Capitolo 34

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Irina POV.

Dopo più di un'ora al fianco di Boris a stringere mani e a sorridere, sento il bisogno di riprendere fiato. Tutta questa gente è il mio mondo, ma i loro sguardi, soprattutto quelli degli uomini, ma lasciano nauseata. Per non parlare dell'attenzione morbosa che ha attirato su di sé il piccolo di Grace e Dimitri e la stessa Grace che in quanto Americana, non è ancora degna di far parte della famiglia. Andassero tutti al diavolo, vecchi boriosi. Per fortuna Grace ha portato il piccolo a dormire, sottraendolo agli sguardi. Non si può mettere sotto esame un ragazzino così piccolo solo perché all'ennesima carezza, bacio, tirata di guancia, si è giustamente infuriato e ha iniziato a piangere.

- Ti dispiace se mi assento un attimo? –

Si volta, gli occhi verdi che percepiscono più di quanto ho detto.

Sorride.

- Nessun problema. Ma torna subito, non mi fido di tutta questa gente-

- In casa di Dimitri non penso che ci sia qualcuno che oserà farmi del male –

- Non ne sarei così sicuro se fossi in te.

Sospiro, mentre nella mia visuale entra Grace.

- Se andassi con Grace? –

Sospira.

- Ok, ma tornate subito o Dimitri scatenerà l'inferno-

Sorrido, dirigendomi verso Grace che sorride, sollevata vedendomi.

- Che ne dici di allontanarci per un paio di minuti? –

- Assolutamente sì. Aspetta che lo dico a Dimitri altrimenti scatena i segugi-

Sorrido, vedendola avvicinarsi e parlare al suo orecchio. Lo sguardo corrucciato di lui dice tutto, ma lo vedo annuire, seppur con riluttanza.

- Ecco fatto, possiamo andare-

Sorrido, prendendola sottobraccio e dirigendomi verso il bagno, unico posto in cui si può stare in santa pace questa sera. O almeno spero. Se incontro un'altra di quelle odiose matrone, giuro che le prendo a pugni.

Ci avviciniamo alla toilette che per fortuna è vuota.

- Direi che la festa è riuscita. Che dici? –

- Anche troppo. Avevo voglia di cavare gli occhi a quella donna che ha tentato di prendermi dalle braccia Vlad. Ma come ti permetti? Voglio dire è mio figlio non un giocattolo-

- Perché i mariti? Hai visto come ti guardavano? Stavano spogliandoti con gli occhi. Maiali. Con le mogli al braccio poi-

La sento schiarirsi la voce e aggrotto la fronte allo sguardo divertito che mi lancia.

- Cosa? –

- Non erano le mogli. Non tutte almeno. Molte erano amanti. Mi stupisce che non te ne sia accorta –

- E come di grazia? Non è che avessero un cartello con su scritto: Amante! –

Scoppia a ridere.

- Erano adorne di gioielli, ma l'unico che mancava era la fede nuziale-

- Oh –

Ridacchia.

- Oh. Proprio. Mi stupisco che una come te, nata e cresciuta in questo mondo, non stia attenta ai dettagli –

- Forse perché a differenza di te, non me ne importa un accidente. Le trovo odiose ugualmente-

- Anche io. E sono felice di non averci nulla a che fare. Non sopporterei di fare shopping con loro o cenare con loro. Non quando sono così piene di sé –

A maid for the mobster(mafia serie4) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora