Undicesimo capitolo

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Delia mi guarda. Ha gli occhi stile ''gatto con gli stivali''.

<<E va bene>> mi convinco.

Apro la chiamata. Sergio ha la voce turbata, visibilmente emozionata.

<<Dove sei?>> mi chiede.

<<Sto con la tua amichetta>> rispondo acida. Lui rimane per un attimo in silenzio.

<<Delia?>> sembra quasi sorpreso.

<<Sì, lei>> la guardo e lei mi fa un sorriso che mi suscita quasi invidia. Sono perfetti quei denti. Chissà se sono davvero suoi.

<<Sei alla Sapienza?>> mi domanda.

<<Sì>>

<<Aspetta che arrivo>> mi dice, e chiude la chiamata.

<<Credo che sia meglio che io vada>> mi risponde Delia alzandosi << è stato un piacere parlare con te. Spero che ci siamo chiarite>>

<<ll piacere è stato tutto mio. Sai, mi hai quasi fatta ridere. Mi dispiace che tu abbia subito bullismo>>

<<Naaa, tranquilla. Vedi, i bulli sono dei poveri frustrati e il bullizzato/a è sempre un figo, anticonformista che spaventa gli altri>> mi risponde.

<<Evviva la modestia>> le dico, e lei scoppia a ridere

<<Bye bye>> strizza l'occhio e fa una giravolta.

<<Bye bye a te>>

La vedo allontanarsi, lei, il suo fisico perfetto, le sue muovenze sinuose, e mi sembra impossibile che Sergio abbia scelto me, che sono bassina, insignificante. Beh, forse è anche colpa mia. Non ho mai voluto praticare nessuno sport, me ne sono sempre infischiata di andare dall'estetista e di imparare a ballare. Chi è causa del suo male pianga se stesso, no?

Di sicuro però non sarei mai stata bella come lei. Se non altro perchè sembro piccola, non posso farci nulla.

Che Sergio abbia qualche tendenza alla pedofilia?

Il solo pensiero mi fa rabbrividire. Oramai mi aspetto di tutto.

Inizio a girarmi i pollici nervosamente. Se non si presenta subito me ne vado, mi dico, e si arrangia. Fa pure la superstar. Chi si crede di essere, pornoattore dei miei stivali?

Sto quasi per andarmene quando il lontananza lo vedo arrivare. Corre, ha il fiatone.

<<Ecco superman, ragazzi! Wooow dov'è il tuo mantello? >> lo canzono.

Lui si piega e riprende fiato. Sembra quasi che stia per svenire. Si mette una mano sul cuore.

<<Non cercare di farmi pena>> gli dico cercando di sembrare arrabbiata, ma in realtà mi sto preoccupando. Lui si preme una mano sul petto.

<<La tachicardia>>

<<Ma finiscila adesso!Siediti!>> lo prendo per mano e lo faccio accomodare accanto a me. Mi rendo conto che in questo momento sembriamo molto masha e orso, complice il mio vestito e il cappotto fucsia e il completo marrone di lui. Suda.

<<Puzzi>> gli dico << non provare a baciarmi. Anzi, non provarci a prescindere, dopo che chissà cosa hai fatto con quella bocca, dopo che ti sei trombato Delia, o vagina scintillante>>

<<Io non ho trombato Delia! Io lavoro!>> esclama lui, facendo gli occhi anche lui da gatto con gli stivali. Ma no, non attacca.

<<Se se>>

Mamma mi sono innamorata di un pornostar !Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora