PROLOGO

235 9 0
                                    

16 febbraio

L'aereo atterrò con leggerezza.

Al segnale lampeggiante e in seguito alla voce dello steward di bordo, tutti si alzarono frettolosamente per recuperare il proprio bagaglio a mano ben riposto nella cappelliera.
Maddy dovette aspettare il passeggero al suo fianco, data la postazione vicino al finestrino.
Era esausta.

Il viaggio con partenza dall'Italia le era costato la bellezza di dieci ore con uno scalo all'aeroporto di Philadelphia, correndo poi da un gate all'altro per prendere un nuovo volo della durata di un'ora diretto a New York, dove l'aspettavano i suoi zii e la sua cuginetta di soli dodici anni.
Non amava viaggiare in aereo per la paura delle altezze, ma a mali estremi, estremi rimedi.

Gli zii risiedevano in America da una ventina d'anni circa per lavoro, dove sua zia Giada aveva trovato occupazione come insegnante e il marito come manager in un'azienda automobilistica.
Mantenendo origini e tradizioni, avevano cresciuto la piccola Nicole insegnandole l'italiano, leggendo libri semplici e facendo esercizi di scrittura.

All'età di sei anni  fu tragicamente colpita di un'improvvisa malattia di cui i genitori non vollero mai parlarne e che la costrinse in ospedale fino ad allora.
Il 19 febbraio avrebbe compiuto quattordici anni e sarebbe uscita da quella prigione che la teneva separata da casa.

Aveva vinto la sua battaglia e piano piano si stava rimettendo in sesto.

Maddy non vedeva sua cugina dall'unica vacanza fatta in America, dove furono ospitati lei e i suoi genitori.
Viaggio stancante e non decisamente economico.
Le due famiglie erano rimaste in contatto e gli zii di Maddy le avevano proposto una vacanza da loro come regalo di compleanno di Nicole.

Tutto consisteva nel partecipare ad una sorta di campeggio tra le montagne dell'Oregon, come gli scout al contatto diretto con la natura.
Nicole adorava guardare i libri di animali, leggere enciclopedie semplificate per i ragazzi, ma soprattutto adorava i lupi.

Chiedeva sempre a mamma e papà di tenerne un cucciolo in casa o quanto meno un cane che gli somigliasse, ma vivendo in appartamento, sarebbe stato alquanto difficile e sicuramente restrittivo per una razza medio grande.

Finalmente, dopo qualche minuto Maddy riuscì ad alzarsi, inclinando leggermente il capo per non sbattere la testa contro la cappelliera e una volta afferrato il suo zaino, si mise in coda per scendere.

"Ma quanto ci vuole" borbottò mentalmente alzando gli occhi al cielo, un tic che ripeteva spesso e volentieri nelle situazioni di noia e di stress.

Dopo un'attesa interminabile la fila iniziò a sciogliersi e nel giro di poco, con il passo affrettato si ritrovò davanti al nastro trasportatore, nell'attesa della valigia.

Era visibilmente agitata e nervosa, tanto da non riuscire a trattenersi dal mordersi le unghie, torturarsi le punte dei capelli o addirittura sbattere il piede a terra spazientita.

Erano passati tanti anni, le cose erano cambiate. Lei era cambiata.
Dopo la maturità, Maddy ebbe un crollo depressivo.
Passò un anno sabbatico, prima che si decidesse a muoversi nel mondo reale.

Non usciva più, di rado vedeva gli amici e le era completamente passata la voglia di fare qualsiasi cosa implicasse uno sforzo fisico.

Con l'occasione dell'uscita di Nicole dall'ospedale, Giada propose una vacanza insieme in un campeggio: Il villaggio dei lupi.

Avrebbero trascorso del tempo insieme, fuori di casa e fuori dal mondo, in mezzo al verde e ai boschi.
Conoscere nuove persone, stare in compagnia e lontano dalla routine quotidiana, fa sempre bene all'anima e al cuore.

IL VILLAGGIO DEI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora