PARTE 1

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[Margot]

- Bello quando gli altri ti pagano la cauzione, eh? - Trisha mi sta guardando male, mentre mi rimetto finalmente i miei vestiti. Che, per giunta, mi stanno larghi. I jeans mi scendono in vita e la maglietta è troppo larga. Persino le scarpe, mi stanno lente.

- Keller, sei pronta? - la bestia con i capelli scuri (il rosso è sparito da tre giorni e non so perché) viene a prendermi e lascio la cella, senza salutare quella stronza.

Mentre attraversiamo il corridoio, le altre detenute mi riempiono di insulti. Vorrebbero essere al mio posto e un po' le comprendo. La vita qui dentro è dura, a prescindere dai crimini commessi. Io sono solo stata più fortunata di loro, tutto qua.

Quando raggiungiamo l'ingresso, sono sorpresa di trovare Edgar, Sean e Amber, con Miguel. È soprattutto Amber a sorprendermi, in realtà.

- Ehi, principessa. - mi dice, con un sorriso triste. Si avvicina, pronta ad abbracciarmi come al solito, ma faccio un passo indietro, finendo con la schiena contro la bestia. - Margot, che ti succede? -

Guardo Sean, che scuote la testa. Ok, non sa niente. - Io...sono stanca, scusa. -

- Sì, hai ragione, scusami tu. -

Miguel mi raggiunge e incolla i suoi occhi nei miei, chiedendomi silenziosamente l'approvazione per qualcosa. Annuisco quasi impercettibilmente, permettendogli di prendermi la mano.

Ma solo questo. Non sono pronta agli abbracci, o ad altri contatti.

- Andiamo. - mi porta fuori e, quando il sole mi colpisce dritto in faccia, sento gli occhi bruciare. Salgo sulla sua auto, mentre i ragazzi e Amber saltano a bordo delle loro Harley. Partono prima di noi, ma Miguel non sembra intenzionato a farlo.

Mi volto verso di lui, perplessa. - C'è qualche problema? -

- Anche quella guardia...era... -

Mi chiudo improvvisamente a riccio. Perché vuole saperlo? Io non voglio parlarne, non capisce!? - Andiamo a casa, per favore. Ho bisogno di una doccia normale... -

- Ho ucciso quello con i capelli rossi, Margot. -

Mi si gela il sangue.

Ecco perché era sparito...

Lo guardo di nuovo. - Cosa? -

- Ho inscenato un incidente. Morto sul colpo. Non ti farà mai più... -

- PERCHÉ, MIGUEL!? - urlo. - PERCHÉ LO HAI FATTO?!! -

- TI AMO, MARGOT! - sibila, arrabbiato. - E ODIO QUELLO CHE LUI HA FATTO A TE! SO CHE NON SARAI MAI PIÙ LA STESSA! HAI PAURA DI ESSERE TOCCATA, LA RABBIA HA PRESO IL POSTO DELLA TRISTEZZA E PRIMA DI DOMANI MI LASCERAI! - batte entrambi i pugni sul volante, gli occhi pieni di lacrime. - So che andrà a finire così... - singhiozza. - Ti amo col respiro, i sorrisi e le lacrime di tutta la mia vita, Margot. Ma so che non basta. Non basterà mai più. - uno dei suoi pugni, ora, si schianta contro il finestrino. - Ho lasciato che morissi anche tu, come mia madre. Tutto quello che ho fatto, non è servito a niente. Di nuovo. -

Gli afferro con forza il polso e premo la sua mano sul mio cuore. - Lo senti, Miguel? Lo senti battere, vero? - sarebbe impossibile non sentirlo, in realtà. - Io ti amo con il mio cuore, la mia anima e tutto l'amore del mondo. Ma hai ragione, non basta più. Perché mi è stata tolta la dignità di donna che ho sempre avuto. - non ci vedo quasi più, a causa delle lacrime. - Erano in tre, quella sera. Due mi tenevano ferma e il rosso si divertiva. Nessuno ha sentito le mie urla, nessuno ha provato il mio dolore, nessuno era lì per me! - scoppio a piangere. - ERO SOLA, MIGUEL! SOLA! - allontano la sua mano e mi rannicchio sul sedile, singhiozzando. Mi copro il viso, perché non voglio essere guardata. Non voglio più niente.

Perfume of Love - MIGUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora