55. Nel cuore del bosco

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La bambina più piccola lanciò di nuovo i sassi davanti a sé. La luce della luna filtrava tra i rami degli alberi e il suo bagliore bianco si rifletteva sulla terra umida e fredda del bosco.

"Guarda", disse.

"Che cos'è?" rispose l'altra mentre i lunghi capelli le scivolavano sulle spalle toccando il terreno.

"Credo che sia un cane" rispose osservando i sassi disposti davanti ai suoi occhi.

"É un lupo" la corresse l'altra.

"Non è vero! È un cane guarda le orecchie!"

"Ok, allora vediamo!".

Così dicendo la più grande, afferrò una manciata di terra da un sacchetto di pelle che teneva legato alla cintura, la strinse nel pugno per qualche istante e poi la lasciò cadere a terra proprio sopra i sassi disposti davanti a loro.

In pochi secondi si sviluppò una debole fiamma che bruciava lenta illuminando i visi sporchi delle bambine. La fiamma crebbe in altezza mentre la terra si consumava e i sassi si arroventavano.

"Guarda, che ti ho detto... è un lupo" disse tronfia la più grande delle due.

Dalla fiamma emerse la figura di un animale a quattro zampe che correva veloce e che, ad un certo punto, si fermò allungando il muso verso il cielo.

"Sta ululando, è un lupo" concluse la bambina portandosi i lunghi capelli di lato.

La più piccola osservava con una certa delusione il lupo di fuoco che lentamente si spegneva. Era scalza, indossava una tunica di panno e una mantella di lana grigia.

"Perché non sono brava come te?" chiese all'amica.

"Imparerai" rispose l'altra raccogliendo i sassi roventi senza provare il minimo dolore.

Se li mise in tasca, si alzò in piedi e tese la mano alla più piccola. I suoi lunghi capelli toccavano quasi il suolo, mancavano solo pochi centimetri. Quello sarebbe stato il momento in cui le porte del grande Albero si sarebbero finalmente aperte anche per lei. Avrebbe potuto apprendere tutti gli incantesimi che ora le erano proibiti e avrebbe potuto affinare le sue doti magiche divenendo potente e saggia come le sorelle più grandi.

Sfortunatamente i capelli ci avevano messo più del dovuto a crescere, alcune ragazze più giovani di lei avevano visto le loro chiome allungarsi a vista d'occhio giorno dopo giorno, fino a raggiungere il terreno in pochi anni. Per lei l'attesa era stata più lunga, perché insieme ai capelli erano cresciute molto anche le sue gambe, ma ora mancava poco e presto anche il suo momento sarebbe arrivato.

La piccola le prese la mano, si alzò in piedi e spazzò via la terra dal vestito.

"Ora è meglio rientrare, andiamo" disse la più grande e insieme si incamminarono lungo il sentiero che attraversava il bosco costeggiando il fiume. La notte era calata e l'aria iniziava ad essere fresca. Nonostante fossero entrambe scalze non sembravano soffrire minimamente le asperità del terreno. Procedevano canticchiando e imitando i versi degli animali del bosco quando la più grande delle due si arrestò e fece segno all'amica di fare lo stesso.

"Che c'è?" chiese sottovoce la bambina.

"Sento qualcuno, presto togliamoci dal sentiero" disse trascinando la piccola nel folto del bosco.

Restarono nascoste dietro ad un cespuglio di bacche. Era impossibile vederle, nessun occhio umano ci sarebbe riuscito. Facevano parte di quel paesaggio e il bosco era ormai una parte di loro, percepivano i movimenti del suolo sotto i loro piedi e i rami degli alberi erano un'estensione delle loro braccia. Persino un animale avrebbe faticato a scovarle perché anche il loro odore non aveva più nulla di umano, odoravano di terra e foglie secche, di muschio e di corteccia. Le sorelle avevano insegnato loro a non temere il bosco, a non avere paura della notte e dell'oscurità che consideravano amiche. La vegetazione, gli animali che popolavano il bosco, le acque che vi scorrevano e la terra su cui tutto questo cresceva e proliferava in perfetto equilibrio, rappresentava per tutte quante qualcosa di sacro. Tutte lo rispettavano, profondamente, e avevano scelto di esserne parte.

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