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Ethan's pov

Non credo di aver mai appreso il significato della frase “mi sento un pezzo di merda” finno a quando Bailey non finisce la frase puntando i suoi occhioni azzurri, lucidi per le lacrime, contro i miei facendomi vedere tutta la felicità che prova nell’aver trovato qualcuno che la vede.

Peccato che quel qualcuno stia riuscendo a vederla sempre meno.
Sono passati due giorni dal nostro quasi bacio e da quando lei mi ha detto che la facci sentire come se non fosse invisibile e io mi sento male non appena penso a una delle due scene.

Se penso al bacio mi sento un perfetto coglione perché, in un modo a me ancora sconosciuto, non solo ho lasciato che mi affezionassi ad una ragazza che nessuno può vedere o sentire ad eccezione di me (con la piccola sorpresa che adesso anch’io non riesco a vederla per quelli che mi sembrano minuti interminabili), ma ho permesso anche che provassi qualcosa per lei e me ne sono accorto solo quando l’ho avuta davanti a me e ho pensato che avrei proprio voluto sapere se le sue labbra erano morbide quanto sembravano, per poi inveire contro Austin quando ci ha interrotti.

Se invece penso alla sua frase, non faccio altro che pensare al suo volto illuminato dal sorriso che mi aveva rivolto in quel momento che si fa sempre più indistinto ogni minuto che passa, costringendomi ogni dieci minuti a cercarla con lo sguardo per ricordarmi come sono fatti i tratti del suo viso; per arrivare ad un totale di sei volte all’ora, quattro di cui ci metto un po’ troppo tempo per vederla.

E per quanto voglia smettere di pensare ad entrambe le cose, un’altra parte del mio cervello ha paura che nel farlo, potrei dimenticarmi di lei e questa è l’ultima cosa che voglio. A pensarci la cosa è più ironica del dovuto, dato che solo due mesi fa smettere di vedere e sentire una ragazza che solo io potevo vedere e sentire, o svegliarmi senza ricordarmi di lei, era la cosa che più desideravo.
Ma allora non sapevo ancora che persona meravigliosa fosse Bailey; che quelle serate passate rinchiusi in camera a studiare il suo caso insieme sarebbero state la mia parte preferita della giornata; di come mi avrebbe indotto ad apprezzare le cose che inizialmente detestavo di lei, come la sua testardaggine o il suo essere impertinente; allora ancora non sapevo che in così poco tempo Bailey sarebbe diventata una parte integrante della mia vita, un pezzo di puzzle che in qualche modo non sapevo che mancasse e che non sono disposto a perdere di nuovo.

Penso a questo mentre sono al Midnight Sun ad aspettare Scarlett che mi ha chiesto, o meglio mi ha costretto dato che l’alternativa era una castrazione immediata, di incontrarci qui per passare un po’ di tempo insieme e raccontarci le ultime novità.

Non appena sento suonare il campanello, che segna l’ingresso di un nuovo cliente, alzo la testa guardando in direzione della porta dove trovo Scarlett che, con il volto luminoso, mi viene incontro sorridendo.

Cerco di ricambiare il sorriso con tutte le forze che mentre dentro di me prego che nell’arco di questo tempo che passerò con Scarlett non dimenticherò totalmente Bailey.

<<Dio, hai un aspetto orribile.>> dice Scarlett non appena mi raggiunge sedendosi sulla sedia posta di fronte alla mia.

<<Sempre gentile vedo.>> le faccio notare con un sorriso divertito alzando gli occhi al cielo e lei mi risponde con un’alzata di spalle trattenendo un sorriso.

<<Mi limito a dire la verità e comunque sono seria, sembra che non dormi da giorni; non eri in vacanza?>> chiede accigliata mentre allunga lo sguardo verso il bancone come se stesse cercando qualcuno, per poi ripuntarlo verso di me indirizzandomi i suoi occhi verdi contro.

<<Sì, ma sono stato occupato in questi giorni: sono venuto qui a Seattle per risolvere... alcune questioni che diciamo non sono semplici, è anche per questo che non ti ho chiesto di vederci prima, scusami.>> le dico seriamente dispiaciuto, ma lei muove la mano come se volesse scacciare una mosca fastidiosa per poi accigliarsi.

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