- Che stai preparando? - mi incollo alla schiena di Miguel e annuso il suo profumo, misto a quello del cibo.
- Le tortillas. Ho fame e anche i cani meritano un pasto. -
- Miguel... -
- Ok, scherzavo. -
Sento la porta aprirsi e mi allontano immediatamente da lui. Fingo di prendere dell'acqua dal frigo, borbottando qualcosa in tedesco.
- Edgar!? - la voce di Amber è al limite della sorpresa. Gli salta al collo e lo bacia. - Sei ancora vivo, quindi Miguel non è più così tanto arrabbiato con te. -
- A quanto pare, ha imparato a perdonare. -
- Credici. - borbotta il diretto interessato.
Soffoco una risata con un sorso di birra. Miguel mi guarda con la coda dell'occhio e sorride appena.
- MARGOT! - Sean mi strappa la bottiglia dalle mani. - Niente alcol! -
- Ma dai, la birra non è così alcolica! - me la riprendo. - E non rompere, sembri mia madre. -
- Miguel, posso parlarti per un momento? - Alex lo fissa dritto negli occhi. - Da soli. -
- Logan è morto, per caso? - ridacchia lui. - Non è abituato ai pugni, la cheerleader? -
- Beh, lui è mingherlino e nanerottolo e tu sei una montagna di quasi due metri. C'è un po' di differenza. - Edgar mi fa un discreto occhiolino. - E, comunque, tu non sei mai stato tipo da clan nemico. Cosa diavolo ti è preso? -
- Avevo un conto in sospeso con i Los Aztecos. E ora ce l'hanno anche loro. Siamo sulla stessa barca, fratello. - Miguel si pulisce le mani e appoggia il fianco contro il bancone della cucina. - Ma c'è una differenza: Logan ha fatto sparire uno degli AK-47. -
Alex e Sean rimangono pietrificati. - COSA!? - esclamano, in coro.
- Avete sentito bene. -
- Non hai le prove. - dice Amber.
- Ah, no? - cammina verso il corridoio. - Seguitemi, forza. -
Entriamo nella sua camera da letto (abbiamo nascosto la foto, ovviamente) e Miguel ci indica il materasso. - Hill, solleva l'angolo. -
Alex non esita e lo solleva. C'è l' AK-47 mancante. - Ma che cazzo...? -
- Vuoi un'altra prova? - butta giù la porta del suo bagno privato, con un calcio e ci troviamo uno dei ragazzi di Logan. - Lo conoscete, no? -
Non so come si chiami, ma credo sia il Sergente d'Armi dei Dark Blood. Logan è il Vicepresidente, mentre suo padre è ancora il Presidente.
Miguel tira fuori la sua pistola e preme la canna sulla fronte del ragazzo, che alza le mani e ci implora con lo sguardo di aiutarlo.
Col cavolo, io non muoverò un dito! Ci ho quasi rimesso la pelle e, se non sarà Miguel a farlo fuori, sarò io.
- Parla, o ti uccido. -
- Ti ha chiesto Logan di rubare il fucile e nasconderlo qui? - chiede Alex. - Era tutto pianificato? -
- Non lo tradirò. - risponde il ragazzo.
- Quindi è un sì. -
Silenzio.
- PARLA! - sibila Miguel, facendoci sussultare tutti.
- Hai rubato tu il fucile, diablo. È sotto il tuo letto. -
Lui scoppia a ridere. - E come avrei fatto, eh? -
- Quando sei andato a San Diego. All'officina degli Angeli della Morte. -
Sgrano gli occhi. Ci ha visti.
Amber si volta verso di me. - Allora, era lui? -
- Sì, ero io. - ringhia Miguel. - Cercavo te e invece ho trovato la ladra di casse. -
- Perché mi cercavi? -
- Per la cassa, ovviamente! Non hai chiesto tu al tuo Sergente di rubarla? -
- Era già nostra, le ho solo chiesto di riprenderla. -
- Fa lo stesso, per me. - toglie la sicura alla pistola. - Ma anche questo piccolo stronzo, a quanto pare, era lì. -
- E tu stavi... - non finisce la frase, perché è già morto. Miguel preme il grilletto, piantandogli un proiettile al centro della fronte. Il sangue lascia la sua scia rossa contro le mattonelle, mentre il ragazzo scivola a terra.
- Hasta la muerte, perro. -
Alex recupera il fucile e lo controlla, prima di passarlo a Sean. - A quanto pare, ora mi tocca ringraziarti. -
- Lascia perdere, Hill. - Miguel tira fuori il suo cellulare e chiama qualcuno. - Dominic, hay algo de basura que tirar. -
- Vuoi farlo portare a Ciudad Juàrez? - chiede Edgar, chiaramente conoscendo già la risposta. E penso di saperla anch'io.
- I Los Aztecos stanno per conoscere il vero traditore. -
- Aspetta, Miguel. - Alex lo tira per un braccio. - Se la prenderanno con noi e con i Dark Blood. Scoppierà una guerra e noi siamo in minoranza. -
- Finché sarò vivo... - Miguel mi lancia un'occhiata veloce. - ...sarete sempre al sicuro. -
- Se questo è il tuo modo per redimerti, sei fuori strada. - interviene Amber. - Non è così che... -
- Ho la faccia di uno che cerca redenzione, Davis? - la interrompe. - Mi conosci da tanto tempo, dovresti saperlo. -
- Ma quello che hai fatto è imperdonabile. -
- Amber. - Edgar la guarda di traverso. - Basta così. -
- Perché vuoi proteggerci, adesso? - chiede Alex. - Cosa vuoi in cambio? -
- Niente. - risponde lui, secco. - Assolutamente niente. -
- Non ti credo. Anch'io ti conosco da tanto e non fai mai niente, senza ricevere qualcosa in cambio. -
Ma, quel qualcosa in cambio, Miguel ce l'ha già.
Me.
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Perfume of Love - MIGUEL
ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...