Capitolo 5

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Irina POV.


Quando esco dalla mia stanza la casa è vuota. Un messaggio sul bancone mi mette al corrente che Boris non ci sarà fino a cena. Sospiro sollevata, pensando alla "Punizione" di cui ha parlato ieri sera. Sul tavolo assieme al biglietto trovo un piatto con due tramezzini dall'aria golosa. Il mio stomaco gorgoglia alla sola vista. Ne prendo uno dandogli un morso.

Magnifico.

Sorrido, scuotendo la testa.

È la prima volta che sento di un datore di lavoro che prepara la colazione per la propria cameriera. Finisco i panini e inizio a fare le pulizie, poi passo ai vestiti da lavare. Il mio sguardo si incupisce alla vista della lavatrice che ha causato tutto questo caos. Almeno non devo più fare avanti e indietro per lavare i panni.

Infilo i vestiti, avendo cura di controllare le tasche e poi imposto il programma veloce, interfacciandolo con il mio cellulare in modo che quando è finito il lavaggio, mi arrivi la notifica. Torno in cucina, controllando ciò che serve ordinare. Faccio una lista che poi consegnerò ad Anastasia per fare l'ordine al fornitore. Controllo che tutto sia al proprio posto e decido di rifare i letti. È la prima volta che entro nella sua stanza e mi guardo intorno incuriosita. È tutta arredata nei toni del grigio, un enorme cabina armadio occupa quasi tutta una parete, un letto matrimoniale ai cui piedi è posato un tappeto, una poltrona di velluto accanto al caminetto di marmo e un tavolino basso. Le grandi finestre fanno entrare la luce nella stanza, rendendola accogliente.

All'improvviso un rumore attira la mia attenzione. Corrugo la fronte ed esco, con cautela dalla stanza, appena in tempo per vedere la porta di casa aprirsi e una figura infagottata in un piumino rosa entrare in soggiorno che si ferma all'istante quando mi vede.

- E tu chi sei? - Domando confusa.

La figurina si toglie il cappuccio rivelando una massa di riccioli neri e grandi occhi verdi su un visino da bambola.

- Dove è il mio papà? E perché tu sei a casa sua? -

Sgrano gli occhi.

La figlia di Boris? Che diavolo ci fa qui?

- Sono la cameriera di tuo padre. Mi chiamo Irina-

- Ciao, io mi chiamo Davina-

Sorrido. È così carina nel suo piumino rosa e qui grandi occhi verdi espressivi, identici a quelli del suo papà.

- Che ne dici se ti togli il piumino e ti preparo qualche cosa di caldo? Immagino sarai affamata e fuori fa freddo-

Sorride, annuendo.

L'aiuto a togliere il piumino, rivelando un maglioncino di lana con un unicorno e un paio di pantaloni di velluto infilati in un paio di stivaletti.

- Allora, cosa vuoi mangiare? –

Si stringe nelle spalle.

- Un bicchiere di latte caldo e un panino al cioccolato? -

Le vedo brillare gli occhi.

Sorrido.

- Coraggio vieni a sederti mentre te lo preparo –

Si siede al bancone, i gomiti sul tavolo il volto tra le mani.

- Non sapevo che tuo padre ti aspettasse –

Il silenzio che segue la mia dichiarazione è pesante come un macigno. Sollevo lo sguardo a incontrare quello colpevole di lei. Poso il coltello con cui stavo tagliando il pane sul bancone.

A maid for the mobster(mafia serie4) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora