Trentasettesimo capitolo

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Siamo sotto il tavolo. Le sue labbra mi accarezzano il collo. Mugolo. Le mie dita giocherellano con la cintura dei suoi pantaloni. Slaccio il bottone e tiro giù la cerniera. Lui ansima. Sento la sua erezione spingere verso di me. Lo voglio. In bocca. Gli tiro giù i boxer . Lascio cadere due o tre gocce di saliva, facendolo rabbrividire. Poi lo prendo in bocca e inizio a succhiare. Lui chiude gli occhi e si abbandona al godimento .

<<Cazzo>> mormora, e mi tiene ferma la testa mentre muove i fianchi in modo da entrare più dentro alla mia bocca, fino a sfiorare la gola.

<<Silvia!Sergio! Dove siete?>> .

La voce di mia madre non mi ferma , continuo a lavorare con la bocca. Sento che è vicino.

<<Sto per venire>> sibila.

E' quello che voglio. Getto la testa all'indietro, presa da quella beatitudine carnale, e il suo fiotto caldo e dolce mi riempie la bocca. Non può gridare, e per lui è una tortura.

Apre gli occhi , luminosi come zaffiri, e poi fa cadere la testa appoggiandola sul mio cuore che batte all'impazzata. Io gli accarezzo i ricci, mentre mi lecco le labbra.

<<Sai>> sussurra <<quando non ci vedevamo più ho visto un servizio in tv dove si parlava dei trapianti di cuore>>

<<cosa c'entra questo?>> gli domando ridendo.

<<Ho pensato che non potrei vivere in un mondo dove tu non ci sei. E , che , se avessi bisogno di un cuore, ti darei il mio>> mi dice.

<<Non pensarle nemmeno per scherzo queste cose!>> gli rispondo, ma dentro di me si fa strada un ricordo. Quello di mia madre davanti al letto di mio padre che dice che lei non avrebbe esitato un secondo a dargli il suo midollo. Chissà tra me e Sergio chi se ne andrà prima. Non voglio pensarci, ora è tutto così bello, così perfetto. Così all'inizio.

<<Silvia! Sergio!>>

<<Forse è ora di uscire da qui sotto>> dico.

Gattoniamo e ci alziamo in piedi. Controllo le mie labbra sullo schermo dello smarthpone, è tutto ok. Sergio si riveste.

Mia madre fa capolino dalla porta della sala:

<<Eccovi finalmente! >> esclama.

Dietro di lei c'è Pamela, la wedding planner che ci ha accompagnato nel castello. Una donna sulla quarantina, castana, dall'aspetto trasandato e con gli occhiali, che ha legato subito con lei e che non ha smesso di guardare me e Sergio con occhi adoranti dal primo giorno che ci ha incontrati per la prima volta . A volte sospetto che abbia visto qualche nostro film.

Abbiamo approfittato di un momento di distrazione suo e di mia madre per appartarci. E' bastato un nostro sguardo d'intesa per capirci. R>

<<Scusate, volevamo vedere quest'ala del castello. Non sarà mica l'ala ovest?>> scherzo.

<<Potevate avvisare, almeno>> borbotta mia madre.

<<Non è successo niente >> risponde Pamela sorridendo << allora, cosa avete deciso?>>

<<Per noi è tutto perfetto: non potevamo sognare un posto più magico>> rispondo io.

<<Perfetto!>> esclama Pamela raggiante << per quando avete intenzione di sposarvi?>>

Sergio e io ci guardiamo imbarazzati. In realtà non abbiamo mai fissato una data. A interrompere il silenzio è lui.

<<Vogliamo sposarci il prima possibile >> risponde lui << non abbiamo motivo di aspettare un anno. Sarebbe solo un'ansia in più. Quindi, ci dica lei quando è disponibile il castello>>.

Mamma mi sono innamorata di un pornostar !Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora