[Yeji's p.o.v.]
Ieri sera ho sognato di nuovo il misterioso Hyunjin. Questo però non era un sogno come gli altri: era più romanzato, in un certo senso. Lui era accanto a mio padre in un posto che potrei quasi definire familiare: il tribunale. Strano, non mi ricordo di averlo mai visto lì; eppure so quali memorie ho di quel posto che a momenti diventava un inferno.
Era incatenato a mio padre, letteralmente parlando. C'erano catene da ogni parte che legavano lui e l'uomo a suo fianco. Questo potrebbe significare anche un possibile attaccamento morboso di Hyunjin nei confronti di mio padre, ma non voglio giungere a conclusioni affrettate; credo che annovererò questa ipotesi tra le improbabili conclusioni che mai troverò.
Ho passato anni a cercare la verità, ma l'ho scoperta solo quando mi è stata posta davanti agli occhi cosicché io potessi toccarla con le mie stesse mani. Non posso attendere che accada lo stesso anche con questo mistero? C'è qualcosa più forte di me che mi dice di continuare a cercare tra quegli spiragli di luce che illuminano la mia strada verso la verità; ogni tanto se ne apre uno e la via diventa più luminosa, ma ho passato periodi in cui, questa via, era estremamente buia.Le figure dei due uomini sembrava si stessero guardando le spalle a vicenda, per proteggersi da non so cosa dato che io, nel sogno, riuscivo a girarmi al massimo di novanta miseri gradi. Non so cosa ci fosse dietro di noi, ma suppongo nulla, perché entrambi non sembravano preoccuparsi troppo. Hyunjin era coperto da un lungo mantello che cercava di nascondere la sua immagine, per quanto fosse possibile.
Mentre il giudice pronunciava la sentenza, il ragazzo creava delle piccole rose con dei fogli di carta blu; ai suoi piedi ne aveva a centinaia, ma continuava a farne ogni volta che il giudice diceva determinate cose. O il nome di mio padre, o i reati da lui commessi, oppure gli anni che avrebbe dovuto scontare dietro le sbarre. Sembrava stesse materializzando le parole del giudice.
Ma perché lui?
Se fosse veramente così, se quelle piccole rose di carta rappresentassero per davvero i "peccati" di mio padre, non sarebbe lui stesso a doverle creare? C'è qualcosa che non mi torna.
Hyunjin non c'è mai stato in tribunale, o almeno, io non l'ho mai visto.
Ma se il punto fosse proprio questo?
Magari c'era anche lui e io non l'ho mai notato; in fondo, anche lui è figlio di mio padre, da quello che ho capito. Se continuassi a seguire questa ipotesi, dovrei capire come mai Hyunjin nel sogno sta facendo ciò che dovrebbe fare mio padre.
C'è sempre qualcosa che non torna.
Non riesco a capire come mai è il mio fratellastro a compiere quelle azioni che dovrebbe fare il colpevole. Continuo a pensare e ragionare mentre annoto questa pista sul quadernino dei miei sogni. Finora, è quella che più si avvicina al reale andamento dei fatti ed è proprio questo che non mi torna: come fa, qualcosa di così assurdo, ad essere simile alla realtà?
A questo punto mi trovo a dubitare della realtà stessa. Però, ora che ci penso... non è proprio una stupidata dubitare della realtà. Forse sto solo cercando nel posto sbagliato con in mano le prove giuste.Manca solo un tassello: devo inquadrare bene i ruoli dei due personaggi nel sogno. Scorro le pagine del piccolo quaderno in cerca di qualche altro indizio per riuscire a risolvere definitivamente questo rebus infinito.
Mi soffermo a guardare le frasi e le descrizioni che ho appuntato l'ultima volta che ho sognato Hyunjin prima di ieri notte. Rileggo i dialoghi riportati, specialmente quelli in cui parla il mio fratellastro. "Non l'ho visto! Era ai lati della strada ed io ho sbandato, non l'avevo visto!", "Papà lo so, lo so! Non volevo, io non l'avevo visto...": sono queste le frasi che ripeteva in quel sogno. Non le avrebbe dovute dire mio padre quelle cose se veramente fu lui il fautore di quel gesto?
Credo di aver capito.
Mio padre è innocente.
Il vero colpevole qui è…«Yeji, la cena è pronta, vieni?» mia madre fa capolino dentro la stanza, invitandomi a cena con un grande sorriso. Io mi sporgo quanto basta per far sì che non veda il quadernino, poi annuisco in risposta ed attendo che esca di nuovo dalla mia camera; menomale, c'è mancato poco perché lo vedesse. Non voglio che sappia di questa mia continua ricerca della verità, perché non vorrei farla preoccupare riguardo quest'argomento che, per lei, è rimasto nel tempo un tasto dolente. Dico a lei che deve smetterla di pensarci quando la prima a farlo sono io... la coerenza dove l'ho lasciata?
Me la sono scordata a quel paese, come direbbe Ryujin. O meglio, lei userebbe parole decisamente meno decorose che non fanno parte del mio vocabolario. Sorrido istintivamente appena penso alla minore e poi, con il cuore un po' più leggero, mi dirigo verso la cucina.
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ᴛʜᴇ ᴇᴍʙʟᴇᴍ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ • ⁱᵗᶻʸ
FanficYeji è un'ex studentessa sudcoreana trasferitasi a Los Angeles con la sua famiglia. Lì comincerà una nuova vita, continuerà la scuola e cercherà nuove amicizie trovando, inaspettatamente, anche un nuovo amore. [ᴇsᴛʀᴀᴛᴛᴏ ᴅᴀʟʟᴀ sᴛᴏʀɪᴀ] «Io non so amar...