Bailey's pov
Ho sempre sperato durante il corso di questi mesi che avrei trovato qualcuno che fosse in grado di vedermi, cercavo di non aggrapparmi all’idea, a non illudermi perché sapevo che ciò era altamente improbabile, eppure eccolo qui.
Ethan però non era esattamente ciò che mi immaginavo.
Insomma, non voglio fare la cinica ma quando immaginavo la persona che mi avrebbe vista, pensavo che sarebbe stato contento di aiutarmi o curioso di scoprire cosa mi sia successo, il ragazzo invece sembra voler solo trovare un modo per sbarazzarsi di me il prima possibile.
È pomeriggio ormai e io sono da sola nella sua camera mentre lui è a lezione al college. Dopo che ieri sera ha acconsentito ad aiutarmi, abbiamo lavorato insieme per circa due orette fino a quando il suo amico Austin non ha fatto capolino nella stanza con due scatoloni di pizza in mano; Ethan non mi ha nemmeno guardata quando si è alzato per andare a mangiare e io sono rimasta da sola a maledirlo nella mia mente, quando è tornato mi ha detto che sarebbe andato a dormire e che avremmo ripreso oggi, dopo che sarebbe tornato dal college.
So che non dovrei essere impaziente, ma dopo sei mesi in cui non ho fatto altro che cercare qualcuno che mi aiutasse, non posso fare a meno di essere infastidita anche se so di non averne diritto.
Non ce la faccio più ad aspettare e una parte di me sente che più passa il tempo, più sarà difficile per me tornare ad essere visibile e ricordare.
Sbuffo e vado con il computer di Ethan su google maps dove cerco la 27esima strada, dove si trova il vicolo in cui i sono svegliata; clicco sopra l’immagine che mi dà e inizio a scrutare la strada dal computer alla ricerca di qualcosa che mi risulti famigliare, ma dopo dieci minuti chiudo la schermata e spengo il computer che poso sul letto vicino a me.
Mi chiedo se fossi così impaziente anche prima di tutto questo o se questa mia caratteristica l’abbia sviluppata adesso per colpa di quello che mi è successo. Domande del genere me le faccio spesso, anche se non servono a nient’altro che a farmi deprimere: pensare che sono una persona diversa da quella che ero, che non mi è rimasto neanche il mio carattere della mia vita passata mi provoca un magone alla gola che è difficile da mandare via.
Sbuffo e guardo l’ora che segna la sveglia di Ethan che segna le 2:33 del pomeriggio; dovrebbe tornare tra non molto.
È da stamattina che sono qui a cercare informazioni sul suo computer, ma ovviamente è stato tutto inutile dato che: 1) non so cosa cercare e 2) sono troppo distratta e impaziente per dopo.
Ovviamente sono già andata nella 27esima strada almeno una migliaia di volte durante questi mesi, ma non ho mai trovato niente che mi facesse ricordare qualcosa anche se so che è da qualche parte di quella strada che è iniziato tutto, magari proprio nell’edificio a fianco al vicolo dove mi sono svegliata.
Ora che Ethan mi accompagnerà, conto nel suo aiuto di trovare almeno un indizio su ciò che mi è successo, anche il più piccolo accenno che questi mesi di inferno mi sono serviti ad arrivare fino a ciò che troverò.
Mi alzo dal letto di Ethan e metto il suo computer sulla scrivania per poi iniziare a girovagare per la sua stanza. Se c’è una cosa che ho capito di lui è che è una specie di maniaco dell’ordine e ciò trasuda da ogni angolo della sua stanza, per non parlare del computer dove ogni cartella è divisa in ordine alfabetico, data e non so nemmeno io cosa; persino la libreria è ordinata per colore e ordine alfabetico, come diavolo faccia a coordinarli non lo so.
Vado verso quest’ultima e inizio a guardare i libri, che sono almeno una centinaia, e quando sto per prendere quello che si chiama “Il grande Gatsby” sento la porta aprirsi e delle voci arrivare dalla camera.
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Forgot
Mystery / ThrillerQuando Bailey si è svegliata in un vicolo di Washington senza ricordarsi nulla sul suo conto se non il suo nome, ha pensato che niente poteva andare peggio di così. Ovviamente, non sapeva ancora di essere invisibile. Bloccata in questo stato senza l...