Secondo capitolo

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L'atrio era pieno di addobbi. Ovunque si sentivano risate gioiose. Mi sembrava di essere tornata all'asilo, quando i miei genitori mi preparavano per andare alla festa di carnevale in parrocchia. Con l'unica differenza che ora gli invitati erano molto più grandi, e questo lo si capiva sopratutto dall'altezza, certo, ma anche dagli abbigliamenti: spiccavano diavolesse e cat woman ovunque.

Improvvisamente mi sentii ridicola.

<<Tina aveva ragione>> mormorai a Gabri, timido nel suo costume da Flynn Ryder. Prima di uscire, era scoppiata a ridere e aveva detto:

<<Non oserai andare vestita da Rapunzel a vent'anni, spero! Rideranno tutti!>>

Invece era quello che avevo fatto. Al mercatino dell'usato non avevo trovato di meglio. C'erano Trilly e Peter Pan, ma davvero sarebbe stato troppo. Anche se, a pensarci bene, il costume da Trilly avrebbe fatto vedere le cosce...

In quel momento squillò il cellulare. Sbuffo. E' mia madre.

<<Non rispondere >> mi consiglia Gabri.

<<E' inutile, se non lo faccio è ancora peggio, è capace di chiamare la polizia, l'ambasciata, chi l'ha visto>> rispondo, seccata. La conosco bene.

<<Pronto mamma?>>

<<Ciao tesoro, hai cenato?>> mi chiede. Improvvisamente si ferma.

<<Cos'è questa musica?>>

Guardo la band che suona infondo alla sala. Vorrei invitarli a smettere, ma non posso.

<<Oddio, non sarai mica andata in discoteca vero?? Vero??>>

Sospiro. Vedo Gabri che a fatica trattiene una risata, anche se la conosce bene.

<<Ma no mamma, ti pare che una discoteca apre alle nove di sera? Sono a una festa dell'università, c'è Gabri>>

<<E Tina?>>

<<Tina non sta bene>> sospiro, rassegnata. Mia madre la vede come un angelo.

<<Fai attenzione! Oddio, hai sentito di quella ragazza che è stata stuprata? Mi raccomando, stai sempre con Gabri, se qualcuno ti da fastidio di che c'è tuo cugino Riccardo che è carabiniere che...>>

<<Mamma non sono più una bambina!>>

<<Non hai figlie femmine quindi non puoi...>>

<<Ok mamma ciaooo!>>

Riattacco. Guardo Gabri che non la smette di ridere e mi sento irritata.

<<Guarda che tua madre non è tanto meglio>> sbuffo.

<<Dai non te la prendere...facciamo un giretto>> mi propone. Iniziamo a girare per la sala. E' bello vedere tutti spensierati, senza libri, anche se dopo vari mesi all'università i vari tipi di studenti li riconosci subito. Quelli di psicologia ti scrutano, cercando di captare qualcosa di te dai tuoi atteggiamenti. Sono vestiti da einstein e cose simili.Quelli di lingue parlano tra loro e loro in altri alfabeti. Sono quasi tutte ragazze vestite da spagnole o arabe.Quelli di medicina, i più secchioni, buttano sempre un'occhiata a un quaderno.Sono vestiti con le prime toppe trovate.

Tina doveva fare medicina, ma non ha superato il test. Non ne è rimasta dispiaciuta, perchè voleva fare altro. Ovviamente i due genitori dentisti non l'hanno presa bene, e ripongono tutte le speranze nella figlia minore Gaia, che già a dieci anni è costretta a studiare matematica comoulsivamente. Spero che anche lei li mandi a quel paese. Almeno i miei mi hanno lasciati libera in questo. Non hanno mai contrastato il mio sogno di diventare professoressa di religione.

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