Sono nata nel 1947, a Mezzanto.
I miei genitori erano commercianti di pietre, cioè compravano pietre rare e preziose da tutti i Sette Distretti e poi le rivendevano ai costruttori della città. Mi ricordo perfettamente la loro bottega, Ossolini Pietre Rare, lungo la via che scendeva verso il porto. Ci passavo le ore da bambina. Era splendida, tutta di legno intarsiato, con le pareti a scaffalature che arrivavano al soffitto e su ogni scaffale decine di vasi di vetro pieni zeppi di pietre e gemme di ogni colore. Ricordo mio padre Giano Ossolini, lo chiamavano il Pietraio, con il suo camice azzurro che si muoveva leggero utilizzando l'enorme scala scorrevole per raggiungere i vasi più alti.
E poi c'era mia madre Rosalma, era una donnina minuta, con il sorriso sempre stampato sulla faccia.
La mia infanzia era tutta lì, dentro quel mondo fatto di piccoli sassi lucenti stipati sui ripiani. Quarzi di ogni colore, giada, ametiste viola e azzurre, onici, opali dai colori cangianti, marmi, ardesie, malachiti, turchesi, ambra. Nomi meravigliosi che avevo scordato! Nei cassetti blindati invece c'erano le più preziose, oro, argento, rame, topazi, rubini, smeraldi, zaffiri e diversi diamanti. Ne avevamo a centinaia in quella piccola bottega.
Passavo i pomeriggi a leggere sul ballatoio, mentre giù al pianterreno decine di clienti entravano, esaminavano le pietre alla luce del sole per verificarne la purezza e poi uscivano con il loro piccolo pacchetto in tasca.
Quelle pietre sarebbero poi diventate strade, ponti, edifici. Mio padre mi raccontava orgoglioso che il Palazzo dell'Alto Consiglio fu edificato partendo da un singolo sassolino di giada verde che proprio lui vendette al Mastro Costruttore di Mezzanto.
Avevo un fratello, Tonio, più grande di me che all'epoca studiava per diventare Passante. I miei si erano detti contrari da subito perché ritenevano quella professione pericolosa e difficile, ma non poterono far altro che accettare la cosa e ben presto si abituarono ad avere un Passante in famiglia. Quando ricevette il titolo, Tonio incominciò a viaggiare molto e le sue visite a casa divennero sempre più rare. Una però la ricordo bene perché mi regalò qualcosa di speciale, qualcosa che rese più semplice e chiaro quello che sarebbe stato il mio percorso, la mia vita.
Tornò da una missione esplorativa all'Esterno e trovò un libro, una raccolta di poemi che mi regalò una sera dopo aver cenato tutti insieme, sapeva che l'avrei adorata. Aveva ragione, io amavo leggere e amavo la poesia, quel piccolo volume mi fece compagnia per anni. Imparai alcuni versi a memoria, li trovavo splendidi, così musicali e profondi. Non avevo mai letto nulla di simile prima nelle nostre biblioteche.
Decisi quindi di proseguire gli studi per diventare insegnante alla scuola di Mezzanto. Ancora una volta i miei genitori dovettero ingoiare il boccone amaro del secondo figlio che rifiutava di proseguire l'attività di famiglia. Alla fine, accettarono anche quello e io divenni insegnante.
Fu in quegli anni che conobbi Mirene.
Aveva circa venticinque anni ed era diventata Passante da poco, fece scalpore la sua decisione di intraprendere quella carriera non tanto perché fosse una donna, in realtà erano molto numerose le donne tra le fila dei Passanti, ma perché tutti sapevano che l'aveva fatto soprattutto per fare un dispetto al padre, Aezio.
La conobbi un pomeriggio d'estate, al porto. Io mi trovavo lì per ritirare alcune merci per la bottega dei miei genitori e maldestramente feci cadere il prezioso pacchetto contenente tutte le pietre. Quei sassolini lucenti si misero a rotolare in mezzo alla strada, sotto le carrozze e in mezzo ai piedi della gente. Non sapevo che fare. Mirene assistette alla scena e si avvicinò.
"Ti aiuto io" mi disse.
E sollevando una mano a mezz'aria raccolse tutte le pietre che si raggrupparono obbedienti proprio ai miei piedi. Io che non avevo mai esercitato così bene la magia rimasi stupita e la ringraziai.
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Il Passante
FantasyCOMPLETATA. Corrado e Beatrice. Due ragazzi, due compagni di classe, quasi due perfetti sconosciuti. Finchè a Camarelli, paese perduto tra le nebbie del nord Italia, non accade l'impossibile. Un uomo ha appena attraversato il muro della Cattedrale...