In casi come questo, sento la mancanza di Edgar. Era il mio Vice, ma poi ha deciso di schierarsi con i cani. Ma era anche il mio migliore amico. Una sorta di fratello maggiore.
Gli ho dato la caccia per quasi due anni, volevo davvero la sua testa e quella di Rodriguez, ma da qualche mese mi sono arreso. Mi sono arreso un po' con tutto, a dire la verità.
Ho commesso tanti errori, in passato. Il più grande, sicuramente con Victoria. Lavoravo per i Rojas, anche se avevo il mio club. E mi hanno costretto a farle del male. All'inizio, sono stato ai loro ordini, ma poi mi è tornata in mente l'immagine di mia madre e ho iniziato a drogare sia me che lei. La droga dello stupro, in piccole quantità, intontiva entrambi e mi risparmiava tutto il lavoro sporco. Non le ho più fatto del male, anche se le facevo credere il contrario. E lo facevo credere anche a Emilio e Eduardo.
Non potevo fare altrimenti.
- Che fai, procrastini? -
Sollevo lo sguardo e vedo la ragazza di stamattina. È dannatamente bella, non posso negarlo. E mi fa qualcosa. Un qualcosa di strano, che ho cercato di sopprimere per tutta la vita.
Ma uccido tutte le farfalle nello stomaco e mi comporto come al solito. - Ah, ce ne hai messo di tempo! Stavo per fare la muffa, Señorita. -
- Margot. -
Margot. Un bel nome. - Bene, Margot, sei pronta per una cena messicana, con questo chico malo? -
- Chico malo, eh? - ridacchia, tirando via la mano. - Vedremo. -
Scuoto la testa e la seguo dentro. Diamine, mi sento un ragazzino con la sua prima cotta. E non sono più un ragazzino, da un bel pezzo ormai.
- Allora, signor chico malo, ordini tu per me? - dice Margot, togliendosi la giacca di pelle. E, solo ora, mi rendo conto dello stemma.
È il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, il club di Amber Davis. Un club molto, troppo vicino ai cani. Sua sorella, Isabel, mi ha sparato, un anno e mezzo fa. Cioè, stava per spararmi, ma credo che lo abbia fatto Hill. Beh, comunque, è una cagna anche lei.
- Dipende, Señorita. - faccio un cenno alla cameriera, che scatta subito verso di noi. - Dos tacos con pollo y salsa picante, por favor. Y dos Corona. - Due tacos con pollo e salsa piccante, per favore. E due Corona.
Margot si appoggia alla sedia. - Perché ho la sensazione di aver già sentito parlare di te? -
- Forse perché fai parte del club di Amber Davis. -
- Qual è il tuo cognome? -
- Dovrai scoprirlo da sola. -
- Sulla tua giacca c'è scritto "Presidente", quindi presumo anche tu abbia un club. -
- Presumi bene. -
- Mmh. - si sporge sul tavolo e mi osserva più da vicino. Inizio ad avere caldo. Molto caldo. Ma che fine ha fatto l'aria condizionata!? - Miguel Arenales. Presidente dei Los Diablos, il club più grande e potente della Bassa California. -
Sorrido, compiaciuto. - Vedo che sei ben informata. -
- Diciamo che, essendo quella con le mani più sporche, so parecchie cose dei miei nemici. -
- Uuuuh...nemico? Io? -
Scoppia a ridere. - Dipenderà da te, chico malo. Quanto sei cattivo? -
- Non ne hai idea. -
- Dovrei avere paura? -
Come se potesse averne. Si vede lontano un miglio, che ha più palle di cento uomini messi insieme. - Dipende cosa intendi per paura. -
- Ti lascio il beneficio del dubbio. - si allontana, per permettere alla cameriera di appoggiare il piatto. - Tacos con pollo e salsa piccante. Mi conoscevi già, per caso? -
- Perché? -
- Perché è quello che prendo di solito, quando vengo in Messico. -
Interessante. - Ti capita spesso di venire? -
Solleva un sopracciglio, con un sorriso di sfida sulle labbra.
Che ho det...ah!
- In Messico. - specifico.
Scoppia a ridere. - Sì, vengo spesso. -
Mordo il mio taco e, non so perché, ha un sapore più buono del solito. O, forse, dipende dalla vista che ho davanti.
Perché Margot è dannatamente attraente.
E il suo top mi offre un bel paesaggio.
- Guarda su, chico malo. - mi tira un calcio con la punta dello stivale.
Ridacchio e bevo un sorso di birra. Voglio sapere di più, su di lei. Mi intriga da impazzire. - Allora, Margot, da dove vieni? -
- Da San Diego. -
- No, no. Intendo, dove sei nata? -
- Penso si sia capito. -
In Austria. - Vienna? -
- Bingo. -
- Ehi, non sarai mica una principessa? -
- Non direttamente. -
- Cioè? -
- Mia nonna viene da una famiglia nobile. -
- Non ci credo! -
- Giuro. - ridacchia. - Ma diciamo che ho ereditato molto poco del suo sangue blu. -
No. Fin da subito, ho notato qualcosa di diverso dalle altre donne. È più...elegante, anche con la giacca di pelle. Il suo portamento, i suoi lineamenti...sì, potrebbe essere una principessa a tutti gli effetti. Una principessa motociclista, ma ehi. - Ok, questa non me l'aspettavo proprio, princesa. -
- Oh, no, ti prego. Non chiamarmi anche tu così. -
- Ti dà fastidio? -
- No, mi fa incazzare. -
- Bene, allora. - sollevo la birra. - Alla tua, princesa. -
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Perfume of Love - MIGUEL
ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...