[Yeji's p.o.v.]
La vibrazione di un cellulare mi sveglia dal mio sonno mattutino ristoratore e mi costringe ad alzarmi per rispondere ad una chiamata. Mi libero dalla calda presa di Ryujin e mi sporgo un poco verso il comodino accanto al letto. È stata una nottata fantastica.
«Pronto?»
«Yeji? Avevi detto che mi avresti chiamata ma è quasi mezzogiorno»
«Oh perdonami, non mi ero accorta che fosse così tardi...»
«Passo a prenderti tra cinque minuti»
«Va bene...» sconsolata, mi lascio cadere a peso morto sul materasso mentre sospiro: non vorrei dovermene andare proprio adesso.
«Era tua madre?» mi chiede Ryujin con voce roca e assonnata. I nostri corpi ancora privi di ogni capo d'abbigliamento, si sfiorano gentilmente sotto il morbido lenzuolo e il copriletto, dandomi la possibilità di provare una sensazione di calore che mai avevo sentito prima. La minore si volta un poco verso di me mentre tenta di sorridermi con gli occhi ancora chiusi e i capelli un po' arruffati.
«Ha detto che viene a prendermi tra cinque minuti» le rispondo con una mano che va ad aggiustarle quelle ciocche ribelli che in incorniciano i suoi lineamenti rilassati.
«Non voglio che vai via~» si lamenta Ryu mentre mi tira per un braccio accanto a lei; sembra una bambina.
«Dai, lasciami andare, che se ritardo anche solo di un minuto mia madre si arrabbia» replico nella speranza di riuscire a liberarmi dalla sua presa, anche se è l'ultima cosa che desidero al mondo.
«Potrei accettare quest'opzione solo se mi dai un bacio» Ryujin mi guarda da cima a fondo quando mi ritrovo su di lei, attorcigliata tra le coperte e a pochi centimetri dalla sua bocca.
«E se io non lo facessi?» decido di sfidarla: lo sguardo che si alterna dalle sue iridi chiare alle sue labbra sottili. Quando si tratta di lei, la parola "resistere" non esiste nella mia testa, o quanto meno ha molta poca rilevanza.
«Se non lo fai adesso, finiremo come ieri sera, con la sola differenza che non sarò più così gentile» afferma serena la minore mentre comincia a lasciarmi dei piccoli baci sul collo. Lentamente sale passando per la mandibola e la guancia, arrivando in men che non si dica alle mie labbra. Come posso dirle di no? Ryujin approfondisce il bacio, le sue mani che percorrono tutta la mia schiena provocandomi piacevoli brividi, i nostri corpi che si sfiorano di tanto in tanto. Sembrerà strano, ma sembra che ogni volta in cui ci ritroviamo in situazioni simili la mia voglia di rimanere tutta la vita con questa ragazza avanza sempre più. Prende sempre più spazio dentro di me e un po' mi spaventa, perché se dovesse mai finire tutto quello che abbiamo costruito in questi mesi ci rimarrei male di sicuro. E, a proposito di questi mesi, è successo tutto veramente in fretta. Ryujin è stata un fulmine a ciel sereno nella mia notte perenne.
A rovinare il momento arriva di nuovo la vibrazione di un cellulare, il mio suppongo. Spero non sia mia madre anche se dubito che possa essere qualcun altro.
«Devo rispondere» dico mentre mi allontano dalle labbra della mia ragazza.
«Anche se è tua madre, non ti lascerò andare via perché mi hai combinato un bel casino e tu sai cosa intendo» si lamenta lei tra le mie risate con le braccia strette al petto.
«Mamma arrivo, dammi un minuto» rispondo alla donna per poi rimettere il cellulare dov'era e tornare, almeno per qualche altro secondo, a concentrarmi sulla mia fidanzata. Che bello poterla chiamare così, finalmente.
«Non possiamo continuare» le stringo le guance e le concedo un ultimo bacio a stampo.
«Permettimi solo di fare una cosa» afferma lei mentre piega un poco la mia testa di lato per avere maggior facilità nel fare ciò che ha in mente. Io la guardo negli occhi e le sorrido dandole il via libera. Lei lecca un poco un piccolo lembo della mia pallida pelle e lo rende sensibile al suo tocco; come se già non lo fosse tutto il mio corpo anche quando mi sfiora per sbaglio. Morde leggermente quella piccola parte del mio collo per poi staccarsi dopo qualche secondo, fiera del lavoro svolto.
