[Margot]
Mi sento sempre peggio. Oggi è come se avessi un calo di forze improvviso. E mi gira la testa.
Miguel entra in camera e si siede sul bordo del letto. - Ehi... -
- Ehi. - borbotto.
- Ti ho portato un succo d'arancia. -
Cerco di mettermi seduta, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Cavolo, la stanza gira ancora più velocemente. Mi prendo la testa tra le mani, gemendo di frustrazione.
- Margot, devi vedere un medico. C'è qualcosa che non va e io sono fin troppo preoccupato. Sei uno straccio. -
Lo fisso, ordinando alla mia vista di farlo stare fermo. Ci sono tre, quattro, cinque Miguel, non uno solo.
- Bevi un po' di succo, dai. - mi avvicina il bicchiere alle labbra. Ne prendo un sorso, ma non riesco a mandarlo giù.
Oh, no...
Mi viene da vomitare.
Salto giù dal letto e corro in bagno, sbattendo dappertutto. Finisco per vomitare nel lavandino, perché il water è troppo lontano. Il mio stomaco si torce all'inverosimile e le ginocchia cedono.
- Margot! - Miguel mi prende al volo. - Cazzo, ora ne ho abbastanza. Ti porto in ospedale. -
Vorrei dirgli di no, ma mi sto spaventando anch'io. Sto troppo male, sta succedendo qualcosa di brutto.
- Che succede? - intravedo la figura sfuocata di mia madre. - Margot! -
- Ha vomitato ed è quasi svenuta. - la voce di Miguel è più allarmata che mai. Mi fa sedere sul bordo della vasca e la mia testa preme dritta sul suo petto. Non mi reggo più, cazzo. - Dobbiamo portarla in ospedale. -
- Margot... - la mamma mi accarezza la schiena. - Da quanto tempo non hai il ciclo? -
- Mi è venuto tre... - mi blocco. Il cervello rielabora tutto e no, non ho avuto il ciclo, questo mese. - Cazzo. -
- Sappiamo cosa ti sta succedendo, allora. -
- È...è qualcosa di grave? - Miguel è completamente nel pallone.
- Durerà circa nove mesi. -
- Nove mesi!? Ma cosa... - anche lui si ferma di colpo. - Aspetta...è...è quello che...ma noi... - balbetta in un modo così buffo, da strapparmi una risatina.
- Lo avevo già capito, quando mi hai detto che i pinoli avevano un sapore strano. - anche mia madre si fa una risata.
- Non sei arrabbiata? -
- Assolutamente no. - mi bacia la fronte. - E ho già comprato quello che ti serve. - apre lo sportello di uno dei mobiletti e tira fuori un test di gravidanza. - Fai pipì sulla striscia e aspetta il risultato. Quando sei pronta, torna in camera. - trascina Miguel fuori e chiude la porta.
Ripenso a quando Amber ha fatto il test, in Messico.
Lei non voleva figli.
Io...io non lo so, invece.
Fino a qualche anno fa, mi sarei ritrovata d'accordo con lei.
Ma oggi...oggi ne sarei felice.
Un bambino con Miguel.
Mi sciacquo velocemente il viso con dell'acqua fresca e faccio come ha detto mia madre. Tolgo il tappo, faccio pipì, rimetto il tappo e aspetto.
Non ci vuole molto, prima che compaia il risultato.
- Oddio... - bisbiglio, fissando il piccolo display.
Due linee rosa.
Due.
Spalanco la porta, aggrappandomi con forza alla maniglia. La testa gira ancora, potrei averci visto doppio. - Mamma...quante linee ci sono? -
La sento ridere. - Due. -
Due.
Due.
DUE!
- Vi lascio da soli. - se ne va, ancora ridacchiando.
Mi avvicino a Miguel, barcollando. Lui non si muove, ma noto che i suoi occhi sono pieni di lacrime.
- Ehi... - crollo sulle sue gambe e gli accarezzo la guancia bagnata con il palmo della mano. - Miguel... -
Alla fine scoppia a piangere, affondando il viso nella mia spalla.
Non mi aspettavo questo tipo di reazione. E non so se sia felice, o no.
[Miguel]
Un bambino. Aspettiamo un bambino.
E io sto piangendo come una fontana.
Perché sono felice.
Potrebbe scoppiarmi il cuore, in questo momento.
Ribalto Margot sul letto e le sollevo la maglietta. Ha la pancia piatta, ovviamente, ma presto crescerà sempre di più.
Diventerò padre.
Sono terrorizzato, ma anche elettrizzato. Io non ne ho mai avuto uno, ma mi sono sempre ripromesso di essere sempre presente per un ipotetico figlio.
E ora si sta realizzando tutto. Ho finalmente l'occasione di mettere in pratica tutte quelle promesse.
- Non sto sognando, vero? -
Margot ridacchia. - No. -
Sollevo la testa, scoppiando in una risata di gioia. - Diventerò papà! -
Si tira su con i gomiti. È ancora terribilmente pallida. - Sei felice? -
- Felice è dire poco. -
- Perché non me ne hai mai parlato? -
Faccio spallucce. - Sono cose di cui si parla dopo un bel po' di anni. - la aiuto a mettersi seduta. - Comunque, ora tu andrai da un medico, ti farai visitare e poi torneremo in Messico. Ci aspetta una nuova vita. - le tocco la pancia. - In tutti i sensi. -
- Non avrei mai pensato di essere così felice di avere un figlio. Non l'ho mai considerato. -
- Perché, modestamente, non c'ero io nella tua vita. -
- Modestamente, sì. - mi dà una leggera pacca sulla spalla, ridendo.
- Dici che è successo a Berlino? -
- Penso di sì. -
Le accarezzo di nuovo la pancia. Non riesco più a smettere di farlo. - Ho già in mente dove piazzare la sua cameretta. -
- Ah, sì? E dove? -
- C'è una stanza degli ospiti che non uso mai ed è abbastanza grande per lettino, fasciatoio, armadio... -
- Hai già le idee chiare. -
- Voglio che non gli manchi mai nulla. -
- So che farai tutto il possibile. - mi passa una mano tra i capelli. - Sarà un bambino fortunato, con un papà come te. -
Mi si stringe la gola.
Spero di essere all'altezza. Non dico perfetto, ma vorrei davvero essere un punto di riferimento, per lui o lei che sia.
- Maschio o femmina? -
Margot ridacchia. - Spero in una femmina, giusto per mettere in riga un gruppo di motociclisti messicani. -
- Mmh. - salto sopra di lei, stando attento a non schiacciarla con il mio peso. La mia mano è ancora infilata sotto la sua maglietta. - E se fosse un maschio? -
- Povera me... -
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Perfume of Love - MIGUEL
ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...