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Ethan’s pov

<<In che senso hai la formula che fa tornare indietro i ricordi?>> chiedo avvicinandomi cautamente a Bailey che mi guarda con occhi scintillanti di gioia mista ad euforia e lei scoppia a ridere.

<<Aspetta un momento, ha la formula? Quella>> chiede Henry scioccato Henry e mi ricorso solo adesso che lui non è in grado di sentirla, ma decido di limitarmi ad annuire continuando a guardare Bailey invece che spiegargli cosa stia succedendo perché, detta sinceramente, non lo so bene neanche io.

<<Quale altro senso conosci Eth?>> decide di rispondermi lei emettendo una risata strozzata e agitando i fogli che ha in mano, mentre alcune lacrime le rigano il volto e per un attimo penso seriamente che sia impazzita.

Lancio un’occhiata allarmata ad Henry e vado incontro a Bailey che mi guarda con occhi sgranati e luminosi mettendomi sotto al naso i fogli che ha in mano e solo ora mi accorgo che sono circa una decina.

Prendo i fogli e do una veloce occhiata a tutti trovando su essi solo dei calcoli, aggrotto la fronte e inizio ad analizzarli uno ad uno e sento Henry avvicinarsi a me e fare la stessa cosa con sguardo cinico da sopra la mia spalla. Con sguardo critico guardo le formule e i calcoli che Bailey ha applicato su alcuni problemi minori che io ed Henry ci eravamo accordati di risolvere in un secondo momento dato che, grazie alle nostre capacità, sapevamo non metterci troppo a risolvere, la cosa strana però è che Bailey, che non si è mai approcciata alla fisica o alla matematica di un certo livello in questi mesi, sia riuscita a risolverli tutti in meno di mezz’ora.

Scorro mano a mano tutti i fogli lanciando di tanto in tanto qualche occhiata confusa e stupita a Henry che guarda i fogli scioccati, ma quando arrivo all’ultimo i suoi occhi si spalancano lasciando spazio a uno sguardo incredulo e quando mi volto anch’io a ritornare a guardare la pila di fogli in mano rimango scioccato: davanti a me mi ritrovo il foglio bruciato dove Henry aveva scritto la formula base della Damnatio Memoriae, quella che governava in modo quasi assoluto il meccanismo della macchina, con sotto un foglio pieno di calcoli che ha come traccia la stessa della traccia originaria della Damnatio Memoriae.

Poso immediatamente tutti gli altri fogli sul nostro tavolo da lavoro e intanto passo gli ultimi due a Henry che corre verso la sua scrivania e nell’arco di due secondi lo raggiungo e mi metto a fianco a lui seguendolo mentre segue con lentezza estenuante ogni singolo passaggio dei calcoli di Bailey.

Dopo una ventina di minuti, dove anche io ho provato a capire i passaggi che ha effettuato Bailey senza però alcun risultato, Henry alza lo sguardo verso di me e mi guarda con aria scioccata.

<<Alcuni passaggi li riconosco. Circa cinque anni fa iniziai a cercare di creare un nuovo farmaco per l’Alzheimer che lo rallentassero maggiormente e per farlo iniziai ad analizzare come la malattia colpisse il cervello e dopo aver concluso, iniziai ad approfondire soprattutto la questione che riguardava la perdita di memoria. Questi passaggi qui sembrano molto simili a quelli che feci anni fa, ma più elaborati e complessi.>> mi spiega Henry e io alterno lo sguardo tra lui e Bailey, non capendo come una ragazza del tutto priva di ricordi, possa essere in possesso di informazioni del genere.

<<Com’è possibile che lei sappia gli studi e i calcoli che hai fatto cinque anni fa, se lei a quei tempi era una ragazzina? Per poi addirittura svilupparli ed elaborarli in maniera complessa in meno di mezz’ora?>> chiedo confuso tornando a guardare le scritte sul foglio che a me continuano a sembrare incomprensibili.

Henry medita per qualche secondo sulla mia domanda, anche lui cercando una spiegazione plausibile e trovandosi in evidente difficoltà, mentre Bailey intanto fa su e giù per il laboratorio mordicchiandosi le unghie mentre aspetta una nostra conferma alla sua ipotesi. La guardo senza nascondermi, in modo che lei possa avvertire il mio sguardo su di sé e quando se ne accorge si ferma di scatto e si volta a guardarmi con aria intimorita.