«Ora puoi andare» dice, lasciandomi libera di alzarmi e seguendomi subito dopo. Entrambe cerchiano i nostri vestiti sparsi per la camera e, mentre io li indosso, Ryujin mette una felpa, un paio di pantaloni morbidi e ripone gli abiti di ieri sera nel suo armadio. Usciamo insieme dalla stanza e ci dirigiamo verso l'entrata.
«Tra poco iniziano gli esami della sessione invernale, quindi dobbiamo vederci per studiare un altro po' insieme»
«Possiamo anche evitare di studiare e fare cose più divertenti»
«Ti ricordo che qui saresti tu quella che pensa allo studio e io al divertimento, non invertiamo i ruoli» io e Ryu rimaniamo a parlare sulla soglia della porta mentre mia madre, da dentro la sua auto, prova ad evitare la figura della minore con lo sguardo. Io mi volto verso la donna con in mente un'idea stupida che però ho bisogno di mettere in atto. Torno a guardare la mia fidanzata e passo la lingua tra le mie labbra mentre guardo le sue; credo che Ryujin abbia inteso.
«Ci vediamo» e prima di allontanarmi definitivamente da lei, la stringo a me e la bacio con passione. Posso immaginare l'espressione di mia madre con gli occhi fuori dalle orbite. Quando ci stacchiamo, mi incammino verso la vettura di mia mamma mentre Ryu mi osserva con una spalla appoggiata allo stipite della porta. La saluto un'ultima volta con un sorriso e un gesto della mano prima di accomodarmi nel sedile accanto a mia madre e partire per andare a casa.
«Quindi, ora voi state...»
«Sì, stiamo insieme e io non potrei essere più felice» il mio intento non era quello di sfidarla, bensì quello di renderla partecipe della quiete che nasce dentro di me ogni volta in cui i miei occhi incontrano quelli della ragazza che amo. Mi crea troppo dispiacere sapere che Ryujin non va a genio ad una delle persone a cui tengo di più. Sono sempre stata molto legata a mia madre, specialmente quando, da piccola, rimanevo spesso sola. La solitudine non è mai stata un problema per me, almeno fino a quando non sono sorti altri ricordi che nemmeno ora hanno intenzione di permettermi di vivere in pace. Avanzando nel tempo, più rimanevo da sola e più mi sentivo mangiata dall'interno.
«Quello che hai sul collo te lo ha fatto lei?» mi chiede lei quando nota il segno viola che mi ha lasciato Ryujin; dannata idiota, almeno questo avrei potuto nasconderglielo.
«U-uhm... sì» rispondo balbettando un poco per l'imbarazzo.
«Io non...» la donna sospira dopo secondi di silenzio in cui nessuna delle due ha osato mettersi contro l'altra. Da una parte sono sollevata che sia così.
«Non capisco come mai lei» afferma mentre parcheggia sotto il condominio in cui abitiamo.
«Perché lei e non un ragazzo?» chiede con lo sguardo rivolto quasi verso il cielo; credo lo stia domandando a chi dirige il corso dell'amore. Effettivamente è una domanda molto stupida da parte sua, perché io non ho la risposta che sta cercando. È così e basta: veramente deve esserci un motivo?
«Io sto provando a darmi una risposta per poterti accettare, ma non riesco a trovarla»
«Perché forse non deve esserci» faccio spallucce rispondendo con sufficienza alla donna. Conosco la sua abitudine di voler sempre trovare un senso a tutto ma, suo malgrado, non troverà mai un motivo per il quale ci ritroviamo ad amare. Nasce dal nulla quando meno ce lo aspettiamo e ci travolge come una ventata d'aria tiepida in estate. Porta con sé moltissimi altri sentimenti, piacevoli o detestabili che siano, ma non c'è un vero motivo.
Si ama perché ci viene naturale farlo.
Si ama come ci si alza la mattina per vivere una nuova giornata.
Amare è come un nostro riflesso involontario e, per quanto si possa affermare il contrario, sarà sempre e comunque impossibile provarlo senza mentire.
L'amore è come il respiro: se ci viene tolto, moriamo dolorosamente.
«Tutti ameremo qualcuno prima o poi e magari è l'ultima persona che ci aspettiamo. Bisogna solo essere egoisti il giusto da non chiederci il perché e amare incondizionatamente» sorrido a mia madre mentre lei ricambia il gesto esitando. So che non l'ho convinta, ma poco m'importa, l'importante è averle almeno fatto capire come mi sento.
«Tu con lei ci stai bene?» mi chiede con lo sguardo basso e le dita che cominciano nervosamente a giocare con le frange della maglia che indossa.
