[Margot]
Il carcere di San Quintino è esattamente come me lo aspettavo.
Lugubre. Orribile. Ammuffito. Sporco. Chiassoso. Infernale.
Sono qui da poco più di una settimana, passo le giornate in silenzio e non dormo più la notte. Perché? Beh, perché la mia compagna di cella è una grandissima figlia di troia.
Si chiama Trisha, era una bodybuilder ed è qui dentro per aver ucciso il suo personal trainer a suon di pugni.
Non ho paura di lei.
Il problema è che non la sopporto.
Si lamenta di ogni cosa, non le piace il cibo, tortura tutti e le guardie sono terrorizzate dalla sua stazza.
Cosa diavolo pensava, di essere finita in un hotel a cinque stelle?
Siamo sedute nella mensa. I tavoli sono luridi e vecchi. Le sedie scricchiolano sotto il nostro peso e, prima o poi, finiremo con le chiappe sul linoleum giallognolo. Il sole si riflette a piccoli quadratini, in tutta la grande stanza. Le sbarre oscurano gran parte della luce, purtroppo.
- Ciao, Margot. - Amanda, una delle detenute, si siede accanto a me. È l'unica sana di mente, qui dentro. O almeno, lo sembra. Ma, a differenza mia, lei alloggia nel braccio della morte. Che significa? Beh, che ha letteralmente i giorni contati.
- Ciao, Amanda. - le rispondo, mescolando il "cibo" nel mio piatto. Ha un colore strano, per non parlare dell'odore.
- Non ti ricorda la sbobba del liceo? -
- In Austria, non avevamo la mensa. -
- Che fortuna! - ridacchia. - E... -
- Bene, bene, bene. - Trisha arriva alle mie spalle e si ferma a un passo da me. - Margot, oggi tocca a te. -
- Ah, sì? - bevo un sorso d'acqua.
Spinge il mio vassoio lungo il tavolo, fino a farlo cadere a terra. L'intera mensa si zittisce, in attesa.
- Non mangerai, oggi. -
- Non ne avevo comunque intenzione. - rovescio il bicchiere sul pavimento, prima di lanciare anche il bicchiere. - Questo te l'ho risparmiato. -
- Gentile. - mi preme improvvisamente la faccia contro il tavolo. La sua forza non ha pari, ma sono talmente arrabbiata, che non sento assolutamente niente. - Non mi provocare, stupida idiota. -
- Altrimenti? -
Tira un calcio alla sedia e finisco di peso a terra. Riesco appena in tempo a fare leva sulle braccia, salvandomi il naso.
- Non mi provocare. -
Mi rimetto in piedi, ridendo. - Sei ripetitiva, Trisha. Non va bene. -
- Eh? -
Senza darle tempo, le tiro un pugno in faccia e la spingo a terra. Ora i ruoli sono invertiti, signore e signori.
La afferro per il colletto della divisa, o come cavolo si chiama e la tiro su di peso. - Sarò anche una stupida idiota, per te, ma non hai idea di quanto possa essere malvagia e spietata. Sono capace di farti rimpiangere ogni fottuto giorno della tua miserabile vita e, onestamente, non te lo consiglio affatto. - la strattono, sfoggiando il mio sguardo peggiore. Persino Miguel aveva paura, quando mi "trasformavo". - Ora alzati e chiedi scusa a tutte. -
- Cosa!? -
- Chiedi scusa. - ripeto, facendole sbattere di proposito la testa.
Quando sollevo lo sguardo, noto che Amanda mi sta osservando a occhi sgranati. - Sai una cosa, Margot? -
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Perfume of Love - MIGUEL
ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...