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Bailey's pov

Sei mesi.

Sono passati sei mesi da quando mi sono svegliata in quel vicolo senza ricordi e ho scoperto di essere invisibile; sei mesi in cui ho pianto, ho cercato di ricordare anche la cosa più banale sul mio conto, ho provato ad attirare l'attenzione degli sconosciuti nella speranza che mi potessero vedere e adesso, dopo sei fottutissimi mesi, ne ho trovato uno.

Guardo il ragazzo moro davanti a me sorridente porgendogli la mano e non cerco nemmeno di nascondere l'emozione; lui mi vede e mi sente, è sicuramente la risposta alla domanda che mi ronza nella testa da quando mi sono svegliata: "Cosa mi è successo?"

Continuo a sorridere al ragazzo con la mano tesa e lui mi guarda spaventato deglutendo a fatica e squadrandomi dalla testa ai piedi, mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo e gli afferro la mano stringendola con veemenza mentre aspetto che mi dica il suo nome ma l'unica risposta che ricevo è uno sguardo terrorizzato che piano si sposta verso le nostre mani.

<<Allora, tu invece come ti chiami?>> chiedo gentilmente e quando mi sente parlare, il moro alza lo sguardo su di me, strabuzza gli occhi e mi lascia andare la mano iniziando a fare su e giù per la stanza.

<<Mi hanno drogato, questa è l'unica risposta plausibile.>> borbotta tra sé e sé mentre fa avanti e indietro e io lo guardo scioccata per poi andargli incontro e piazzarmi davanti a lui.

<<No, non ti hanno drogato. Sono reale, davvero.>> lo rassicuro ma lui continua a camminare ignorandomi del tutto, gli corro di nuovo dietro e lo prendo per un braccio costringendolo a fermarsi <<Guarda, se fossi solo un'allucinazione non riuscirei a toccarti.>> gli dico e lui abbassa lo sguardo verso la mia mano che gli stringe il braccio.

<<Hai la pelle gelida.>> sussurra e io lo guardo stranita, che diamine significa? Faccio per parlare ma lui mi precede <<Sei un fantasma!>> urla e io mi sbatto la mano libera sulla fronte.

<<Aveva più senso la teoria sull'allucinazione.>> gli faccio notare mentre lui mi squadra dalla testa ai piedi come se cercasse di capire come funziono; sbuffo e trattengo una maledizione tra i denti perché adesso il ragazzo mi guarda con un'attenzione del tutto nuova e inquietante che quasi mi fa rimpiangere la sua paura nel credere che fosse impazzito.

<<Senti, non sono un fantasma, né un'allucinazione, chiaro? Sono una persona, proprio come te… okay forse non proprio come te perché io sono invisibile, ma questo non c'entra. Quello che ti basta sapere è che io mi ritrovo in questa situazione da parecchio tempo e da sei mesi a questa parte tu sei l'unica persona che è riuscita a vedermi. Mi devi aiutare.>> dico seria cercando di farmi vedere calma anche se la mia voce tentenna quando gli chiedo aiuto.

Il ragazzo mi guarda negli occhi e mi scruta il viso, cercando in esso qualcosa d famigliare proprio come ho fatto io poco fa con lui, una parte di me sapeva che anche se l'avessi conosciuto nella mia vecchia vita non lo avrei mai potuto ricordare, però non ne ho potuto fare a meno e poi non posso dire nemmeno che è stato tempo sprecato dato che è proprio un bel ragazzo: ha i capelli neri che fanno risaltare ancora di più la pelle pallida, più chiara della mia di forse una tonalità, gli occhi sono di un bel castano, il naso è piccolo e all'insù ed è più alto di me di circa dieci centimetri.

<<Devo aiutarti a trovare la pace?>> chiede confuso riportandomi alla realtà e io mi rendo conto che sarebbe ancora più bello se tenesse la bocca chiusa; prendo un respiro profondo e stringo le mani in un pugno <<Non sono un fottuto fantasma.>>

<<Magari per passare oltre devi solo accettare che sei... insomma, deceduta.>> dice imbarazzato e io lo guardo con la bocca spalancata, per poi chiuderla e avvicinarmi a lui fino a quando non siamo a pochi centimetri di distanza <<Io. Non. Sono. Morta.>>

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