Le rivolgo un sorriso rassicurante e le faccio un cenno con la testa per farla venire qui e lei inizialmente scuote la testa con veemenza e sguardo allarmato, come se avesse paura che avvicinarsi aumentasse le probabilità che quella che ha trovato non sia effettivamente la formula per recuperare i ricordi e solo quando insisto di nuovo, lei trova il coraggio per avvicinarsi.

Una volta che mi è a fianco riesco a percepire in maniera ancora più chiara tutta la tensione che ha nel corpo e come una singola parola basterebbe per mandarla a frantumi e non posso fare a meno di sentirmi in colpa: ogni volta che lei è speranzosa e crede di avere una via d’uscita da questa tremenda situazione in cui si ritrova, ecco che arrivo io a distruggerle il debole castello di carta che si era costruita con il mio cinismo e le mie domande continue; so che lo faccio per il suo bene e che in questo modo le impedisco di illudersi e farsi male più di quanto faccia adesso, ma non posso fare a meno di sentirmi ugualmente una merda.

Guardo Bailey e le rivolgo un’occhiata dispiaciuta prendendole poi la mano e stringendogliela in segno di conforto e Bailey mi rivolge un sorriso grato e cercando di nascondere, inutilmente, il suo sguardo deluso.

Sappiamo entrambi che se Henry non troverà una risposta soddisfacente alla mia domanda, non approverà l’utilizzo di questa formula dato che già con le informazioni certe che abbiamo, usare la macchina è a dir poco pericoloso, figuriamoci se utilizziamo una formula di cui non siamo neanche sicuri.

<<Forse lo so.>> dice improvvisamente Henry catturando la mia attenzione e quella di Bailey mentre posa lo sguardo su di noi <<Come ti avevo detto un paio di settimane fa Ethan, la macchina era programmata per lasciare come unico ricordo quello della Damnatio Memoriae e le formule che la riguardavano, quello che però mi sono dimenticato di dirmi è che la persona colpita riusciva ad accedere al ricordo solo quando era in prossimità alla soluzione, ma ovviamente doveva esserne a conoscenza. Il fatto che Bailey continui a disegnare il tatuaggio che ha Austin dimostra che fossero amici molto intimi e che quindi Bailey frequentasse casa nostra, da ciò possiamo presupporre che in qualche modo ha avuto accesso al mio ufficio e ha memorizzato tutto ciò che riguarda la Damnatio Memoriae, magari che dopo tu gliene hai parlato.>>
Ah?

Mi giro a guardare Bailey per controllare di non essere l’unico ad aver sentito le parole di Henry e quando la vedo con gli occhi azzurri spalancati e le mani tremanti a coppa sulla bocca per la sorpresa.

<<Henry, credi davvero che questa sia la formula giusta?>> chiedo e sento anch’io la voce tremare nel dirlo, posso davvero riacquistare tutti i ricordi precedenti con Bailey? Scoprire una volta per tutte perché ho sentito subito un profondo legame con lei? Capire perché mi sento in colpa e in debito nei suoi confronti?

<<Ci sono il 75% di possibilità che questa sia la formula giusta, ma facendo ulteriori studi possiamo arrivare facilmente al 96% nell’arco di una settimana.>> mi dice e io freno subito il mio entusiasmo non appena sento “96%”, mentre Bailey invece inizia a gridare come una pazza e a saltellare per il laboratorio e anche se mi scappa un sorriso nel vederla così, dato che assomiglia ad un coniglio impazzito, mi impongo di rimanere serio.

<<Che mi dici del restante 4%? È un margine abbastanza alto in un’operazione rischiosa come questa.>> dico, non per farlo dubitare della sua scelta, dato che è scontato che ci ha appena detto che ha intenzione di usare la formula, ma solo perché non voglio che Bailey corra alcun rischio.

<<Ma chi se ne fotte del 4%, abbiamo un 96 dalla nostra parte Eth! Un fottutissimo 96!>> grida al limite della felicità fermandosi dal saltellare solo per cambiare direzione e riprendere verso di me con un sorriso da ebete.

La ignoro nascondendo un sorriso divertito e riporto lo sguardo su Henry che sta iniziando a scarabocchiare qualcosa con la sua scrittura incomprensibile sul suo quaderno per poi confrontare ciò che ha scritto con i calcoli dei Bailey e solo dopo si gira verso di me, guardandomi mentre arriccia il naso insoddisfatto.

<<Il 4% è il possibile margine di errore che abbiamo, ma lo possiamo facilmente arginare una volta che avremo capito dove cade l’errore.>> mi spiega con espressione stanca e anche se il suo tono sembra voler essere rassicurante, il suo sguardo mi mette in ansia.

