• ᴄʜᴀᴘᴛᴇʀ ᴛᴡᴇɴᴛʏɴɪɴᴇ: ᴡʜᴀᴛ ɪғ ɪ ᴅᴇsᴀᴘᴘᴇᴀʀ? •

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[Chaeryeong's p.o.v.]

Ieri sera ero in chiamata con Yeji e mi ha detto che non stava tanto bene, perciò oggi non sarebbe venuta a scuola. Dunque, invece che aspettare lei, mi sa tanto che mi toccherà attendere Ryujin, dato che alla prima ora abbiamo storia dell'arte e dobbiamo finire quel progetto che avevamo incominciato la scorsa lezione. Strano ma vero, lavorare con lei non è per nulla un peso, anche se a volte può dimostrarsi una persona scontrosa e svogliata.
Muovo gli ultimi passi che mi dirigono verso la via dove si trova la scuola con le cuffiette nelle orecchie come mio solito. Ogni mattina parto di casa a buon'ora e vado a scuola a piedi, così da poter mantenere un buon fisico senza troppi sforzi in palestra. E poi casa mia è abbastanza lontana, quindi ogni volta mi devo fare mezz'ora di cammino andata e ritorno. Per me non è assolutamente un peso, anzi, mi piace un sacco. Adoro ascoltare la musica e farmi la strada che mi separa da scuola a casa da sola è un espediente per poterne ascoltare ancora di più. Salgo le scalinate dell'edificio ed attendo l'arrivo della mia compagna di classe dai capelli blu, mentre parte dalla riproduzione casuale di Spotify una delle mie canzoni preferite in questo momento. Mi metto a canticchiarla sussurrando con il chiasso che fanno gli altri studenti a coprire il dolce suono della mia voce.
«Non ti avevo mai sentita cantare, sei bravissima» la voce che mi ha rapita fin dalla prima parola pronunciata, si fa sentire dietro di me. Yuna mi sorprende alle spalle, abbracciandomi successivamente. Mi volto verso di lei rossa in viso e la bacio per darle il buon giorno, per poi bisbigliare qualcosa in risposta al suo complimento. Lei sorride, sorride verso di me, e quasi non mi sembra vero che ora c'è lei al mio fianco. È così surreale che ho ancora difficoltà a crederci, nonostante siano giorni che stiamo insieme.
«Serve che stiate qui a pomiciare o possiamo entrare? Sto iniziando ad avere freddo» protesta la voce di Ryujin alle nostre spalle, mentre si stringe nella sua felpa con la testa rintanata nel cappuccio. Sul suo viso un'espressione annoiata e, accanto a lei, Jisu se ne sta a braccia conserte mentre fa di tutto per ignorare la sua migliore amica. Comunque ho dei dubbi sul loro rapporto di amicizia: credo ci sia di più, ma le mie supposizioni sono infondate.
«La prossima volta vestiti di più e smetti di rompere il cazzo» replica Yuna a denti stretti dopo essersi girata verso di lei e averle lanciato uno sguardo di fuoco.
«È successo qualcosa?» chiedo alla mia ragazza mentre le accarezzo una guancia quando si volta nuovamente verso di me, sperando di riuscire a calmare un po' la tensione.
«Ha litigato con Jisu, di nuovo» mi risponde la bionda mentre mi stringe ancora di più a lei. Le stampo un dolce bacio sulle labbra facendola sorridere, poi riprendo a parlare.
«Io ora devo andare e devo portarmi via tua cugina perché abbiamo un progetto importante da finire. Ci vediamo dopo, va bene?»
«Va bene, amore» dice lei mentre mi regala un dolce bacio sulle guance, ora nuovamente rosse per l'adorabile nomignolo che ha usato per riferirsi a me. Mentre mi sto allontanando da lei, una mano mi afferra il polso e mi tira un poco indietro, giusto per farmi voltare nuovamente.
«Ah Chae, mi sono scordata di chiedertelo. Oggi ti va di uscire?» Yuna mi richiama per farmi una proposta che, con tutto il tempo che ho passato a sognarmi questo momento, solo un'idiota potrebbe rifiutare.
«Certo che mi va» sorrido come non ho mai fatto, poi torno verso di lei, questa volta lasciandole un bacio un po' meno casto degli altri.
«Vabbè dai, già che ci siete procreate»
«Ryujin, giuro che se vengo lì ti tiro il collo talmente tante volte che diventi alta un fottuto metro e novanta» ridacchio in seguito alla minaccia di Yuna rivolta alla cugina, poi le regalo un ultimo sguardo prima di portare via la ragazza dai capelli blu, salvandola dal diventare una sottospecie di giraffa uscita da Chernobyl.
«Ti sei svegliata con il piede sbagliato, questa mattina?» chiedo alla mia compagna di classe, per analizzare il livello di rabbia dentro di lei in questo momento.
«Fottiti» risponde lei in un sibilo acido.
Livello di istinto omicida nel sangue? Molto alto.
Valori dell'odio verso l'intero genere umano nell'organismo? Troppo sballati per essere definiti.
Posso facilmente constatare che questa mattina è meglio prendersi a zappate i piedi piuttosto che parlarle. Io dovrò confrontarmi con lei in ogni caso, perciò dovrò farmi forza da sola.
Entriamo in classe e ci sediamo vicine, cosa un po' strana dato che non è mai successo nemmeno negli anni precedenti. Abbiamo gli occhi dell'intera classe puntati addosso e un po' li capisco: è difficile vederci insieme. Di solito succede solo quando siamo proprio costrette.
«Chae, - la ragazza dai capelli blu sospira mentre si massaggia la fronte con una mano - scusami. Mi sono rivolta male e non te lo meritavi. Sono solo incazzata nera con Jisu» Ryujin che si scusa? Questo giorno è da ricordare.
«Ah tranquilla Ryu, sapevo che c'era sicuramente qualcosa che non andava» le rispondo io un po' imbarazzata dalla situazione, mentre le dò una leggera pacca sulla spalla per rassicurarla. La mia compagna di classe si massaggia il viso con il morbido tessuto del cappuccio della sua felpa, come se volesse violentemente accarezzare qualche pensiero che le passa per la mente.
Fortunatamente, a salvare la nostra conversazione dall'imbarazzo più totale, è la professoressa che entra in classe, segnalando l'inizio della lezione. Subito dopo l'ingresso della donna nell'aula, tutti i gruppi iniziano a lavorare per conto loro, compresa me e Ryujin.
«Hai fatto quelle ricerche che ti avevo chiesto?» qualche giorno fa, le avevo domandato di ricercare delle informazioni che ci sarebbero sicuramente servite per completare prima il progetto, in modo da non doverci vedere fuori scuola e finire tutto a lezione.
«Mi è toccato farle» risponde lei mentre si gira per estrarre dallo zaino appeso allo schienale della sedia i fogli con ciò che ci interessa.
«Ecco a te» continua poco dopo, porgendomi le sue ricerche. Tra i vari fogli pieni zeppi di frasi varie, c'è una fotografia che, prontamente e da brava ficcanaso, afferro subito. Giuro che non era mia intenzione farmi gli affari di Ryujin, ma prendere quell'immagine è stato come un gesto involontario; la curiosità era troppa. C'è un bellissimo tramonto raffigurato e si intravvede anche una ragazza, che si può riconoscere dai capelli corvini e molto lunghi. Sembrano quasi simili a quelli di Yeji i primi giorni di scuola.
No aspetta: questa è Yeji.
«Ryuj-»
«LA MIA FOTO!» Ryujin strappa dalle mie mani l'oggetto da lei menzionato, nascondendolo di nuovo nello zaino come per "occultare le prove che attestano il crimine" ad una velocità elevatissima.
«Era Yeji?» le chiedo, desiderosa di spiegazioni. La mia compagna di classe mi guarda malissimo, poi il suo sguardo cade sulle mie mani; forse ha fatto caso ai tagli che ho quando si è ripresa la sua immagine.
«Che hai fatto alle mani?» un'altra domanda in risposta alla mia; i suoi occhi che non si staccano dalle mie pallide mani. Provo a coprirle con le lunghe maniche del maglione che indosso, completamente presa dall'ansia, poi cerco un modo per sviare il discorso vacillando per un attimo.

ᴛʜᴇ ᴇᴍʙʟᴇᴍ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ • ⁱᵗᶻʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora