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<<Mi spieghi perché dopo tutto questo tempo!? >>
Savannah era stata convocata in quello che doveva apparentemente essere lo studio del capobranco.
Una piccola stanza che giocava sulle tonalità del rosso, con arazzi appesi a decorare le pareti, tappeti persiani ai loro piedi e diverse candele a donare un'atmosfera sia accogliente che inquietante.

Le ricordava la piccola cappella della chiesa dove andava con sua nonna alla sera per la messa. Crescendo aveva smesso di credere e di praticare.
Non solo l'argomento non era di suo interesse, ma la scienza, avanzando con gli anni aveva spianato la strada e quindi era giunta alla conclusione di dover credere di più in sé e nelle sue capacità, piuttosto che in misteriosi miracoli di fortuna.

Ritornò alla realtà con il pensiero dell'Alpha che aveva portato la sua amica chissà dove e sicuramente l'avrebbe fatta a pezzi.
Kurt aveva scelto lei come compagna o così tutti credevano e dovevano credere.
<<Perché ora è maggiorenne>> rispose seccato, ma volendo continuare il discorso.
Non la convinceva minimamente, sentiva puzza di bruciato.
<< E che cazzo vuol dire!? >>

Si trovavano in piedi uno davanti all'altra, con le fiamme di un camino ad illuminare i visi contorti dalla rabbia.
Kennet fece per voltarsi e lasciare in sospeso la conversazione quando Savannah gli afferrò con fermezza un braccio, riportandolo alla posizione originale per guardarlo negli occhi.
Il gesto lo fece imbestialire, tanto da sbuffare con prepotenza, somigliando ad un toro pronto alla carica.

<<Primo. Non osare mai più toccarmi.>>
Scandì ogni parola per far sì che le entrassero bene in testa.
<< Secondo. Vedi di cambiare il tono della voce, signorina. >>
Di risposta Kennet la vide abbassare la guardia come un lupo obbediente per poi ripartire alla carica con la ramanzina.
Quella donna sapeva essere davvero esasperante.

<< Nicole ha quattordici anni, Kennet! Quattordici! E Maddalena ha superato da poco l'età matura. Le altre oltre a lei sono maggiorenni già da un bel po', non trovi!? >>
La più grande era Sabine e tutte comunque si aggiravano verso la trentina.
Poi un flash le si presentò come un abbaglio, schiarendole le idee.

"Ha scelto una ragazza così giovane e fisicamente in carne perché possa avere più gravidanze e senza problemi.
Dakota farà nascere i bambini nei sotterranei senza l'aiuto specialistico di medici e ostetriche. Tanto lei ne è pratica da quanti ne ha avuti.
Se qualcosa andrà storto, potrà averne altri.
La costringeranno a formare da sola il branco, di numero esattamente uguale a loro, sette.
Kurt è stato adottato, non fa parte della famiglia ufficiale."

Per poco non svenne a quel ragionamento così sbagliato e nauseante.

<<Savannah chiuditi quella maledettissima bocca! Devo ricordarti con chi stai parlando!? Non sono cazzi tuoi di quello che faccio!
Guai e dico guai se ti azzardi ancora a rivolgerti a me in quel modo! Sono stato chiaro!?>> Urlò così forte da poter vedere Savannah mettere la coda in mezzo alle gambe.

Non aveva mai provato nessun tipo di simpatia nei suoi confronti ma lei sembrava fatta di roccia, come se niente potesse ferirla o spostarla dalle sue idee.
Era palese che tutte le ragazze la seguissero, dato il suo sangue freddo e la temerarietà.

<<Piuttosto, dimmi per quale assurdo motivo Kurt ti ha portato nella mia stanza. E' severamente proibito e lo sa. >>

Savannah doveva mentire per attenersi al piano.
Non si scompose, non deglutì e non fece alcun movimento che potesse contraddire le sue parole.
<< Dopo che ci avete divise, volevo vedere Maddalena. Dovevo assicurarmi che stesse bene e quando sei donna, viene molto semplice negoziare con un uomo. >>

Inarcò un sopracciglio e Kennet capì perfettamente cosa volesse dire.
<< Lui vanta qualsiasi diritto su di te, non deve chiedere. Se vuole scoparti lo fa, se vuole ucciderti lo fa. Nessuno del branco può interferire. >>
Savannah stava raccogliendo tutte le informazioni possibili, doveva farlo parlare.
<< In merito a questo, non vedo il marchio >> continuò lui.
Colta in flagrante sbarrò gli occhi, anteponendo un velo di incertezza captato con prontezza dal radar dell'Alpha, che la mise in serie difficoltà.

Le si avvicino, afferrandole con delicatezza il viso, voltandolo verso la luce del fuoco per vedere il collo.
Savannah non sapeva di cosa stesse parlando e di conseguenza non poteva improvvisare.

<< Lo sai che finché non hai il marchio di appartenenza, puoi essere presa da qualsiasi lupo, anche se ha già una compagna? >>
La ragazza rimase sconvolta all'idea di poter rischiare di passare per la puttana del branco.
<< Maddalena non è marchiata >>
<<Io sono il capobranco, nessuno può togliermi la mia donna.>>
Savannah sogghignò alla falsità di quell'affermazione ma sapeva anche che nessuno dei ragazzi avrebbe osato toccarla e sfidare il capobranco. Tutti lo temevano.
Tutti tranne Kole.
<<Questo perché Kole è stato troppo lento. >>
Quelle parole le regalarono uno schiaffo in faccia che la fece voltare.
<<Ora te ne ritorni da dove sei venuta e se ti becco ancora a gironzolare, ti uccido. >>

IL VILLAGGIO DEI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora