Nono capitolo

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Il canto del gallo mi sveglia. Per un attimo penso di essere in campagna, serena, rilassata. Ma poi realizzo di essere in una casa stramba, con il mio pseudo ragazzo a cui ho dato il mio primo bacio dopo che l'ho visto fare uno streap tease.

<<Buongiorno>> mi dice e miabbraccia. Ha l'alito che puzza ma non me ne frega niente. E' bello lo stesso.

<<Ma questo gallo?>> mi stiracchio.

<<Si trova in balcone. Sai, è l'animale della fecondità, mio padre dice che tenerlo porta fortuna>>.

<<Ah. Sarei lieta di non vederlo. Mi fanno paura i galli>> dico. Sono davvero brutti. E aggressivi.

<<Non ti dò tutti i torti, sai? E poi un toro mi avrebbe rappresentato meglio>>.

Scoppio a ridere. Lui sembra quasi offeso. E' tenerissimo. Quasi quasi non ho nessuna intenzione di andare all'università.

<<Facciamo colazione?>> gli domando stiracchiandomi.

<<Va bene>> mi risponde lui. Io rimango nel letto.

<<Cosa c'è?>> mi chiede.

<<Non mi va di alzarmi>>

E' presto detto. In un attimo mi solleva e mi porta in cucina.

<<Mettimi giù!>> ridacchio, anche se mi piace tantissimo. Mi sento una bambina piccola.

La cucina è in comune con la sala. E' un pò strano, ma è bello da vedere. In un angolo c'è uno stereo che ieri non avevo notato. Sergio lo accende. Musica classica. Mozart, credo, ma non ne sono sicura.

<<Metto sempre un pò di musica appena sveglio. Mi aiuta a svegliarmi>>. mi spiega, e si avvicina a me.

<<Riprendiamo il ballo della festa?>>.

Accidenti, non mi ero accorta mai di quanto fosse bravo. Io invece sono un pezzo di legno. Una tragedia.

<<Dove hai imparato a ballare?>> gli chiedo.

<<In orfanotrofio ballavo sempre con la mia amichetta. Dopo sono andato a scuola. Ho fatto anche basket, ma poi mi sono stancato di entrambi. Per un periodo ho perso interesse in tutto>> mi rivela.

<<Insomma, sai suonare, ballare, giocare a basket, disegnare, ti sai spogliare>> sdrammatizzo << cos'altro sai fare? cucinare?>>

Lo chiedo davvero in maniera ironica. Il mio povero papà da solo non sapeva prepararsi neppure il caffè.

<<Sono diplomato all'alberghiero>> mi risponde.

Cavolo, non posso crederci. Ho sempre amato gli chef. Quando impastano, mi fanno pensare a....okay, questi sono i miei sogni oscuri e poibiti.

<<Va bene. Okay, allora scommetto che non sai parlare lo svedese nè suonare il violino>> gli rispondo.

<<No, ma mio nonno suonava il violino nell'orchestra svedese>> mi risponde, e si mette a ridere.

<<Scacco matto>>.

Si ferma. I suoi occhi mi fissano. Penso che stia per baciarmi e mi metto...in posa. Invece rimango come un'idiota con la bocca aperta. Apro gli occhi, arrabbiata. Ma lui non ride. Sembra serio, anche un pò triste.

<<Silvia, c'è una cosa che dovrei dirti...>>

In quel momento sentiamo dei passi dietro di noi. Ci voltiamo entrambi. E' Natalie.

Mamma mi sono innamorata di un pornostar !Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora