Simone si ferma davanti casa sua. Nonostante le affermazioni di Andrea, gli indizi dei giorni prima e le classiche leggende metropolitane da piccola città, Simone non crede che ci siano delle forze soprannaturali in gioco. Per lui c'è sempre una spiegazione razionale a tutto, o almeno sua madre ha sempre detto così. Appena rientra in casa sente qualcosa farsi sempre più pesante dentro di sé, un qualcosa che aveva avvertito in passato dopo le giornate chiuso in casa, ma era sempre rimasto un mistero per lui.
Avrei bisogno di un momento di riflessione, mi farebbe bene.
In quel preciso istante un rumore di passi proveniente dall'altra stanza gli ricorda il motivo per cui non ha mai un momento di riflessione. Sua madre. "Eccoti! Dov'eri finito? Ogni volta te ne vai di casa e torni a chissà quale ora. Di questo passo un giorno te ne andrai una volta per tutte."
Il figlio si passa le mani in mezzo ai capelli. "Andiamo mamma, sono le otto e venti di sera, non è neanche così tardi..."
Sua madre lo guarda appena mentre parla: "Bene, adesso puoi tornare a studiare e poi si va a letto. Non entrerai mai in un'università decente con quella faccia tosta che hai."
Simone abbassa la testa e riesce soltanto a tremare. "Lass mich in Ruhe, non ho neanche finito il liceo, volevo soltanto restare con i miei amici. Basta così, per favore."
Lei reagisce quasi scandalizzata: "Non parlare in tedesco davanti a me, sembri arrogante e presuntuoso proprio come tuo padre."
Il figlio non resiste più a quelle parole e corre a rifugiarsi nella sua stanza. La porta è chiusa a chiave immediatamente, quindi la madre torna in cucina a occuparsi delle sue faccende.
Molto tempo dopo Simone si risveglia sul suo letto, completamente immerso nell'oscurità e con un fastidioso ronzio nelle orecchie, come se avesse ascoltato musica a tutto volume. Dopo aver trovato l'interruttore e aver acceso la luce, il ragazzo si alza e guarda il proprio riflesso sullo schermo del suo computer. Dall'immagine sulla superficie scura del monitor capisce che ha pianto per molto tempo. Il suo ragno domestico Kleiner, invece, si era messo comodo nel taschino della sua camicia, con le sue zampette pelose che sbucano fuori. Simone lo trova quasi carino, ma per paura di schiacciarlo senza volerlo decide di riportare il ragno nel suo terrario. Un paio di minuti dopo, il ragno è di nuovo nella propria casetta, al riparo da ogni pericolo e nelle sue condizioni ideali, come tutto dovrebbe essere.
Esatto, come tutto dovrebbe essere.
In seguito a quel cupo pensiero, Simone prova ad affacciarsi alla finestra per capire se è giorno o notte. È notte fonda, non sembra esserci nulla di strano in giro, a parte un rumorino metallico proveniente da una strada vicina. Sembra il rumore di un pezzo di ferro che viene strofinato sul cemento. Simone prova a ignorarlo e tornare a dormire, ma il suono si fa per un attimo rapido e assordante, come il rumore di un motore. Per un attimo lui spera che si tratti di Pietro, intento a fare qualcosa di stupido e incredibilmente gentile. A volte lui non riesce quasi a capire perché uno come Pietro perda tempo con lui. Il suo ottimismo, a volte, gli ricorda suo padre.
Erano passati ormai dieci anni da quando Simone e sua madre si erano trasferiti in Italia. Lei aveva deciso di tornare in patria per motivi di lavoro, ma il padre aveva preferito restare in Germania, così i due si separarono. Inizialmente Simone era arrabbiato con suo padre, ma ogni anno lui lo invitava per le vacanze di natale a Ettal, così i due iniziarono poco alla volta ad andare d'accordo. A un certo punto Simone si sentiva più a casa lì che nella sua casa in Italia.
Mentre è ancora immerso nei suoi pensieri, il rombo metallico si fa di nuovo sentire, stavolta più forte e con un tono più profondo, così pesante che potrebbe far tremare la terra. Simone ne ha avuto abbastanza, perciò apre la finestra e prova a vedere che sta succedendo, ma si sporge troppo e la confusione gli fa perdere l'equilibrio.
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Una Macchia Sul Volto
Fantasy[COMPLETATA E IN ATTESA DI UNA FUTURA REVISIONE] Vincitore del concorso "Arcobaleni" di @unicornwishes e @chiccaflower (LISTA SEPPIA) Questa è la storia di Andrea Ignoto, un ragazzino del liceo con un'enorme macchia scura sul suo volto ed un tem...