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Ethans’s pov

Non ci ho capito un cazzo.

Non mi capita spesso di dire questa frase, ma quando accade intendo davvero che non ho capito una singola parola di quello chi mi è stato spiegato o semplicemente detto e oggi è una di quelle occasioni.

Guardo confuso Henry che traffica tra i vari fogli che ha per terra per poi confrontare gli schemi che ha appeso alle pareti facendo avanti e indietro per la stanza e rianalizzo nella mia testa tutto il suo discorso, cercando di collocare i pezzi di puzzle mancanti, ma ancora una volta non riesco a capire nulla di quello che Henry ha detto?

Condanna per i criminali? Macchina che cancella i ricordi e la persona stessa che colpisce? Bailey che sta smettendo di esistere?

No, è impossibile.

Come potrebbe esserlo? Certo sì, Henry è uno scienziato plurilaureato, che ha già fatto varie scoperte scientifiche e tutte importanti, ma questo? Questo è assolutamente impossibile. Una collaborazione con il governo per ripulire l’immagine degli Stati Uniti dall’esistenza dei peggiori criminali mai esistiti al mondo? Oh andiamo, questa cosa non potrebbe esistere neanche nei film, figuriamoci nella vita reale; eppure...

Eppure più guardo i fogli e le scritte sul muro, più sono convinto che in realtà non è che non sto capendo, ma mi sto rifiutando di capire: ogni formula scritta su quei fogli riesco in qualche modo a capirla, anche se non ricordo un singolo momento dove le ho studiate.

Mi avvicino cautamente alla parete e inizio a leggere i vari appunti appesi sulla parete senza alcun ordine apparente e tutto mi sembra fastidiosamente famigliare, ma allo stesso tempo lontane anni luce da me.

Mi prendo la testa tra le mani esasperato e mi giro verso Henry per chiedergli ulteriori informazioni, ma i miei occhi si imbattono sulla figura tremante di Bailey e non appena la vedo mentre si guarda e si tocca ossessivamente le mani, come se temesse che queste potessero svanire da un momento all’altro, mi sento una merda.

Mi sono scordato di lei. Di nuovo.

Trattengo uno sbuffo d’esasperazione per non peggiorare la situazione e mi avvicino a lei per poi bloccarle i polsi facendole alzare di scatto lo sguardo verso di me, Bailey incrocia il mio sguardo e mi scruta con gli occhi di lacrime pregandomi silenziosamente di dirle che tutta questa storia è solo un brutto incubo e non la realtà.

Ingoio il magone che ho in gola e, senza preoccuparmi di quello che potrebbe pensare Henry, l’attiro in un abbraccio cercando di trasmetterle tutto il conforto e la sicurezza che vorrei avere in questo momento e lei si lascia stringere affondando la testa nel mio petto e stringendo con le mani la mia maglietta, come se stese cercando di aggrapparsi a qualcosa per non cadere a pezzi.

E lo sento, lo sento che si sa sgretolando sotto la mia stretta, che sta provando in tutti i modi a rimettere di nuovo tutti i pezzi, ma che ormai questi sono troppo piccoli, troppo rotti per poter davvero essere rimessi insieme.

Ma a me non importa.

Dio no, non me ne importa proprio niente, se non riesce lei a mettersi insieme, lo farò io e giuro che potrebbe darmi anche miliardi di briciole, non mi stancherei mai di provare ogni singola combinazione esistente a questo modo, solo per poter ricostruire il suo sorriso, anche se ci dovessi impiegare tutta la vita.

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