16. Un'ottima cena

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Attraversarono la Piazza percorrendo numerosi ponti e passerelle, mentre sotto i loro piedi scorreva l'acqua di Mezzanto. Le persone nei loro abiti eccentrici sostavano chiacchierando sulle numerose panchine. Una coppia volteggiava a mezzo metro da terra tenendosi per mano.

Un paio di ragazze molto carine che procedevano a braccetto nella direzione opposta lanciarono delle occhiate maliziose in direzione di Galeno, lui accennò un sorrisetto chinando leggermente il capo e le due scoppiarono a ridere.

Corrado le guardò allontanarsi.

"Chi erano quelle?"

"Oh, nessuno".

Già, nessuno.

Corrado si voltò. Beatrice lo stava fissando di nuovo con quello strano sguardo che poco prima aveva colto alla bottega di Zibone, ma non appena i loro occhi si incrociarono lei lo distolse e accelerò spedita verso Galeno che li precedeva muovendosi leggero come una gazzella.

Un ragazzino con i capelli rosso fuoco si avvicinò a grandi passi con una pila di fogli stretta nella mano.

"Signori, prendete questo! Sabato prossimo, al Mercato della Città, Padiglione Sud, vi aspettiamo!" disse a gran voce.

Corrado afferrò dalle mani del ragazzino un volantino che pubblicizzava una grande esposizione di piante e fiori.

Città di Mezzanto

Il nono di novembre, nella giornata di sabato

Nel Padiglione Sud al Grande Mercato Coperto

Grande esposizione di piante e fiori

Accorrete!

Plantelle, Fiori barbati, Amanticole Grigie e molto altro dai Sette Distretti!

Assaggiate le Pulcelle!

Alla sera concerto di Grammapenduli!

I bambini ne andranno pazzi!

Avrebbe pagato cifre spropositate per poter visitare quell'esposizione e poter vedere tutte quelle meraviglie vegetali. Avrebbe persino assaggiato le Pulcelle, pur non sapendo cosa fossero.

Ma sapeva che non sarebbe stato possibile, così si infilò il dépliant in tasca con rassegnazione e continuò a seguire Galeno che si dirigeva a grandi passi oltre la Piazza.

Poco più avanti in un vicoletto a pochi metri dall'Accademia di Magia, si trovava la locanda di Giannetta.

Era un locale che spiccava in mezzo a tutta quell'enormità di pietra lucente, perché era piuttosto modesto nelle dimensioni e nello stile. L'esterno era di legno scuro quasi nero, con un'insegna chiara sulla quale si leggeva Giannetta, pasti e bevande, tutt'intorno un tripudio di fiori e vasi colorati di ogni misura. Un gatto dormiva beato tra le terrecotte.

I tre varcarono la soglia e si ritrovarono in un ambiente piuttosto rumoroso, ma confortevole e accogliente, dove spiccava su tutto il resto la presenza di un camino acceso. Il legno la faceva da padrone, le pareti ne erano ricoperte e anche i tavoli non erano che pianali lucidi tagliati direttamente da grossi tronchi come se fossero fette di pane.

Corrado annusò l'aria. Un ottimo profumo di cibo gli riempì le narici mettendogli subito un grande appetito.

C'erano ancora alcuni tavoli liberi e Galeno si diresse sicuro verso uno dei più appartati, lontano dalle finestre.

Beatrice si tolse la cappa di lana e si accomodò non sapendo bene come gestire le pieghe della gonna che scivolavano a destra e sinistra, toccando il pavimento. Decise di lasciarle cadere come cadevano e basta. Galeno si sfilò il soprabito appoggiandolo ad una sedia vuota e si stiracchiò le braccia. Sotto indossava un panciotto di pelle e una camicia scura che lasciava intravedere al collo un piccolo ciondolo d'argento a forma di pesce.

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