La corsa di Andrea, Cassandra e Pietro verso la loro destinazione continua senza altre interruzioni, eccezion fatta per Andrea, che di tanto in tanto chiede agli altri due di fermarsi:
"Possiamo fare una pausa? Non è poi così facile, correre in salita..."
Pietro lo sprona a continuare: "Ti sbrighi? Di pause ne hai già fatte qualche quattro, io che corro meno di te non mi sono fermato neanche una volta!"
"Sì, ma tu non ti devi portare dietro una bicicletta sfasciata." lo contraddice Andrea.
"Abbiamo capito, ti hanno bucato la bici! Ora finiscila di lamentarti ogni cinque secondi e muoviti!" sbotta Pietro.
Imbronciato, Andrea ricomincia a seguire i suoi compagni ignorando la fatica di portarsi dietro un peso inutile, finché a un certo punto Pietro si avvicina a lui e prende la bici: "Okay, lascia che ti aiuti io."
Andrea è insospettito dall'improvvisa offerta d'aiuto del suo compagno, ma apprezza comunque i suoi sforzi nel rendersi utile.Cassandra è in testa alla fila e si ferma ad aspettare che gli altri due riprendano il ritmo. La salita è quasi giunta al termine.
Una volta che tutti hanno ripreso a camminare, Cassandra si volta verso Andrea: "Credo che ci stiamo avvicinando molto, puoi controllare di nuovo la strada sul tuo cellulare?"
Andrea si affretta a fare come ha detto Cassandra: "Esattamente. come ho già detto prima, ora dobbiamo continuare dritto e poi svoltare a destra. L'ingresso dell'ospedale dovrebbe essere lì."
Detto questo, i ragazzi superano la salita e si incamminano lungo la strada alla loro destra. Davanti a loro è già possibile vedere l'edificio dell'ospedale: un insieme di enormi blocchi di cemento bianco, connessi insieme da scale e passaggi. Di fronte all'edificio più grande c'è una porta scorrevole in vetro, in cima alla quale un cartello recita il nome dell'edificio: Ospedale Louis Pasteur.
Cassandra e Andrea attraversano la porta senza indugio, mentre Pietro si ferma dietro di loro.
"Dove lo parcheggio questo affare?"chiede lui indicando la bicicletta di Andrea.
"Puoi chiudere il lucchetto e lasciarla dove vuoi." lo avverte lui.
"Non davanti alla porta ovviamente!" aggiunge Cassandra. Per quello che sa, Pietro potrebbe essere talmente svogliato da lasciarla lì davanti all'ingresso bloccando l'entrata. Così facendo si guadagnerebbe l'odio di tutto il personale medico.
Pietro si sposta di qualche metro, poi si china davanti alla bicicletta e prende il lucchetto cercando di capire come chiuderlo. Pur essendo inutilizzabile c'è comunque una possibilità che qualcuno possa rubarla, ma che se ne farebbe la gente di una bicicletta senza una ruota? Pietro avvolge la catena del lucchetto un paio di volte attorno a un cartello stradale e lo chiude, tanto per accontentare Andrea. Risolto il dilemma del lucchetto, Pietro entra nell'ospedale, dove gli altri due stanno discutendo con un'infermiera.
"Buongiorno signora, sa per caso dove possiamo trovare Irene Marchesi?" chiede Andrea.
"Sì, la signora Marchesi è ricoverata al reparto medicina d'urgenza da un paio di settimane. Siete suoi amici?" risponde distrattamente l'infermiera.
"Sì, lo siamo. Possiamo parlarle di persona?" chiede Cassandra.
L'infermiera rifiuta: "Purtroppo questo non è ancora l'orario delle visite. Potete tornare verso le cinque del pomeriggio, buona giornata!"
Andrea guarda Cassandra, con aria di delusione: "Che facciamo adesso? Io devo aiutare i miei alle cinque."
Cassandra si allontana insieme ad Andrea, poi gli sussurra: "Non credo che dividerci sia una scelta saggia. Temo proprio che dovrò ricorrere a qualche stratagemma più... aggressivo."
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Una Macchia Sul Volto
Fantasy[COMPLETATA E IN ATTESA DI UNA FUTURA REVISIONE] Vincitore del concorso "Arcobaleni" di @unicornwishes e @chiccaflower (LISTA SEPPIA) Questa è la storia di Andrea Ignoto, un ragazzino del liceo con un'enorme macchia scura sul suo volto ed un tem...