«Nessun altro mi ha mai fatta stare meglio, mamma»
«Quindi, quello di ieri sera era un appuntamento?»
«Sì, ma pensavo che non mi avresti mandata se te l'avessi detto. Avevo paura che mi impedissi di vederla»
«Amore mio...» la donna alza il mio sguardo ora basso con una mano mentre i suoi occhi si fanno leggermente lucidi.
«Non voglio che tu abbia paura di questo: non te lo impedirei mai...» riesco a percepire il suo dispiacere da come accarezza delicatamente la mia guancia. Mi dispiace averglielo detto, però è quello che veramente pensavo.
«Se ti fa stare bene come dici, mi sforzerò di accettarla in modo da non farti sentire sbagliata» il suo sorriso mi rassicura: aveva capito il disagio che provavo.[...]
«Chae! Mia madre ha detto che si sforzerà di accettarmi!» esclamo entusiasta in chiamata con la mia migliore amica.
«Finalmente, sono felicissima per te. Almeno tua madre ci prova, io nemmeno penso glielo dirò mai ai miei di Yuna...»
«Vuoi tenere loro all'oscuro di questa cosa per sempre? Non mi sembra una buona idea»
«Parli senza conoscere» risponde fredda e diretta la minore; in fin dei conti, non ha tutti i torti. Chaeryeong ha ragione: io non conosco i suoi genitori e, se sono così severi come ritiene, allora non so se ci tengo tanto a fare la loro conoscenza.
«Dai, raccontami di ieri sera senza tergiversare troppo: sono super curiosa!» torna ad affermare entusiasta la minore, riportando alla mia mente i ricordi indimenticabili della serata.
«L'ho portata al Love Episode, non so se l'hai mai sentito nominare»
«STAI SCHERZANDO?! Andare in quel locale costa quanto un rene» io e Chae ridiamo di gusto dopo le sue parole che ricordano molto una classica uscita in stile Ryujin.
«A inizio serata le ho chiesto il fidanzamento ma non mi ha risposto e, anche se ci sono rimasta un po' male, ho deciso di godermi l'uscita ugualmente» continuo con il racconto della serata passata con la mia ragazza con gli occhi persi a vagare per le pareti della stanza, come se potessi ripercorrere ancora quei momenti.
«Non ti ha risposto?! Ma si vede lontano un miglio che è cotta di te!» Chae si lamenta a gran voce dall'altro lato della chiamata; scommetto che se Ryu fosse davanti a lei in questo momento, la ucciderebbe a colpi di scema.
«Quando abbiamo finito di cenare e siamo uscite dal locale, due tipi strambi hanno salutato Ryujin e le hanno chiesto se io sono una delle sue conquiste, come quella della sera prima»
«Che bastardi...»
«Dato che l'avevo invitata ad uscire proprio la sera prima, pensavo che avesse rimandato il nostro appuntamento perché doveva vedersi con qualcun altro e, appena siamo salite in macchina per tornare a casa, mi sono arrabbiata con lei» termino la frase mentre mi dò mentalmente dell'idiota per aver creduto a due sconosciuti.
«Non l'ho mai fatto in vita mia, ma ti giuro che la picchio se veramente ha rimandato la vostra uscita per farsi qualcuno» dice con voce ferma la mia migliore amica. Chaeryeong non minaccia spesso, ma quando lo fa è seria.
«No, non l'ha fatto. Puoi stare tranquilla» le rispondo io ridacchiando un poco per quanto possa risultare carina la mia migliore amica nonostante stia minacciando di picchiare la mia ragazza.
«Anzi, poco dopo si è dichiarata e in più, quando siamo arrivate da lei, mi ha detto che vuole stare con me, che mi ama e poi abbiamo... insomma, hai capito»
«Io voglio i nipoti-»
«Chae! Non cominciare...» mi batto una mano sulla fronte per le sciocchezze che Chaeryeong si diverte a dire. Sono felice che anche lei sia contenta per me.
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ᴛʜᴇ ᴇᴍʙʟᴇᴍ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ • ⁱᵗᶻʸ
FanfictionYeji è un'ex studentessa sudcoreana trasferitasi a Los Angeles con la sua famiglia. Lì comincerà una nuova vita, continuerà la scuola e cercherà nuove amicizie trovando, inaspettatamente, anche un nuovo amore. [ᴇsᴛʀᴀᴛᴛᴏ ᴅᴀʟʟᴀ sᴛᴏʀɪᴀ] «Io non so amar...