Capitolo Tredici: Le Sue Gesta

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I tre si allontanano dalla strada in cui si trovava quel muro color pece. Una volta tornati davanti all'entrata dell'ospedale, Pietro e Andrea si salutano e si separano. Il primo prende la strada verso casa sua, mentre il secondo si avvia verso la casa abbandonata, seguito in lontananza da Cassandra. Andrea ha deciso di percorrere lo stesso tragitto da cui sono arrivati. Lui e Cassandra iniziano quindi a camminare lungo la salita che li ha portati all'ospedale, che al ritorno si rivela essere una discesa parecchio facile. Mentre camminano lei si avvicina ad Andrea, che tiene ancora stretta la scatola trasparente e il disco tra le mani.

"Ti piace proprio questo genere di cose, vero?" chiede lei, con aria amichevole.

"Sì, credo proprio che questo mistero stia..."

"No, non mi stavo riferendo a quello. Volevo dire... informatica e simili. Ironia della sorte, non sono mai riuscita a capire come funzionano i computer, so a malapena accenderli e basta così. Non come un paio dei miei vecchi compagni dell'Associazione, loro con quegli affari sanno fare magie."

Andrea si volge verso di lei, incuriosito: "Se sai cercare all'interno della memoria delle persone, perché non hai provato ad imparare l'informatica da qualcun altro semplicemente standogli vicino?"

Cassandra fa spallucce: "Posso essere sincera? Non me ne importa niente. Inoltre anche potendo scoprire i ricordi degli altri non significa che possa memorizzare tutto subito. Grazie del suggerimento comunque!"

Dopo quella risposta tra i due cala di nuovo il silenzio, mentre continuano a proseguire lungo la discesa. Ad un certo punto Andrea si accorge che hanno camminato per cinque minuti di fila senza dire una parola. Appena arrivati alla fine della discesa, Cassandra vede a fianco della strada la telecamera che hanno rotto al viaggio d'andata, notando con grande sorpresa che qualcuno ha sostituito la lente dell'obiettivo. Lei fa notare il dettaglio ad Andrea, che tuttavia si ferma a guardare. A Cassandra non importa comunque di cosa pensa lui al riguardo, perciò si avvicina a controllare comunque: la telecamera mostra ancora dei minuscoli graffi lungo i bordi dovuti all'impatto del chiodo, ma la lente rotta è stata sostituita da un nuovo cerchio di vetro. A contrario di quello precedente, il nuovo occhio elettronico ha una superficie totalmente trasparente, che permette di vedere dei piccoli disegni geometrici all'interno della videocamera.

Cassandra si avvicina a vedere cosa sta accadendo, ma indietreggia inorridita appena si rende conto che l'obiettivo ha ripreso a seguire i suoi movimenti, come prima. Andrea guarda la scena, sempre più convinto di dover tornare a casa il prima possibile. Cassandra è più impegnata a cercare un modo per passare inosservata allo sguardo della videosorveglianza.

"Si sta facendo tardi, dobbiamo andare..."

"Te lo dico io, questa cosa sta seguendo i nostri movimenti da tutto il giorno! Dannazione, come fai a non accorgerti che ogni volta che passo da qui la telecamera si gira e mi segue?"

Andrea sbuffa irritato: "Forse perché segue i movimenti di tutte le persone che passano qui davanti?"

Lei si mostra palesemente in disaccordo: "Se quello che dici è vero, perché quell'aggeggio non ha mai puntato lo sguardo su di te?"

A quanto pare lei ha ragione: l'obiettivo ruota emettendo un lievissimo ronzio meccanico ogni volta che Cassandra si sposta. Andrea prova ad osservare l'ambiente che lo circonda per vedere se c'è qualche punto cieco che permetta di passare inosservati, ma con scarso successo. Le uniche cose che riesce a trovare sono i minuscoli resti polverizzati della lente rotta.

"Non è curioso che qualcuno ha aggiustato la telecamera proprio mentre noi eravamo via da qui?" ragiona ad alta voce lui.

"Sarà stato parecchio veloce. Quanto tempo siamo stati via?"

Una Macchia Sul VoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora