32. La luce del mattino

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Le campane suonarono le undici, Beatrice aprì gli occhi a fatica e li richiuse subito.
La luce del mattino inondava la camera e un buon profumo di dolce proveniva dalla cucina.

Si tirò seduta sul letto, sbadigliò rumorosamente e provò a ricordare cosa avesse sognato.

Aveva sognato qualcosa, di molto concreto, riusciva persino a percepirlo ma le immagini scivolavano via dalla mente e dalle dita. Più provava a trattenerle meno ci riusciva.

Tutto svanì prima che potesse ricordare un solo dettaglio.

Si sentiva felice quella mattina, come sollevata.

Ripensò alla festa, alla musica assordante, alla penombra della sala. Ma non era quello a cui desiderava ritornare con la mente. Si concentrò di nuovo e si rivide mentre correva fuori dalla sala di corsa, rivide Corrado che se ne andava via con lo sguardo basso. Poi lo vide di nuovo appoggiato alla parete fuori dal teatro, lo sentì mentre la stringeva.

Si soprese quando percepì gli angoli della bocca che salivano verso l'alto.

Quella mattina Beatrice pensò a Corrado. E ci pensò più volte.

Sorrideva e non si spiegava il perché. Si sentiva solo molto stupida.

Si alzò stiracchiandosi, si scostò le ciocche di capelli scuri che le ricadevano sul viso e infilò una felpa.

Scese di sotto.

Le scale di legno scricchiolavano sotto i suoi piedi nudi e il profumo di dolce si faceva più intenso.

"Buongiorno pigrona" disse Adriana vedendola affacciarsi in cucina.

"Buongiorno nonna"

Adriana posò sulla tavola un piatto di dolci caldi appena cotti.

"Pancakes!"

"Nonna sei la migliore!" disse Beatrice versandosi il caffè caldo nel latte.

Adriana si sedette accanto a lei, c'era una luce meravigliosa quella mattina, i colori della cucina splendevano: le tazze collezionate in una vita, tutte diverse, impilate nella credenza, gli asciugamani a quadretti messi ad asciugare appesi al forno, i libri di cucina sullo scaffale, le arance mature sul tavolo di legno. Le sedie azzurre e quella gialla.

"Hai fatto tardi ieri sera... com'era la festa?"

"Noiosetta a dirla tutta, io e Corrado ce ne siamo andati via presto" rispose Beatrice addentando un pancake sgocciolante di sciroppo d'acero.

Adriana si chiedeva se fosse il caso di insistere o lasciare che Beatrice parlasse spontaneamente.

Beatrice però taceva, quindi Adriana continuò a battere sul chiodo.

"Ti vedi spesso con Corrado ultimamente...".

Beatrice colse le intenzioni della nonna e si mise sulla faccia un sorrisetto furbo.

"Nonna, dimmi... cosa vuoi sapere?"

"Nulla, ci mancherebbe, solo mi sembra che questo Corrado sia molto presente nell'ultimo periodo..."

"Sì, lo è"

"..."

"Non c'è nulla fra di noi se è questo che vuoi sapere" si arrese Beatrice.

"Oh, ma non ci sarebbe nulla di male tesoro!"

"E allora cosa c'è?"

"Niente, sono solo curiosa, in tre anni non mi hai mai parlato di lui ed ora è quasi uno di famiglia. Ti viene a cercare a casa, ti porta gli appunti che poi si dimentica di lasciare...".

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