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QUALCHE MINUTO PRIMA

L'Alpha imprecò quando sentì il suo sottoposto raccontagli della tentata fuga della piccola Nicole.
Non aveva dubbi che l'avrebbero presa, ma comunque la rabbia ribolliva come un intruglio in un calderone.

Aveva appena consumato con Maddalena, anche se contro ogni resistenza da parte di lei.
L'Alpha si giustificò mentalmente, ripetendosi che ogni uomo aveva delle necessità e l'istinto animale era una cosa naturale, primordiale e da assecondare.
Spettava a lei capire questo suo impulso e quindi di compiacerlo, invece non ne voleva sapere di collaborare.

Così giovane e così forte, attaccata ai suoi principi e ai suoi ideali, senza farsi smuovere né dal terrore psicologico né da quello fisico.
Kennet era certo che lei avrebbe fatto il necessario per mettere in salvo prima gli altri che se stessa. In primis la famiglia.
Ma ormai doveva accettare il fatto che sarebbero diventati loro la sua famiglia, il suo branco e che le avrebbe conferito il ruolo di femmina Alpha.

<< Raggio di sole >> le si avvicinò per baciarla e prontamente lei si scansò, guardandolo indignata.

<<Non ci provare neanche >> sputò secca , con tono basso e irato.
Il suo tentativo di essere la compagna perfetta era svanito dopo i primi cinque secondi che era entrato il lei.

Sì sentiva sporca, violata e tentò con ogni forza di toglierselo di dosso, senza successo.
Fu costretta a subire, a sentire le sue mani e la sua bocca su tutto il corpo, ovunque.
La foga che le strappò i vestiti e l'eccitazione che la morse, imprimendola di lividi ovunque.
Pianse quando sentì concludersi l'atto dentro di lei e pregò qualsiasi divinità esistente di non essere fertile in quel periodo.

Lui invece ne rimase soddisfatto, alzandosi per andare a recuperare una vestaglia per coprirsi.
Maddy si alzò puntando al tavolino  con sopra diverse bottiglie di liquori e se ne versò un po' in un bicchiere di vetro.
Lo tracannò come fosse acqua, tossendo leggermente alla fine per l'elevata gradazione alcolica a cui non era abituata.

L'Alpha seguiva i suoi gesti come un cagnolino e in silenzio, forse per redimersi, si avvicinò nuovamente a lei posizionandosi davanti e cingendole la vita, cercando di raggiungere il suo viso, ma con il palmo della mano lei gli tappò la bocca.

<<Ti ho detto di non provarci, cos'è che non capisci? >> cercò di tirare fuori il coraggio e la faccia tosta, ma si sentiva sfinita e senza forze.

<<Non mi piace quando fai così >> biascicò lui prima di risistemarsi i capelli. Tentò nuovamente di baciarla e come prima, indietreggiò per liberarsi dalla sua morsa.

<<Non me ne frega un cazzo. Ora stai zitto e mi ascolti bene. >>

<<Cosa credevi di fare? Di scoparmi come volevi per poi lasciarmi lì, come un giocattolo, credendo che avremmo vissuto felici e contenti giocando a mamma casetta? >>

La sua testa optava per l'isteria, sapendo che nessuna frase avrebbe mai ferito e messo in ginocchio quell'uomo possente, come lui aveva fatto con lei, privandole della sua dignità.

<<C-Cosa? >> forse non era proprio fatto di roccia, almeno non con lei e i sensi di colpa presero posto per sedersi sulla spalla, cominciando a tormentarlo.
Sapeva di aver sbagliato, un po' per colpa della fretta e un po' per affermare la sua posizione di sovrano.

<<Tu non oserai mai più toccarmi. >>
I ruoli si invertirono e mentre lei acquisiva sicurezza lui sembrava spaesato, come se non stesse capendo niente della situazione.

Senza aggiungere altro si avviò di nuovo a letto, aveva bisogno di risposare, di urlare e di piangere.
Non sapeva più che giorno era, come stavano le altre e per quanto tempo l'avrebbero tenuta segregata là sotto.

<<Raggio di sole, vieni qua >> disse calmo, guardandola come un cucciolo di lupo smarrito, stringendole una mano per tirarla a sé prima che raggiungesse la sua destinazione.
Dalla cattiveria innata era passato alla genuinità e gentilezza, come un'ombra che abbandona il corpo.

<<Vaffanculo >> con uno strattone si liberò e si diresse verso l'unico posto accogliente.

<<Sono stanca, voglio dormire. Tu vai a lavorare, fai quello che devi fare e torna >> si avvolse una coperta di pile maculata sulle spalle, stringendosi su se stessa.

<<Anzi... non tornare proprio >> quello fu il colpo di grazia.

L'Alpha rimase in silenzio, mentre la stessa ombra di prima, ritornava come una calamita al suo proprietario.

<<Come scusa? >> chiese abbastanza su di giri, rimettendo la maschera della cattiveria.
Maddy sapeva che quella guerra non era finita e non poteva di certo sperare di spegnere il fuoco con la benzina.
Avrebbero litigato finché lui non si fosse stancato di lei. L'avrebbe mandata via, o forse l'avrebbe uccisa.

<<RISPONDIMI QUANDO TI PARLO!>> quella frase la utilizzava spesso quando era veramente furioso.

Maddy fece voto di silenzio rimanendo immobile e pregando che finisse presto, finché non lo vide avvicinarsi al letto e afferrare con violenza la coperta per poi scaraventarla via dal corpo della ragazza, scoprendola del tutto e spingendola con la schiena sul materasso, posizionandosi poi a cavalcioni sopra di lei, bloccandole i polsi.
Era una mossa di sottomissione che odiava, perché fisicamente non riusciva a muoversi o a liberarsi, era troppo poco forte.

<<Faccio quello che voglio >> bisbigliò fra i denti con aria disfida.

<<Temo di non aver capito bene amore. Tu non fai quello che ti pare. Tu fai quello che voglio io, sono stato abbastanza chiaro? >>

Come prima, mantenendo il suo voto, lo fissò senza emettere un rumore, con rabbia e con un accenno di sfida.

<<RISPONDI! >> urlò serrando la sua morsa ancora più forte.

<<IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO!>> gli ringhiò contro alzandosi leggermente con la schiena per andargli in contro, tornando poi alla posizione originale, sbattendo sul materasso.

L'Alpha era in procinto di alzare nuovamente le mani, quando dalla stanza entrò qualcuno con il fiatone, tutto agitato.

Kennet si alzò con calma dalla sua posizione, fissandola per l'ultima volta come se volesse ucciderla e comunicandole mentalmente che la questione non era finita.

Kay trascinò dentro Nicole per poi spingerla al centro della stanza e a quella vista, a Maddy divennero gli occhi lucidi.
Fulminò il ragazzo con una sguardo. Sapeva fin da subito che non doveva fidarsi eppure si era fatta convincere dalla più piccola.

Però sua cugina era lì ed era viva. Forse ancora per poco.





IL VILLAGGIO DEI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora