PARTE 5

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- Voi...avete una relazione? - la voce di Victoria è tremolante. Non osa nemmeno avvicinarsi. - Margot...dimmi che...che non è vero... -

Chiudo gli occhi. - Io...non sapevo del vostro passato. -

- Dio... - si copre la faccia con le mani. - Maledizione, non ci credo! - scoppia a piangere. - Come hai potuto farmi una cosa del genere? Ok, non siamo amiche, ma... -

- NON LO SAPEVO! - urlo. - NON SAPEVO NIENTE DI QUELLO CHE TI HA FATTO, LO CAPISCI!? - spalanco le braccia, completamente fuori di me. Sono in ballo, ormai e mi tocca ballare. - Mi dispiace, Victoria. Avevo una storia con lui, lo amavo e lo amo ancora...e, dio, sto male. Se non mi faccio viva da due settimane, è proprio per questo. Non ho fatto altro che piangere, bere e dormire. Se Sean non mi avesse tirata fuori dal mio appartamento, probabilmente avrei avuto le ore contate. -

- Ma ora sei qui. Con lui. -

- Tutti hanno il diritto di parlare. -

- Certo. - scoppia in una risata amara. - Peccato che a me non lo abbia mai permesso. Se aprivo bocca, mi ritrovavo picchiata e violentata. -

- Non è sempre stato così. - interviene Miguel. - Tu ricordi solo quello che ti ha raccontato Maria. -

Non ho idea di chi sia Maria, ma non voglio neanche saperlo.

- MI HAI ROVINATO LA VITA, MIGUEL! - Victoria urla a squarciagola, allertando alcuni passanti. - E TU! - mi punta il dito contro. - UNA EX MERCENARIA...COSA DOVEVO ASPETTARMI DA TE? -

Come diavolo fa a saperlo!? Nessuno ne era a conoscenza, a parte Amber.

- Una...cosa!? - Miguel mi tira per un braccio. - Sei stata una mercenaria, Margot? -

Non rispondo e continuo a guardare Victoria, che non ha chiaramente finito. Mi chiedo chi le abbia riferito il mio grande segreto...

- Sei stata pagata per uccidere. -

Non è proprio così. Sì, mi pagavano per uccidere delle persone, ma non si trattava di civili o innocenti.

- Cristo santo. - Miguel si strofina il viso. - PORCA PUTTANA! - tira un calcio al bidone della spazzatura. - CHI CAZZO SEI, MARGOT!? -

- SENTI CHI PARLA! - sbotto.

- IO NON SONO MAI STATO PAGATO PER UCCIDERE QUALCUNO, PORCA TROIA! - mi afferra con forza le spalle. - CHI HAI UCCISO? -

- ABBASSA LA VOCE! - lo spingo via. - Ho incontrato per caso un mafioso, quando ero in Italia. Un certo Giovanni Giordano. Mi conosceva, anche se non so ancora come e mi ha chiesto di fargli un favore: uccidere un altro mafioso, che gli aveva pestato le scarpe. Centomila euro e un proiettile. Ci ho messo un giorno a trovarlo e due minuti e mezzo per centrarlo alla testa. -

Lo so, detta così è decisamente inquietante, ma è la verità.

- Dio... -

- Cosa? Ti stai meravigliando proprio tu? - borbotto. - E, comunque, da quella volta non ho più voluto farlo. Giordano voleva assoldarmi per altri compiti, ma me ne sono tirata fuori. Non faceva per me. -

- Ma l'hai fatto lo stesso. -

- Solo quella volta. - ripeto. - Poi, sono tornata qui a San Diego e ho avuto la sfortuna di innamorarmi di te. -

I suoi occhi hanno un lampo di tristezza. - Sfortuna, Margot? Davvero? -

Sospiro. - Sì, sfortuna, Miguel. Ma non perché non avrei voluto innamorarmi di te. Per tutto il resto. -

- Se non mi lasciate spiegare, io... -

- MARGOT KELLER! - una voce cupa mi fa sussultare e lo interrompe. Mi volto verso l'entrata del vicolo e noto due poliziotti in uniforme, oltre a un tizio con una camicia bianca e un paio di jeans. - Lei è in arresto. -

Sposto lo sguardo su Victoria. Ha il cellulare stretto in una mano.

Ha chiamato lei la polizia.

- Victoria, che cazzo hai fatto... - Miguel è sotto shock e la sua voce è a malapena udibile. Riesco a sentirlo solo perché è vicino a me.

- Per cosa sarei in arresto, agente? - chiedo, cercando di trattenere la rabbia.

- Omicidio su commissione. -

- I mercenari vengono assoldati anche dall'esercito. -

- A me interessa la mafia. -

- Chi è lei, prima di tutto? Non si è identificato. -

Sorride. - Sveglia, la ragazza. Comunque, sono il detective Tucker. Contenta, adesso? - si avvicina per afferrarmi il braccio, ma Miguel si mette in mezzo. Mi fa da scudo umano, in modo da proteggermi.

- Non la tocchi. - ringhia.

- Prova a impedirmelo, Arenales. - con una velocità sovrumana, tira fuori la pistola e lo colpisce alla tempia con il calcio della pistola.

Miguel crolla a terra, completamente privo di sensi.

Victoria si porta la mano libera alla bocca, rendendosi conto di ciò che ha appena fatto.

E, probabilmente allertati dal rumore, i ragazzi e Amber ci raggiungono.

- Che sta succedendo?! - sibila Alex.

Brandon tira indietro Victoria, guardando Miguel con disprezzo.

Il detective mi mette le manette e lo lascio fare. A questo punto, tanto vale arrendersi.

- Cosa sta facendo!? - Amber cerca di allontanarlo.

- La signorina Keller è in arresto. -

- COSA!? - esclamano tutti insieme, in un boato.

Guardo la mia amica, sentendo gli occhi bruciarmi. Sono solo stanca, ma non piangerò. - Mi dispiace. -

- Margot, che sta succedendo? -

- Ho ucciso una persona su commissione, un anno e mezzo fa, prima di tornare a San Diego. -

Lei lo sapeva, ma non gli altri. Vedo Edgar e Sean fare un passo indietro, mentre Esteban e Alex si scambiano un'occhiata.

E sono consapevole di aver appena confessato, ma da quello che ho capito, Victoria ha lasciato la chiamata aperta, in modo che il detective potesse sentire tutto.

La guardo, senza provare la minima emozione. È stretta al suo fidanzato, in silenzio. Almeno, lei può ancora farlo. Non ha preso la strada sbagliata.

Infine, sposto i miei occhi su Miguel, a terra. Si sta riprendendo e sbatte le palpebre, grugnendo di dolore.

- Ti tireremo fuori, te lo prometto. - Amber incolla la sua fronte alla mia. - Non ti lascerò lì dentro. -

- Fai solo quello che puoi. Se non puoi, lascia perdere. -

Qualcuno si appoggia improvvisamente a me, sbilanciandomi. Riconosco il profumo di Miguel e poi la sua voce. - Lasciatela andare. -

Amber lo osserva a lungo, poi guarda me e spalanca gli occhi. - Dimmi che non è vero. -

La ignoro e faccio un passo avanti verso il detective. 

Perfume of Love - MIGUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora