Capitolo Quarantuno: La Prova

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A faccia in giù, Andrea si solleva da terra e apre gli occhi, ma nulla di quello che vede gli è familiare. Luci che provengono da tutte le parti, si accendono e spengono all'unisono come una falsa copia del cielo notturno, il terreno sotto i suoi piedi è un caleidoscopio di sensazioni discordanti, viscide, secche, informi. Rimesso in piedi, lui cerca di scovare una qualche specie di orizzonte, ma non riesce a scorgere né cielo né terra. Dov'è finito? Che cos'è veramente quel posto? Ma soprattutto, c'è una via d'uscita?

Sembra qualcosa uscito fuori da uno dei suoi peggiori incubi, una distesa infinita di spazio in cui nulla ha senso, nulla può avere ordine. Andrea darebbe di tutto pur di avere in cambio qualcosa di solito su cui poggiarsi, ma il mondo attorno a lui muta e si anima costantemente. No, non è davvero animato, è una carcassa di qualche animale preistorico che si deteriora e si contorce con il passare dei secoli. Così, anche le sue sicurezze vengono meno poco alla volta, insieme a quelle sabbie mobili invisibili in cui si sente affondare.

in un momento di consapevolezza si rende conto che tutto ciò non è un'illusione o una fervida fantasia. Il nulla gli ingoia prima le gambe, poi procede con tutto il resto dei fianchi e del busto, fino ad arrivare alla gola. Per quanto provi a scuotersi o a fare qualunque cosa per emergere, non serve a nulla. Alla fine, l'intangibile peso attorno a sé lo avvolge completamente e lo soffoca. Lui scalcia un paio di volte, poi si ferma.

Appena si risveglia, Andrea si rende conto di essere in un nuovo ambiente, più umido e pesante di prima. Si ritrova a galleggiare in aria senza come né perché, tirato in direzioni opposte dal peso del suo corpo e da un seconda spinta verso l'alto. La sensazione non gli è molto familiare, ma gli ricorda vagamente di quando stava per cadere dal tetto della casa abbandonata e Cassandra lo ha afferrato all'ultimo minuto.

Ricordati di rotolare, prima di cadere.

Tentare un qualunque movimento in quello spazio non sembra sortire alcun effetto, ma Andrea prova lo stesso a replicare ciò che Cassandra gli aveva suggerito, giusto per provare. Grazie a una piccola giravolta, il suo corpo rotea su sé stesso e... si ritrova esattamente nella stessa posizione di prima. Per poi precipitare verso il basso a velocità nauseante.

La caduta procede per quello che sembra un giorno intero. O forse è un secondo? Andrea si affida al suo fidato orologio da polso, ma l'orario mostrato dal display non sembra avere alcun senso logico. Solo un'accozzaglia di numeri che entrano ed escono dalla vitrea superficie dello schermo. Tutto procede in avanti e indietro, senza alcuna limitazione imposta dalle leggi della natura così come le conosciamo. Alla fine della caduta atemporale, il flusso di spinta simile alla gravità si ribalta senza preavviso, permettendo ad Andrea di atterrare senza pericoli in un altro scenario ancora. Il mondo è ora una piattaforma di materiale metallico traslucido, sospesa tra una coltre di ombre simili a nuvole.

Attorno a lui, tre interminabili e impossibili pilastri di incommensurabile massa e potenza si ergono dal terreno, forando la piattaforma con incredibile facilità. Frammenti di materiali inesistenti si sparpagliano in aria e rimangono immobili, senza alcuna forza a controllarli.

Il primo pilastro, proprio davanti a lui, è grezzo e frammentato, tenuto insieme per via di un equilibrio perfetto. Dai suoi innumerevoli cristalli emerge una voce: "Un altro essere ha attraversato la parete. Proprio come avevamo desiderato."

In confronto ad essi, Andrea non è altro che un essere patetico e inutile. Il pilastro alla sua destra è fluido e lucente come una colonna di mercurio, mentre quello alla sua sinistra è più simile a un geyser di fumo violaceo. Non è possibile capire quanto siano distanti, ma per qualche motivo ha la sensazione che potrebbe inseguirli all'infinito alla massima velocità possibile e non riuscirebbe neanche ad avvicinarsi di un millimetro.

Una Macchia Sul VoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora