PARTE 2

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Alla fine, dopo il mio crollo, ho accettato di seguire Sean in officina.

Amber viene subito ad abbracciarmi. - Ehi, come ti senti? -

Ho inventato la scusa di un'infezione alla ferita. In realtà, è completamente guarita, ma non potevo dirle la verità. Non ancora, comunque.

- Meglio. - rispondo.

- Ciao, Margot. - la voce di Victoria mi gela il sangue.

Oh, no...

- Ciao. - borbotto, evitando il contatto visivo. Non riuscirò mai più a guardarla negli occhi, dopo quello che è successo.

- Amber mi ha detto che non stavi molto bene. Va meglio? -

- Sì, grazie. - mi avvicino al bancone con le chiavi inglesi e ne afferro una a caso.

- Stasera c'è una festa, al bar di John. Perché non vieni anche tu? -

- No. - rispondo un po' troppo di fretta. - Uhm...cioè...non me la sento. Sono ancora un po'...un po' debole. -

- Oh. - sembra delusa. - Però, potrebbe aiutarti a... -

- Cosa non capisci del no!? - sbotto. - Non mi va. Punto! -

- Ok... -

- Margot! - Amber mi guarda, sconvolta. - Ma che ti prende? -

- Niente. - lascio andare la chiave, sospirando. - Scusate, è colpa delle medicine. Mi rendono nervosa. - mi costringo a guardare Victoria. - Ti chiedo scusa, non ce l'ho con te. -

- Non preoccuparti, capisco. - mi fa un sorriso. Dio, se solo sapesse tutta la verità. È una brava ragazza e mi dispiace per lei. Ha passato l'inferno, in Messico. - Ma stasera ti aspetto alla festa. -

Annuisco, abbassando lo sguardo.

Amber mi passa un braccio sulle spalle. - E dai, facci un sorriso, principessa Sissi. -

- Oh! - le do uno spintone. - Sissi è morta giovane, idiota! -

Scoppia a ridere e io la seguo. Sean aveva ragione: uscire, alla fine, mi ha fatto bene. - Dai, dammi una mano con la Harley di Edgar. -

- Che cos'ha? -

- Si è messo in testa di riverniciarla e vuole che sia tu a farlo. -

- Ok. -

Non ne ho nessuna voglia, ma non posso neanche destare troppi sospetti. Dovrò fare buon viso a cattivo gioco e andare avanti.

Preparo con calma la vernice, controllo la gradazione di colore e la verso nella pistola. Amber ha già scrostato quella precedente, quindi dovrò solo divertirmi un po'.

Beh, divertirmi per modo di dire...

- Cosa ti è successo, esattamente? - mi chiede, mentre vernicio.

- Un'infezione. -

- Amber, hai la chiave... - Alex si blocca a metà strada, quando mi vede. - Ehi, Margot! Come stai? -

- Meglio, grazie. -

Margot, du bist eine schreckliche Lügnerin!

Mamma, hai sempre ragione: sono una pessima bugiarda. E Alex e Victoria se ne accorgono immediatamente.

Volto a entrambi le spalle e prendo ancora un po' di vernice, maledicendomi in tedesco.

La fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) sembra essere dalla mia parte, perché, quando Alex sta per bombardarmi di domande, il mio cellulare si mette a squillare.

Rispondo senza neanche guardare chi sia e commetto l'ennesimo grande errore. - Pronto? - silenzio. - Pronto? -

Sento un sospiro. - Margot... -

Miguel.

Mi si forma una palla in gola e non riesco più a respirare. Sean capisce e mi fa cenno di uscire. - Finisco io, vai pure. È tua madre, no? -

Gli passo la pistola piena di vernice e corro fuori. Mi allontano il più possibile dall'officina e dalle orecchie di Alex, Victoria e Amber.

- Margot? -

- Sì, ci sono. - borbotto. - Cosa vuoi? -

Sospira di nuovo. - Cazzo, mi manchi Margot. Non resisto più, senza di te. Per favore, dammi la possibilità di spiegare tutto. -

- Hai già detto abbastanza. -

- Ti amo... -

- Anch'io. Ma questo non basta. -

Perfume of Love - MIGUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora