[Margot]
Sono nel cortile del penitenziario, seduta su una scomoda panca e non riesco a smettere di guardare l'uscita posteriore. È pomeriggio inoltrato e Amanda dovrebbe essere già morta, a quest'ora.
Non so cosa abbia fatto, per essersi ritrovata a questo punto e, onestamente, non voglio neanche saperlo. Ma mi dispiace comunque per lei. Con me è stata buona, seppur a modo suo.
- Stai aspettando la tua amichetta? - Trisha mi dà uno spintone e quasi finisco con la faccia nell'erba secca. - Sai che è morta, vero? -
- E tu sai che, probabilmente, farai la sua stessa fine? - rispondo, ridendo. - Uomo morto che cammina. Uomo morto che cammina. -
- Sì, fai pure le battute da Giglio Verde. -
- Miglio Verde. -
- KELLER! - la guardia mi viene incontro. Sembra arrabbiato, eppure non ho fatto niente. - VIENI CON ME! - mi afferra per il braccio, trascinandomi quasi di peso all'interno.
Mi ritrovo non in una cella, ma in una stanza con le pareti imbottite. È claustrofobica e fa un caldo micidiale. Credo che qui ci vengano le detenute con problemi psichiatrici.
Ma che ci faccio io!?
Ci sono altre due guardie, tutti sulla quarantina. Mi sento in soggezione e, soprattutto, in trappola.
- Ecco la bella signorina Keller. - dice uno di loro, quello con i capelli rossicci. - Sei nata a Vienna...hai quasi trent'anni...un bel fisico... - i suoi occhi scuri si soffermano sul mio seno. Non si vede niente, ma la forma sì, dato che la divisa mi sta stretta in quel punto. Incrocio le braccia, sperando di nasconderlo.
- No, no, no... - il tizio che è venuto a prendermi, mi costringe a slegarle. - Ora ci si diverte, signorina Keller. -
Oh, no.
Guardo freneticamente la stanza. Non posso uscire dalla porta e non ci sono finestre.
Una trappola.
Il rosso si avvicina a me e mi sbottona la camicia dell'uniforme. Lo afferro per i polsi, cercando di opporre resistenza. - Lasciatemi andare. - ringhio.
- Prova a scappare, se ci riesci. - ridacchia, facendo saltare l'ultimo bottone.
Stanno per violentarmi. Oh, mio dio, non è possibile.
Non ho mai avuto così tanta paura, in vita mia.
Mi accarezza la curva del seno, coperto solo da una misera canottiera fornita dal carcere. Rabbrividisco, ma dal disgusto.
- Sei la detenuta più bella degli ultimi dieci anni. - mi bacia il collo e stringo gli occhi più forte che posso. Mi viene da vomitare. - Una vera bellezza austriaca, non c'è che dire. - inizia a sbottonarmi anche i pantaloni. Cerco di nuovo di fermarlo, ma gli altri due mi tengono le mani bloccate contro il muro.
Mi sfugge una lacrima, quando rimango improvvisamente nuda davanti a loro. Non voglio vedere i loro sguardi, voglio solo morire, in questo momento.
Ma ora so cosa deve aver provato Victoria, anche se una parte di me la odia. La odio, perché è anche colpa sua se sono qui.
Una guardia, non voglio sapere chi, mi spinge con la faccia contro la parete e mi costringe a piegarmi in avanti.
- Sei perfetta, signorina Keller... -
Scoppio a piangere, incapace di contenermi.
La mia perfezione...si chiama Margot.
- Miguel... - bisbiglio, tra i singhiozzi.
E poi, va tutto in frantumi...
**********
[Miguel]
Mi sveglio di soprassalto, sentendo un dolore lancinante al centro del petto. Mi toglie il fiato e...dio, sto per soffocare. Cerco di alzarmi dal divano, massaggiandomi il punto dolorante. È come se qualcuno mi avesse appena dato una pugnalata.
Riesco a stento a bere un sorso d'acqua. Cavolo, mi sento davvero male.
- ¿Que me esta pasando? - borbotto, ansimando. - Mierda. -
Mi ci manca solo un infarto, porca puttana.
- Ti senti male? - Sean appare alle mie spalle. Ha insistito per rimanere qui. Cioè, in realtà abbiamo parlato di Margot, si è fatto tardi e ci siamo addormentati come due nonnetti.
- Non lo so... - continuo a massaggiarmi il petto.
- Siediti. - mi spinge su uno sgabello, mentre ansimo sempre di più. - Ehi, calmo. Respira lentamente. -
- Non...ci riesco... -
- Hai il battito accelerato, ma sembra più un attacco di panico. - mi tocca il collo. - Pensa a qualcosa che ti fa stare bene. Pensa a...Margot. -
Chiudo gli occhi e visualizzo la sua immagine. La vedo proprio davanti a me, al posto di Sean, che mi accarezza il viso.
- Stai calmo, chico malo. Torno presto, te lo prometto. -
Riapro gli occhi. Margot non c'è e Sean mi passa un bicchiere d'acqua. - Bevi, ti farà bene. -
- Sono allergico al paracetamolo. -
- Non c'è, tranquillo. Sono solo gocce per farti rilassare. -
- Ok. - butto giù l'acqua in un paio di sorsate. - Grazie. -
- Hai avuto un incubo? -
- No... - mi gratto la testa. - Cioè...credo di no. Non me lo ricordo. - guardo l'ora sul microonde. Sono le due di notte. - Scusa se ti ho svegliato, non era mia intenzione. -
- Non preoccuparti, ho il sonno leggero. -
Mentre apre il frigo per rimettere a posto l'acqua, un pensiero terribile mi invade la mente. - Sean? -
- Sì? -
- Si...si può sentire dolore se... -
- Se la persona che ami sta male? - finisce per me. - Sì e si prova un senso di oppressione, come un attacco di panico. -
Quindi, Margot sta male.
Cosa le sarà successo? È stata picchiata? In carcere è all'ordine del giorno. O le guardie le hanno fatto del male? No, a San Quentin non sono mai successe cose del genere...
- Miguel, respira. - Sean mi si para davanti. - Sei preoccupato per lei, è normale che tu ti senta così. -
- Le hanno fatto del male. -
- Non puoi saperlo. -
- Lo sento. -
- Devi riposare. - mi porta in corridoio. - Dormi nel suo letto, tanto non sarebbe la prima volta, no? -
E invece, sì. Non ho mai dormito qui.
- Io resterò sul divano. -
Entro in camera e chiudo la porta. Il letto di Margot è disfatto, ma non importa.
Mi stendo. Sul cuscino, c'è ancora qualche traccia del suo profumo. Le mie lacrime bagnano il tessuto bianco. Non ho mai pianto in vita mia, neanche quando è morta mia madre.
Ma sento ancora quel dolore al petto. Una marea di coltelli conficcati nel mio cuore.
Hanno fatto del male a Margot.
E io sono qui, senza poter fare niente per aiutarla.
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Perfume of Love - MIGUEL
Romanzi rosa / ChickLitMargot è il Sergente d'Armi degli Angeli della Morte, un club motociclistico formato da sole donne. Vive a San Diego, fa il lavoro sporco e, per la legge, è una criminale. Amber Davis è la sua migliore amica, l'unica a conoscere quasi tutta la sua s...