[Yeji's p.o.v.]
«Yeji, dovresti alzarti» la voce di mia madre interrompe il mio sonno profondo di una grigia domenica mattina. Mugolo qualcosa di imprecisato, lamentandomi, poi mi volto dall'altro lato, ora anche con la testa coperta dal morbido piumone invernale. Siamo già ai primi di ottobre e io ancora devo capire come sono arrivata in America: è tutto così surreale che non sembra nemmeno essere la mia vita.
«Dai tesoro, ormai ci hai fatto le radici nel letto» il materasso si abbassa di un poco sotto il peso di mia madre che ora sta cercando di liberarmi dalle grinfie del mio giaciglio ancora caldo. Spostando un po' le coperte riesce a scoprire il mio viso.
«Ma guarda come sei ridotta» ride poi appena si accorge dei miei capelli arruffati che mi rendono tenera. Libera la mia vista dalle ciocche bionde, poi mi bacia sulla fronte dandomi il buongiorno.
«Buondì» rispondo io con ancora la voce impastata e gli occhi socchiusi, mentre sorrido alla donna al mio fianco.
«Ti aspetto di là» dice mia madre prima di uscire dalla stanza, lasciandomi lì. Mi sfrego un occhio con una mano mentre sbadiglio e provo a liberarmi dalle coperte per alzarmi da letto. Mi allungo abbastanza per arrivare al cellulare che ieri sera ho lasciato sul comodino, lo prendo e controllo le notifiche. Mentre guardo gli innumerevoli messaggi che mi ha lasciato Chaeryeong, controllo l'orario per capire come mai dai messaggi sembra così impaziente di ricevere una mia risposta. È MEZZOGIORNO E MEZZO?! Quanto accidenti ho dormito?
«Uff... Perché non mi hanno svegliata prima?» chiedo a me stessa come mai Jae e mia madre mi abbiano lasciata dormire così tanto, poi mi alzo un po' goffamente e vado verso la cucina trascinando i piedi.
«Come mai non mi avete svegliata un'ora fa?» faccio capolino da dietro lo stipite della porta della stanza ponendo la domanda che poco fa avevo posto a me stessa.
«Buongiorno anche a te» risponde Jaebeom ridacchiando un poco con il suo quotidiano tra le mani.
«Ah sì, perdonami: buongiorno» dico io battendomi una mano in fronte per la maleducazione con cui mi sono rivolta al compagno della donna che ora sta ai fornelli per preparare il pranzo, suppongo.
«Dormivi talmente tanto profondamente che non sono riuscita a svegliarti» mia madre risponde alla mia precedente domanda, forse ricordandosi del mio viso ancora addormentato, dato il grande sorriso che ha sulle labbra.
«Dai, cambiati, che tra poco mangiamo» il moro si alza dal panchetto sul quale era seduto per appoggiare il giornale che stava leggendo sul tavolino del salotto, poi torna verso di me e mi dà una pacca amichevole sulla spalla. Faccio come mi dice; esco dalla stanza e mi dirigo verso la mia. Decido di mettere una tuta, giusto per rimanere comoda e non passare mezz'ora a scegliere cosa mettermi, poi torno in cucina dove Jaebeom sta apparecchiando la tavola. Lo aiuto con le ultime cose che mancano, poi mia madre porta in tavola il pranzo e ognuno prende posto per gustarsi il suo pasto.
«Yeji, programmi per oggi? Ne hai?»
«Esco con Chaeryeong»
«Mh, dove andate?»
«Al centro commerciale»
«E a che ora intendi tornare?»
«Quando siamo pronte ti chiamo, non preoccuparti» la mia proposta fortunatamente è riuscita a superare illesa il classico interrogatorio di mia madre, incorniciato dal suo sguardo inquisitore.
«Se vuoi, per le sette posso venire a prenderti io, tanto passo di lì per quell'orario»
«Grazie Jae!» batto il cinque all'uomo da me nominato, felice di avermi dato la possibilità di uscire senza stare a seguire i coprifuoco di mia madre. La donna al suo fianco non sembra totalmente convinta; di lui si fida e di me anche, perciò credo che si dovrà convincere.
«Ma come mai passi di lì? Oggi è domenica, non stai a casa?»
«Devo andare a ritirare dei documenti, giusto cinque minuti di tempo e poi sono di nuovo a casa, tesoro» i due compagni si perdono l'uno nello sguardo dell'altra. Adoro il modo in cui Jaebeom fa di tutto per evitare qualsiasi inutile dramma a mia madre. Ricordo quanto è stata male per il fatto di mio padre e ricordo anche quanto ci abbia messo prima di tornare a fidarsi di un uomo. Lui sa proteggerla come nessun altro e la tratta come fosse il fiore più fragile, facendo delle sue debolezze il suo nuovo e più grande punto di forza. Quell'uomo ha capito come amarla e lo sta facendo nel migliore dei modi.
Ora che ci penso, non ho risposto a Chae. Magari ora pensa che io sia caduta dentro un tombino o che qualche strana figura mitologica mi abbia rapita. Meglio se le rispondo e le dò conferma per oggi pomeriggio.
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ᴛʜᴇ ᴇᴍʙʟᴇᴍ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ • ⁱᵗᶻʸ
FanficYeji è un'ex studentessa sudcoreana trasferitasi a Los Angeles con la sua famiglia. Lì comincerà una nuova vita, continuerà la scuola e cercherà nuove amicizie trovando, inaspettatamente, anche un nuovo amore. [ᴇsᴛʀᴀᴛᴛᴏ ᴅᴀʟʟᴀ sᴛᴏʀɪᴀ] «Io non so amar...