afferrai immediatamente le mani di Josh e lui fece lo stesso, cominciando entrambi a spingere verso l'altro.
Allentai gradualmente la presa, per far abbassare la guardia a Josh, attaccandolo poi a sorpresa, e lui abboccò come un pesce all'amo.
- Cosa c'è principessa ? Sono troppo forte per te? - mi instigò lui
Io ovviamente non risposi e continuai a recitare la parte.
Mi abbassai ancora, fino a quando non fui al livello del suo stomaco, e lì staccai le nostre mani e mi fiondai su di lui, cingendo le mie braccia attorno al suo ventre, cosa che lo fece cadere a terra, battendo forte la schiena contro il suolo.
Egli gemette di dolore e provò a liberarsi dalla mia presa, continuando a colpirmi la testa con dei pugni.
- Josh ti prego. Apri gli occhi...Riconoscimi, svegliati, torna in te. Te ne prego - lo supplicai in misero modo io, subendo fisicamente le conseguenze della sua ira - Siamo migliori amici da quando abbiamo tredici anni, ma io mi ricordo di te anche all'asilo, ed alle elementari, prima dell'incidente. Sei sempre stato quel ragazzino in disparte, solo e triste. Sei stato coraggioso per me all'Accademia, ma io non lo sono mai stato per te. Questo non sei tu. Tu non sei mai stato crudele, violento, impertinente e fastidioso, NO! Torna in te. - lo implorai io, ed una volta terminato il discorso Josh smise finalmente di colpirmi. Grazie a Dio, non avrei resistito a lungo.
- Will...Will io - cominciò a gridare, ovviamente soffrendo, ed a contorcersi per il dolore, così io mi spostai da lui e rimasi a guardarlo, stando in piedi di fronte a lui - Non sono io a deciderlo. Non so controllarlo. Non volevo farti tutto questo. - gridò ancora, più della prima volta, e si mise quasi a piangere - Fallo smettere - mi si attaccò alle caviglie, il ventre appoggiato a terra e la faccia piangente - Ti prego Will, amico mio, fallo smettere - non mancò all'appello un altro urlo straziante, ma quello che seguì non fu la reazione precedente, solo silenzio.
- Josh? - lo chiamai io - Stai bene? -
- Più che bene, principessina. Tu, piuttosto, mi sembri sbiancato...ti si è rotta l'unghia? -
Oh no.
- Cosa? - fu l'unica cosa che riuscii a dire.
- Il gatto ti ha mangiato la lingua? - chiese lui
Decisi di optare per un nuovo attacco a sorpresa, scagliandogli un getto d'acqua negli occhi, per appannargli la vista, regalandogli poi un pugno sulla mandibola, facendo cadere il mio amico a terra.
- Vuoi giocare sporco principessina? Ti accontento subito - appena finita quella frase lui sparì, ma capii immediatamente la sua strategia.
- Invisibilità? Sei furbo - gli dissi io - ma so fare di meglio -
Cominciai a creare un vortice d'aria, che sollevò un grande polverone, in modo che, una volta cessato il vento, si potesse intravedere ogni minimo spostamento, anche solo del sassolino più piccolo.
La mia teoria fu fondata.
Alla mia sinistra stava avvenendo uno strano spostamento dell'aria, così, dopo aver fatto qualche calcolo, tenendo il tutto sotto controllo con la coda dell'occhio, scagliai una piccola sfera d'acqua limpida, dritta al petto di Josh, che lo fece materializzare nuovamente e cadere a terra.
- Sei migliorato dall'ultimo scontro - disse barcollando mentre tentava di rialzarsi - ma non è abbastanza - affermò lui prima di allungare le sue braccia ed avvolgerle attorno al mio corpo, immobilizzando le mie.
Le strinse, lentamente sempre più forte, ed io potevo sentire le mie ossa gridare di dolore, come stavo facendo io.
Decisi di ricoprire il mio corpo con scariche elettriche, più forte che potessi, senza ottenere un buon risultato. Josh sembrava impassibile davanti a quelle saette che gli circondavano le braccia e capii il perché. Per allungare il suo corpo aveva trasformato le sue braccia in gomma, è la gomma col fulmine non aveva alcun problema, ne era completamente isolata. Allora fermai l'azione e la cambiai, circondandomi di fiamme, facendo gemere Josh di dolore.
Lui allentò la presa e così riuscii a sgusciarne fuori, rotolandomi sul suolo ed a mia volta circondai Josh con delle radici e rami, che feci uscire dal terreno.
- Ora tocca a me - affermai io divertito
Lui gemette ancora, per poi cominciare a ridere. Lo guardai di sbieco, cercando di capirne il motivo.
- Ti piacerebbe eh? - mi disse lui ridendo, poco prima di sciogliersi completamente, sparendo dalla prigionia, e ricomparendo intatto qualche metro più avanti.
- Sorprendente vero? - mi disse lui - e pensare che una volta che i demoni passano dallo stato da evocati a custoditi perdono tutti questi poteri ed assumono quelli banali che hai te -
Era invincibile. Non seppi più che fare, ormai ero con le spalle al muro.
D'un tratto Josh si accasciò a terra e cominciò ad emettere delle grida strazianti.
- Will! Will ammazzami. Adesso. Altrimenti dopo io lo farò a te. Ti prego - mi supplicò lui
- Cosa? - domandai io
Lui si alzò e velocemente si mise sul bordo dello strapiombo, intento a buttarsi giù
- Spingimi Will. Non so per quanto possa essere ancora in grado di essere me stesso. Se uccidi me, tutti perderanno si libereranno dallo stato di trance e torneranno normali, è tutto concentrato in me. Will ammazzami. - continuò a supplicare lui
- Non ci riesco Josh. Non posso proprio, scusami - risposi io con delle lacrime che mi rigavano le guance.
- Allora dovrò trovare il coraggio per farlo io - mi informò lui indietreggiando
- No! Ci possono essere altri modi te ne prego. Non farlo - implorai io
- Scusa per tutto. Ti voglio bene. - disse prima di lasciarsi andare e di cadere nel vuoto
Creai velocemente una mano di energia e cercai di affermarlo, chiamando il suo nome più volte. Le sue grida e le mie si mischiavano alla perfezione, quasi creando un perfetto accordo musicale mai esistito prima. Purtroppo però, riuscii solo a sfiorare la sua mano prima che si sfracellasse al suolo.
Tutto ora era spiegato. Era il mio sogno. Una visione del futuro, come aveva detto Russell. La visione più brutta mai avvenuta.
Mi buttai sulle ginocchia, tenendo le mani sul viso, e piangendo disperatamente.
Nel mentre, attorno a me, tutti avevano smesso di combattere ed erano occupati a fissarmi, intensamente.

Into the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora