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Ethan’s pov

Mi sono sempre ritenuto un tipo paziente.

Non sono mai stato quel genere di persona che perde le staffe facilmente, infatti è davvero difficile che questo succeda, dato che sono sempre stato bravo a gestire le mie emozioni e a mantenere la calma; tutto questo, ovviamente, accadeva prima che conoscessi Bailey.

Oh sì, la pel di carota in questione è in grado di cancellare ogni traccia della mia pazienza ogni qual volta che si fissa su una qualsiasi cosa e nonostante io ci metta tutto me stesso per salvaguardare questa mia “virtù” e cercare di farla ragionare facendole notare le migliaia di cose che non sta prendendo in considerazione o che sta volutamente ignorando, lei non sente ragioni e si limita a stressarmi fino a quando non accetto di far parte al suo folle piano.

Purtroppo per me, questo è quello che sta accadendo attualmente.

Sbuffo rumorosamente ficcando il naso tra i libri mentre la rossa mi sbraita contro di prestarle attenzione, ma invano, infatti dopo che ho capito che usare la ragione con Bailey non funziona, ho deciso di attuare il piano numero due: ignorarla.

<<Ethan, Dio, ascoltami!>> urla sbattendomi contro il cuscino in testa, chiudo gli occhi e inspiro profondamente col naso mentre cerco di calmarmi, mentre prego Dio di farmi mantenere la calma e di darmi la forza mentale necessaria per resistere alla tentazione di metterle uno scotch in bocca.

Dopo aver finito le lezioni al college ed essere andato al Starbucks con Austin per prendere un caffè, sono tornato a casa per studiare ma una volta entrato in camera mia, invece di trovare la mia scrivania ordinata e organizzata perfettamente come al solito, ho trovato su quest’ultima tremila fogli sparsi, evidenziatori aperti che invece di trovarsi nell’apposito astuccio, si trovavano per terra su cui c’era anche un grande cartellone dove Bailey stava scrivendo.

Quando l’ho vista devo ammettere che il mio cuore ha saltato un battito, ma non per l’emozione di vederla, ma per lo spavento: con i capelli raccolti in una crocchia disordinata da cui sfuggivano alcuni ciuffi, la faccia sporca di alcuni segni di evidenziatore e gli occhi che brillavano di uno scintillio di pazzia, Bailey sembrava essere uscito da un manicomio.

Una volta riuscito a catturare la sua attenzione, Bailey ha iniziato a illustrarmi il suo piano contorto che in poche parole consiste nell’andare a Seattle dal tatuatore che ha tatuato il simbolo dell’eclissi sulla spalla di Austin e chiedergli se si ricorda qualcosa di utile.

Ora, il suo piano potrebbe anche sembrare sensato per alcuni, ma in realtà lei sta solo complicando le cose dato che potrei semplicemente chiedere a Austin, che abita sotto il mio stesso tetto, tutte le cose che lei vorrebbe chiedere al ragazzo di Seattle.

<<Ethan, puoi ascoltarmi per un secondo?>> mi chiede Bailey con tono supplichevole mettendo il viso davanti al mio e facendomi vedere la sua espressione da cucciolo bastonato.

<<Ne abbiamo già parlato Bay e sei tu quella che non mi ascolta.>> le faccio notare freddamente anche se ce la sto mettendo tutta per trattenere un sorriso dato che la sua espressione invece di essere tenera è buffa.

Nonostante i miei tentativi di nasconderlo, Bailey si accorge che mi sono addolcito perciò sorride soddisfatta e si siede sulla scrivania con espressione vittoriosa stando attenta a non schiacciare i miei fogli <<Ti ho ascoltato invece, ma andare a Seattle ci sarà molto più utile e se mi concedi qualche minuto, ti dirò perché.>> afferma con tono saccente e io alzo gli occhi al cielo.

<<Va bene, ti ascolto.>> mi arrendo sospirando e Bailey scende dalla scrivania esultando facendomi ridere, poi si ricompone e si mette davanti a me con espressione seria intrecciando le mani dietro la schiena, come se dovesse esporre un piano militare.

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