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Bailey's pov

Lo studio del signor Haughes sembra quasi non fare parte della casa per quanto questi due siano diversi tra loro.

Infatti se la casa è pulita e ordinata, con la facciata di un bel giallo pastello e i mobili al suo interno coordinati tra loro con sopra alcune piantine, la stanza dedicata allo studio sembra essere l’unica eccezione, come se fosse stata aggiunta così com’è solo dopo che gli Haughes avevano finito di arredare e pulire la casa; infatti oltre ad essere pieno di polvere, lo studio è completamente sottosopra: migliaia di fogli sono per terra, ricoprendo il pavimento come se fossero un tappeto; la scrivania insieme al suo contenuto è rovesciata; i libri si trovano per terra con oggetti a caso a tenerli fermi su certe pagine sottolineate ed evidenziate in alcuni punti e con migliaia di note sui margini, scritte talmente in piccolo che fatico a decifrarle; la parte più spaventosa però sono le pareti, infatti su esse, oltre ad essere appese pagine strappate di alcuni libri o fogli con formule incomprensibili, ci sono scritte, non tralasciando alcuno spazio se non quello dedicati ai fogli appesi, le stesse iniziali all’infinito.

D.M.

Damnatio Memoriae.

Non so come faccio a saperlo, in realtà non so neanche cosa sia, ma so per certo che dietro a essa c’è la spiegazione di quello che mi è successo, come sapevo due mesi fa che quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi dolci mi avrebbe aiutato per qualche assurda ragione.

Mi volto proprio verso quest’ultimo e quando incrocio i suoi occhi vedo un luccichio di felicità che li percorre e senza aver bisogno che lui me lo dica, so già a cosa è dovuto: c’è una speranza, abbiamo ancora del tempo.
Non riesco a trattenere un sorriso perciò distolgo lo sguardo dal suo per impedirgli di vederlo e mi concentro invece sulle scritte, per poi chiudere gli occhi e cercare di richiamare a me qualsiasi cosa che riguardi la Damnatio Memoriae.

Come al solito però, invece di risposte mi arriva solo una fitta lancinante alla testa e devo fare appello a tutta la mia forza per non piegarmi in due dal dolore; faccio un respiro profondo e riapro gli occhi cercando di non farmi prendere dallo sconforto di non riuscire a ricordare e mi aggrappo invece alla teoria che io e Ethan formulammo qualche tempo fa: infatti dopo avergli raccontato che avevo fitte forti alla testa solo alcune delle volte in cui provavo a ricordare qualcosa mentre in altre provavo solo un senso di vuoto, abbiamo ipotizzato che le fitte fossero dovute al fatto che i ricordi che cercavo di ricordare fossero davvero inerenti alla mia vita.

Sospiro lasciando che l’angoscia mi si scrolli di dosso e mi aggrappo a questo pensiero per essere positiva.
Sposto lo sguardo dal muro alla mia sinistra dove c’è Austin che è ancora a bocca aperta, come lo è stato da quando è entrato nello studio; nel guardarlo mi scappa una risatina al ché mi becco un’occhiataccia da parte di Ethan, che però nasconde un sorrisetto.

Faccio per chiedere ad Ethan di chiedere a sua volta ad Austin se sa cosa sia la Damnatio Memoriae, ma non appena apro la bocca, il biondo fa un respiro profondo per poi gridare con tutto il fiato che ha in corpo <<PAPÀAAA.>>

Mi tappo le orecchie per attutire il suono mentre guardo scioccata Austin che ora che ha finito di gridare si volta verso Ethan che lo guarda sconvolto.

<<Non so come sia possibile, ma non mi è mai venuto in mente che mio padre potesse avere a che fare con tutto ciò, è come se avessi rimosso dalla mente il suo lavoro.>> dice con l’aria di qualcuno che si sente terribilmente in colpa mentre guarda l’amico che invece annuisce con la testa e gli rivolge un sorriso rassicurante.

<<Non è mai venuto in mente neanche a me, non me ne sono ricordato fino a quando Bailey non me l’ha chiesto.>> gli dice rivolgendo un cenno verso la mia direzione in modo da fargli capire dove sono, Austin trattiene il respiro per qualche secondo per poi lanciare un’occhiata veloce verso la mia direzione e ritornare a puntare lo sguardo subito su di Ethan e non ho bisogno che parli per capire che vuole sapere se Ethan mi ha detto la verità riguardo alla loro condizione e allo stesso modo il moro capisce e si limita ad annuire.

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