Mi risveglio in una deprimente stanza d'ospedale. L'odore del disinfettante mi fa venire la nausea.
- Ehilà. - Sean appare nel mio campo visivo. - Come ti senti? -
- Come una a cui hanno sparato. - ridacchio e sento una fitta alla gamba ferita. - Ahia...cosa mi hanno fatto? -
- Hanno dovuto operarti per estrarre il proiettile e fermare l'emorragia. -
- Sembra una cosa complicata. -
Scoppia a ridere. - Bene, sei tornata in te. -
- Che ore sono? - mi rendo conto che fuori è buio.
- Quasi le nove di sera. - prende il cellulare e compone un numero. - Amber è preoccupata, vuole parlarti. -
- Va bene. -
Parla per un po' con lei, prima di passarmela. La sua voce mi spacca un timpano, tanto è forte. - MARGOT, COME STAI!? -
- Non urlare! E sto bene, tranquilla. - sbuffo. - Siete arrivati a casa di Miguel? -
- Sì. Ha un appartamento niente male, lo stronzo. -
- Amber... - stringo di nascosto il pugno. - Ok, è un nemico, ma vi ha offerto la sua casa per proteggervi. -
- Sì e la cosa mi puzza. Non è mai stato così...gentile. -
Non so come rispondere. In teoria, lo ha fatto solo per me. - Beh, comunque, com'è la casa? -
- Ha la piscina idromassaggio, mobili di legno moderni, cucina super accessoriata. Devo ammetterlo: è uno spasso. E il letto è dannatamente comodo. -
Lo so.
- E ha la stessa conchiglia che hai tu, sai? Deve averla presa anche lui a Cancun, in fondo vive qui. -
Merda, la conchiglia! Le abbiamo trovate a Cancun, durante la nostra prima vacanza insieme, quattro mesi fa.
- Sicuramente. Cancun è piena di quelle conchiglie. -
- Oh, uno dei bagni si è liberato e posso farmi la doccia! Ci sentiamo domani e vedi di rimetterti presto! -
Riagganciamo e passo il cellulare a Sean. - Uhm...dov'è andato Miguel? Vorrei ringraziarlo per quello che ha fatto. In fondo, mi ha...salvato la vita, no? -
- Sì, vado a chiamarlo. -
- Grazie. -
Fa capolino fuori dalla stanza e subito Miguel entra. Gli lancio un'occhiata, intimandogli di contenersi. Ok l'entusiasmo che io stia bene, ma non davanti a Sean!
- Allora, signorina ladra di casse, come stai? - mi chiede.
- Ancora in piedi e pronta a rubarne altre. -
- In piedi non direi. -
Roteo gli occhi. - Che battuta fenomenale, diablo. - fingo di sbuffare. - Comunque, grazie per avermi salvata. Sono in debito con te. -
- Non è colpa mia se siete degli incompetenti. - si appoggia al muro, a braccia conserte. I suoi bicipiti si contraggono, scatenando una folle sensazione di calore nel mio basso ventre. A differenza della maggior parte dei motociclisti, Miguel non ha le braccia tatuate. Tutti i tratti d'inchiostro si trovano sotto la sua maglietta, ben nascosti. Sulla parte sinistra della schiena, ha la Sacra Muerte, che il Messico è una specie di istituzione. Sotto forma di tatuaggio, dicono sia un angelo custode. Sulla parte destra, c'è la preghiera, scritta in un elegante corsivo: "Llegaste a mi vida y la llenaste de fe, al principio tuve miedo, pero luego comprendì que tù haces mucho bien. Gracias te doy mi Niña Blanca, por todas las benediciones que le has otorgado a esta devote tuya que quiere estar a tu lado, porche tù eres esa luz que faltaba en mi camino. Santissima Muerte, gracias por estar conmigo, por cuidarme y protegerme. Mi fe està contigo".
Conosco ogni singola parola a memoria, ormai. Ho passato ore e ore a guardare quel tatuaggio. Non so bene cosa significhi, ma Miguel è davvero legato a quella preghiera. Ha accennato a sua nonna, ma niente di più. Capisco che è un argomento difficile, per lui e non faccio mai troppe domande.
- Margot? - la sua voce mi riporta alla realtà.
Sbatto le palpebre e noto che Sean non è più qui.
Miguel si fionda su di me e mi bacia. - Stai bene, mi princesa? -
- Sì, sono solo un po' stordita. -
- Cazzo, mi è venuto un colpo, quando ho sentito lo sparo e poi il tuo grido. -
- Ti sei quasi fatto beccare. Amber e Sean sono sospettosi, adesso. Forse anche Alex... -
- Rilassati, so come gestire la cosa. - mi dà un altro bacio. - Mi interessa solo che tu stia bene. -
- Mmh. - gli prendo la mano. - Allora, Isabel Davis ti ha sparato, eh? -
- Già. - borbotta, mostrandomi la spalla destra. Ha il tatuaggio tribale, lì. - Sotto l'inchiostro, c'è la cicatrice del proiettile. -
Scoppio a ridere. - Però...Miguel Arenales che si fa sparare dalla moglie di Esteban Rodriguez. Il suo acerrimo nemico. -
- Sono pieno di sorprese, vedi? -
Quando la porta si apre, lascio immediatamente la sua mano e fingo di grattarmi il braccio. - Sean, dov'eri finito?! - sibilo.
- Era Esteban, voleva sapere se sei ancora viva. -
- Digli di andare a farsi fottere. Certo che sono viva! -
- Lo sai com'è. - ridacchia. - Dopo Victoria, è diventato ancora più protettivo con le sue sorelle acquisite. Ci tiene a te, anche se sei l'ultima arrivata. -
Alla menzione di Victoria, Miguel raddrizza di colpo la schiena e spalanca la porta. - Ci vediamo. - borbotta e se ne va, sbattendola con forza.
- Ma che ha? - farfuglio.
- Ha motivo di sparire, credimi. -
Che significa?
Ha fatto così anche quando ho fatto la battuta sulle ex.
Oh, merda! Non ditemi che Victoria...
Cioè, non sono molto amica di quella ragazza. Abbiamo parlato qualche volta al bar, o alle feste dei club, ma niente di più. E, comunque, resta il fatto che nessuno sa della mia relazione con Miguel.
- Ti lascio riposare, sono qui fuori se hai bisogno di me. -
- Va bene, grazie. -
Aspetto che Sean esca, prima di lasciar andare un lungo sospiro.
Miguel e Victoria...
Ma lei sembra troppo calma e carina per essere la sua ex. Insomma, non credo sia il suo tipo. Sì, è una bella ragazza, ma...
Oh, non lo so! Non ci capisco più niente. Gli antidolorifici devono avermi dato alla testa.
E se avessi ragione?
Ma perché Miguel dovrebbe reagire in quel modo?
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Perfume of Love - MIGUEL
ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...