<<Hai ragione quando dici che è una percentuale alta per un’operazione rischiosa come questa, ma sai anche che non approverei mai un qualcosa di troppo rischioso per Bailey e in questo caso il rischio che corre non è troppo alto, quindi se lei se la sente possiamo procedere tranquillamente.>> dice e io mi giro verso Bailey sperando che acquisti un po’ di senno e non prenda una decisione affrettata, ma invece di trovarla a fianco a me, la trovo vicino all’interruttore della luce che spegne e riaccende formulando la frase “cazzo sì, me la sento” in codice morse facendo sospirare esasperato me e ridacchiare Henry, ma quando sento la sua risata spezzata mi giro verso quest’ultimo e lo trovo a sorridere amareggiato.

<<Henry ti conosco abbastanza bene da sapere che mi stai nascondendo qualcosa.>> lo ammonisco e cerco di avere un tono fermo, ma sento la mia voce tremare <<Quindi ti prego, se c’è qualcos’altro diccelo, abbiamo.... Bailey ha il diritto di sapere a cosa sta andando incontro.>>

Henry abbassa lo sguardo ed emette un sospiro profondo che mi fa preoccupare ulteriormente, tanto che anche Bailey si avvicina silenziosamente e guarda preoccupata quello che ormai è il nostro mentore.

<<Non ve le volevo dire perché avevo paura che questa sarebbe stata la cosa che avrebbe spinto Bailey a non accettare.... Il fatto è che questa è forse l’unica occasione che abbiamo per riportare i suoi ricordi e quelli che la riguardano nelle altre persone, dato che secondo questi calcoli la formula deve essere applicata insieme a quando la macchina la fa ritornare visibile e udibile agli altri e a questo punto credo che ci sia il rischio che anche la macchina non funzionerebbe come dovrebbe visto che i meccanismi sembrano intrecciati.>> dice parlando ininterrottamente senza prendere neanche un secondo di pausa per respirare, tanto che tempo per qualche secondo che soffochi.

<<Henry, cosa stai cercando di dirci?>> chiedo ansioso dopo essermi girato verso Bailey e averla trovata confusa quanto me.

<<Quello che sto cercando di dirvi è che... dopo che la macchina avrà colpito Bailey, entrambi dimenticherete che ruolo ha avuto l’altro nella sua vita nel corso dei mesi passati insieme, sapevo di questa cosa già da tempo, ma non ve l’avevo detto perché non sapevo che la formula fosse legata strettamente alla macchina e pensavo che una volta trovata l’avrei potuta modificare, ma così non posso e inoltre con il 4% della possibilità di errore, c’è il rischio che voi non vi vedrete mai più e non vi ricorderete mai dell’altro.>> ci spiega e sento un magone in gola.

<<Mi dispiace ragazzi.>> dice prima di guardarmi un’altra volta per poi alzarsi e andarsene, lasciando me e Bailey da soli.

Non riesco a fare niente. Vorrei girarmi a guardarla, girarmi e prenderle il viso per poi baciarla, girarmi e dirle che andrà tutto bene, ma non posso, perché so che non appena incrocerà i miei occhi vedrà in essi la mia supplica silenziosa, quella che non ho il coraggio di chiederle a voce alta, quella di supplicarla di rifiutare e non farsi colpire da questa stupida macchina.

Ma non posso farle questo, non posso sapendo che quella macchina è la sua unica speranza per poter tornare alla normalità, non posso essere così egoista solo per avere altri 39 giorni, dopo i quali lei smetterà completamente di esistere. In un caso o nell’altro io non mi ricorderò di lei, ma in questo modo, sapendo che neanche lei mi ricorderà, ho la sensazione di perderla definitivamente.

Sono uno stronzo egoista di merda, lo so, ed è per questo che non le permetterò di sprecare questa occasione, perciò continuo a guardare fisso davanti a me senza lasciare che il mio sguardo cade verso di lei neanche per un secondo.

Faccio un respiro profondo, pronto a chiederle cosa ha intenzione di fare e poi convincerla di sottoporsi lo stesso alla macchina in caso lei non voglia, ma prima che possa anche pronunciare una sola parola, lei mi abbraccia.

<<Lo so cosa vuoi dirmi.>> mi dice con voce spezzata mentre mi stringe la vita aggrappandosi alla mia maglietta <<Grazie.>> aggiunge seppellendo la testa nel mio petto e io appoggio la testa sulla sua ricambiando l’abbraccio e imponendondomi di non tremare mentre la stringo.

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