Capitolo Trentanove: Salti Nel Buio

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È calata la sera sulle strade di C. Il quartiere di sud-est, invece di accendersi di luci alle finestre come il resto della città, rimane nell'ombra dalla testa ai piedi, eccezion fatta per qualche lampione ai lati della strada. Tra gli altri pochi dettagli degni di nota ci sono dei solchi sul muro di un palazzo sul lato sinistro della strada, causati da Angel mentre si esercitava con il lancio dei coltelli la notte prima. Irene ci poggia la mano sopra, chiedendosi di che tipo di lama si tratti.

Prende il cellulare, digita un numero familiare e attende una risposta. 

"Pietro, sono io."

"Dove sei finita? Siamo tutti qui davanti all'entrata del quartiere e ti stiamo aspettando da un quarto d'ora!"

"Avevo voglia di prendere un'altra strada." gli risponde lei, mentre si assicura che le sue cicatrici non siano ben in vista.

La voce di suo fratello risuona fortissimo da entrambi i lati del telefono: "Avevi voglia?! Irene, questa è una situazione seria! Vieni subito qui e stai attenta a non farti vedere!" 

Questa volta neanche Irene ha dubbi al riguardo, Pietro è decisamente scontento della sua assenza. Per lei comprendere lo stato d'animo delle persone è come cercare di decifrare un complicatissimo linguaggio macchina, nel tentativo di individuare funzioni chiave, o errori, o falle nei sistemi da riparare. Anzi, no: per lei, il modo di comunicare delle altre persone è una lingua morta, una reliquia del passato creata da persone che non ha mai incontrato, soggetta a regole su cui lei non ha voce in capitolo. Irene può solo accorgersi di sfuggita di questo pensiero, mentre sgattaiola tra le ombre degli appartamenti nel tentativo di raggiungere suo fratello.

"Irene? Irene ci sei?" continua a parlare il telefono, stavolta da parte di una voce diversa.

"Scusate, vi raggiungo subito. A dopo Andrea." conclude frettolosa lei.

Passano un paio di minuti di tensione e nervosismo, ma anche di esuberante anticipazione, come una sete di scoperte e risposte che Andrea riuscirà a saziare solo quando avrà raggiunto quello che vuole. È finalmente giunto il momento. Che cosa c'è dietro tutti i fenomeni inspiegabili degli ultimi giorni? E perché? Cosa sta tramando davvero L'Associazione Tiresia? C'è un modo per fermarli? Tempo di scoprirlo. Se c'è qualcosa che Andrea ha imparato in tutto questo tempo, è che non c'è soluzione senza sacrificio. Proprio come aveva detto Igor, bisogna pagare un prezzo per cambiare il mondo.

Irene raggiunge lui e il resto del gruppo da un vicolo secondario. Sono quasi tutti: Antony, Andrea, Cleo, Pietro e lì in fondo anche Cassandra. È il momento della verità per tutti loro.

Cassandra si fa avanti, a contrario degli altri non ha indossato nessun travestimento. "Sinceramente non avevo in programma di tornare qui, ma non ho più intenzione di vivere nascosta per colpa loro. Allora, cosa stiamo aspettando?"

"Esattamente mia cara, esattamente!" la incoraggia Antony, totalmente preso dal suo entusiasmo. "Quest'oggi andremo incontro all'Associazione Tiresia per svelare la verità e vendicare le ingiustizie che ci hanno inflitto loro! Nevvero, Cleo?"

La sua compagna non osa pronunciare una parola, ma i suoi gesti le permettono di esprimersi comunque: si aggiusta un grosso borsone sportivo sulle spalle, poi si avvicina ad Antony e gli abbottona il colletto del suo cappotto-armatura. Ne avrà bisogno, ne è certa.

Andrea osserva la scena, né intenerito né disgustato. Improvvisamente un pensiero riemerge nella sua mente: "A proposito Pietro, perché Simone non si è fatto vedere?"

"Te lo direi" replica con un tono di superiorità il suo compagno di scuola, "ma quello che fa Simone sono affari suoi. E poi lo ha detto a me in privato, quindi io non dovrei dirlo a nessun altro, perché la privacy è una cosa importante!"

Una Macchia Sul VoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora