Settimo capitolo

342 3 3
                                    


Mi è sempre piaciuto fare lezione dalle cinque alle sette.

E' vero, è un pò tardi, ma abitando comunque sul posto, non ho problemi. Mi piace non dovermi alzare la mattina presto, impiegarla a studiare, avere più tempo per prepararmi.

E poi mi piace la sera, molto più del giorno.

E questa sera è speciale, perchè esco di nuovo con Sergio.

Guardo l'orologio e non vedo l'ora che la lezione del professore finisca, anche se è interessante come sempre. Don Luigi è pacato, dolce. Chissà se è sposato, chissà se ha figli.

Chissà se un giorno ne avrò anche io.

Silvia ma cosa vai a pensare? Ti sei già montata la testa, e oggi sarà solo la quinta volta che lo vedrai. Anche se, come dice Tina, è forse un pò immaturo contare gli appuntamenti. Le emozioni non hanno ore.

Ma infondo che escono a fare insieme un uomo e una donna, in modo romantico, se il fine non è quello di stare insieme per sempre?

La lezione termina con qualche minuti di anticipo. Sistemo la borsa. Di sottecchi vedo che tutti mi fissano. E' snervante. Okay, lui è molto più bello di me, ma non sarò nè la prima nè l'ultima, no?

A un certo punto sento il commento di un collega, pugliese come me:

<< Nun c'è per ched!>>

tradotto: ''non sembra cos, lei!''.

I colleghi intorno a lui ridacchiano. Che cretini. Mi sembra di essere tornata a scuola. Valentina, seduta accanto a me, l'unica in corso con cui ho socializzato un pò di più, mi lancia uno sguardo di approvazione.

<<Cosa paio io, eh?>> sbotto.

<<Lascialo perdere, è un cretino. Non doveva farti questo commento, sopratutto oggi che è la festa della donna>>.

Già, la festa della donna. Me ne ero scordata completamente. Chissà se Sergio mi porterà le mimose.

<<Ti ringrazio>> rispondo << ti va se usciamo insieme? Prendo lo stesso tram che prendi tu oggi, vado in via dei fori imperiali>>

<<Va bene>> mi risponde sorridendo. Ha davvero una faccia simpatica. Mi piace perchè è spontanea, timida e non gliene importa nulla della moda, come me. Entrambe prendiamo i vestiti dai cinesi o dal mercato, dove costano poco. Al massimo qualcosa di Desigual, giusto perchè così se ci sporchiamo di pomodoro non si nota.

Oggi indossa un pantalone evidentemente vecchio. Io indosso una maglia e una giacca viola a pois neri e un pantalone giallo con scarpe dorate. Tina e Gabri dicono che sono un pugno in un occhio, ma a me non importa. Io ho personalità e decido io cosa mettermi.

Durante il tragitto parliamo delle lezioni, lei è incredibilmente brava, ma non è una secchiona antipatica. Io cerco di darle retta, ma la mia mente vaga altrove. Nel tram, il mio sguardo volge completamente verso il finestrino. Lei se ne accorge e mi chiede:

<<Esci con il tuo ragazzo, stasera?>>

Trasalgo. Divento leggermente rossa e lo è anche lei.

Sergio, il mio ragazzo?

<<Sì>> rispondo, e sorrido.

Quando il tram si ferma Valentina si dirige verso il suo appartamento vicino piazza Venezia, dove una volta abbiamo studiato insieme.

Sergio è nello stesso identico posto dove ci siamo visti la prima volta. Ma non ha l'aria da spaccone. E' sempre poggiato al palo, ma è dritto, sembra quasi teso. Beh, neanche lui è un mago nel vestirsi. Ha una giacca rossa aperta che lascia intravedere una camicia gialla, blue jeans e scarpe rosse.

Mamma mi sono innamorata di un pornostar !Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora