PARTE 2

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[Margot]

La breve sosta a casa di Enzo, è stata molto gradita. Sia da me, che dai bambini. Mi ha aiutato a non pensare troppo. Ma con Andrés vicino, che mi ricorda Miguel, sta tornando tutto a galla.

- Margot, geht es dir gut? - Dana mi chiede se sto bene.

- Ja. - borbotto. - Andrés, hai notizie dal tuo Presidente? -

- No...cioè, mi ha chiamato per delle cose dell'officina, ma niente di più. Mi...dispiace. -

- Mmh. -

- Vuoi che lo chiami? -

- N... - mi blocco sul posto, quando vedo improvvisamente comparire la mia faccia su tutti i tabelloni pubblicitari. Si accendono in fila, uno dietro l'altro. - Was zum Teufel ist los?! - Ma che cazzo sta succedendo?!

- Margot, ma quella sei tu!!! - Dana mi salta al collo. - Oddio, stai benissimo con quel vestito!!! -

- No... -

- Come no?! Sembri una dea greca! -

Quella vecchia befana della Levasseur mi ha fregata. Cosa pensa, che mostrando la mia faccia ovunque, accetti la sua offerta del cazzo?!

Devo andarmene da Parigi, il prima possibile.

Cioè SUBITO!

- Io me ne vado. - fermo un taxi, ma Dana mi tira indietro il braccio.

- Ma dai, Margot. -

- Me ne voglio andare. Mi manca Vienna. -

- Così, all'improvviso? - solleva un sopracciglio. Quando fa così, mi assomiglia troppo, Scheiße. - Non ti è mancata per dieci anni e ti manca adesso? Ma per favore! -

- Ma perché non ce ne andiamo davvero? - dice Andrés, cogliendomi di sorpresa. Non voleva passare il suo weekend romantico con mia sorella? - Insomma, Parigi mi ha un po' deluso e... -

Dana lo afferra per il colletto della giacca. - Fai sul serio?! -

- Sì. -

- E il nostro weekend?! -

- Lo faremo in Austria. -

- NEIN! - batte il piede a terra. - Noi restiamo qui. Se Margot vuole andarsene, che vada pure. Ma tu non ti muovi, è chiaro?! -

Pensavo che Andrés fosse più "debole" e invece mi sorprende ancora una volta. Scoppia a ridere e bacia mia sorella. - Ah! Sei quella giusta, chica! -

Roteo gli occhi, ridacchiando. - Beh, io me ne vado. Voi prendetevi una stanza, per carità. - fermo un altro dannato taxi e mi faccio portare all'aeroporto. Dovrò capire come procurarmi un biglietto per Vienna, ma non sarà un problema.

Spero.

Prendo il cellulare e guardo la foto di Miguel, per farmi coraggio. Mi ha aiutata anche prima di iniziare il servizio. Ho sbagliato a dirgli che avevo bisogno di tempo.

Io non ho bisogno di tempo.

Ho bisogno di lui.

Gli scrivo un messaggio, che so già rimarrà senza risposta, come tutti gli altri.

Ho bisogno di te...

Pago il tassista (carissimo, il bastardo maledetto) ed entro in aeroporto, con le gambe più pesanti che mai.

E se prendessi un biglietto per Cabo San Lucas?

Il mio cellulare vibra improvvisamente. Sarà sicuramente Dana.

Perfume of Love - MIGUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora