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<<Dove vado... dove vado >>

Nicole si appoggiò con le mani alle ginocchia per riprendere fiato dalla corsa per i corridoi.
Non voleva rimanere un secondo di più in quel dannato posto.
"Se Kay crede di potermi sottomettere, beh, si sbaglia."

Riprese il passo in silenzio con il cuore a mille e l'agitazione che le faceva tremare le mani e l'unico rumore a farle compagnia, era il continuo ticchettio delle gocce che dal soffitto si schiantavano a terra.

A volte pestava delle piccole pozzanghere e a volte piccoli residui di qualcosa di cui Nicole non voleva sapere la provenienza, che al contatto con le sue scarpe, si spezzavano ugualmente a come si spezzano delle ossa umane.

Si rese conto di essere in un tunnel, con scarsi residui di aria pulita e qualche luce fioca dal colore arancio-giallastro ad illuminare quel poco che bastava per vedere ad un palmo di naso.

Non riusciva a scorgere il fondo però, era troppo buio ma non poteva assolutamente tornare indietro quindi, avanzò lentamente, stando bene attenta a dove metteva i piedi.

<<Nicole! >> sentì l'eco del suo nome risuonare per tutto il tunnel.

Si fermò improvvisamente sul posto, sbarrando gli occhi e senza aver il coraggio di guardarsi indietro.
<< Oh no >>

Cominciò a correre disperata nel buio più totale e con l'adrenalina in corpo, fino a quando non andò a sbattere violentemente contro un portone in legno con delle scritte rosse incise sopra.

Senza pensarci due volte tentò di aprirla con un po' di fatica, riuscendo poi ad entrare.

I suoi occhi faticavano a credere all'orrore che le si presentava davanti.
Attaccate al soffitto, ad una catena metallica, penzolavano decine di carcasse insaccate in teli di plastica trasparente opaca da macelleria e posizionate geometricamente, creavano un vero e proprio labirinto.

Tossì, cercando di non creare troppo rumore, ma l'odore di carne morta era impossibile da sopportare, tanto da provocare gli sforzi di vomito.
Si coprì istintivamente naso e bocca con un lembo di maglia.
"Cavoli, che schifo"

Si avvicinò a passo cauto ad uno dei tanti sacchi e quando realizzò di avere davanti corpi di animali, sospirò schifata ma pur sempre sollevata che non appartenessero a corpi umani.

Indietreggiò velocemente alla cieca e combinandone una delle sue, andò a premere involontariamente il pulsante che azionava il meccanismo di rotazione della catena metallica.
Un rumore assordante sovrastò il silenzio, seguito da quello pesante degli ingranaggi di ferro arrugginiti e in pochi secondi, i corpi iniziarono a muoversi per tutta la stanza.
Nicole si sentì mancare, aveva paura che il cuore non potesse reggere e quando cercò di farsi forza per spegnere l'azione meccanica, sentì nuovamente chiamare il suo nome.
<< Merda. >>

Abbandonando l'idea, partì come una scheggia in mezzo a quelle carcasse, cercando di schivarle.
Non riusciva a capire il giro meccanico e nonostante i suoi tentativi, ci finiva sempre addosso.
Era tutto quasi completamente buio, tranne per delle luci azionate che sparavano scatti continui, come un'infinità di flash di una macchina fotografica.
La paura scalpitava a mille e le gambe si stavano rammollendo, faticando a reggerla in piedi.

I corpi alternavano i loro movimenti con delle pause, mentre lei si guardava tutt'intorno per capire dove andare, arrancando contro quegli animali morti che riusciva ad intravedere tra un flash e l'altro.

Il respiro affannava e la claustrofobia mai provata prima, la soffocava come se fosse lei ad avere in testa quei sacchetti di plastica che non le permettevano di inalare aria.

Tutto d'un tratto il meccanismo cessò, bloccando così anche il rumore assordante. I corpi penzolarono diversi secondi avanti e indietro prima di fermarsi definitivamente.

Rimase ferma, in ascolto.
Non potendo sfruttare a pieno la vista, doveva far conto sull'udito.
Così chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi.
Non si azzardò a fiatare e trattenne il respiro.


<<Nicky, lo so che sei qui. >>
Nicole rimase sempre zitta e si tappò la bocca per evitare di emettere qualsiasi tipo di suono.

<<Avanti piccola... vieni fuori. >>
Restò in ascolto, sentendo come quelle parole confermavano la sua teoria del fatto che non era più lo stesso.
Forse gli altri gli avevano fatto il lavaggio del cervello.

"Ha spento il pulsante e quindi in teoria è distante da me."

Riprese il suo percorso a piccoli passi in punta dei piedi, dritta davanti a lei per allontanarsi ma improvvisamente scattò l'antincendio e gli  spruzzi d'acqua iniziarono ad uscire impazziti dai dispositivi posizionati sul soffitto della stanza.
Facendosi furba colse l'occasione del fruscio d'acqua per avanzare ma l'agitazione non le permetteva di ragionare lucidamente.
Le sembrava di girare sempre in tondo dentro quella stanza, non riuscendo ad individuare un percorso da seguire, dato che le carcasse penzolanti le bloccavano la vista.
Quando sotto di lei ci fu praticamente un lago, allora Kay spense l'antincendio e l'acqua cessò di uscire.
Oltre a qualche goccia che scendeva dai teli delle carcasse, il silenzio regnava sovrano.

Nicole provò a fare un passo per continuare la fuga, ma capì di aver sbagliato completamente.
L'eco dell'acqua smossa dal suo peso provocò un tale rumore da permettere di essere localizzata.

"Sono fregata"

<<Nicky, vieni da me >> non l'aveva mai chiamata così e questo la mandava fuori di testa dal terrore.
Percepiva la sua presenza nel buio, sapeva che si stava avvicinando a lei e le luci continuavano ad illuminare in modo psichedelico confondendole il cervello.


"Qualsiasi cosa faccio lui mi troverà. Ma che mi è saltato in mente? Ma poi, come ha fatto a trovarmi? Ho corso sì e no per cinque minuti buoni senza farmi vedere da nessuno. Oddio, le telecamere. Calma Nicole, che forse ce la puoi fare.

Sbagliato."

Kay l'afferrò da dietro per le braccia così da essere intrappolata.
<<Presa! Ma guarda chi abbiamo qui. Volevi giocare a nascondino? Beh, tana per me. >>
Nicole tentò di dimenarsi con le lacrime agli occhi, abbandonando ogni speranza di salvezza.
Non l'aveva sentito arrivare e non capiva come avesse potuto raggiungerla così velocemente.
<< Il bordo. bastava camminare sul bordo >>e Nicole di risposta puntò lo sguardo sul quella specie di battiscopa metallico rialzato di dieci centimetri dal pavimento.
"Quanto sono idiota"

Senza implicare eccessiva forza, la trascinò fuori sotto i suoi tentativi di liberarsi, scalciando con tutta la forza che le rimaneva.

<< Lasciami Kay! Lasciami! >> lo sentì ridere.

<< Sennò cosa mi fai, eh? >>
Rinunciò a lottare e sconfitta camminò seguendo i suoi passi.

                                                                                                 *

Aprì e quasi sfondò la porta che si ritrovava davanti e la spinse dentro, richiudendosela poi alle spalle.
<< Kennet >>
Nicole vide l'Alpha con solo una vestaglia addosso e sua cugina stesa sul letto con gli occhi gonfi e i vestiti strappati.
Tentava di coprirsi e vedeva che voleva andarle incontro, ma per qualche ragione, rimase immobile e zitta.


Kennet la guardò come se avesse assistito alla scena e sapesse già tutto. Evidentemente il lupo alla porta di Kay lo aveva avvisato.

Nicole sapeva si trovarsi in una marea di guai e cercò diplomaticamente di intavolare un discorso logico ma venne immediatamente interrotta da uno schiaffo che le fece voltare la faccia.

<<Zitta! >> ringhiò infuriato << Cosa credevi di fare Nicole? Di scappare via? SCAPPARE DA NOI FORSE?? >>

Poi la afferrò con una mano per la coda di cavallo, tirandole la testa indietro, così da costringerla a guardarlo negli occhi

<< Rispondimi quando ti parlo! >> le urlò contro sotto il pianto disperato della cugina più grande che gli implorava di fermarsi, senza riuscire muoversi.

<<Sì >> concluse Nicole abbassando lo sguardo.
Mentire avrebbe solamente peggiorato la situazione, quindi optò per la verità.


<<E così giochi a fare la furbetta? Forse non hai ancora imparato la lezione. >> 

IL VILLAGGIO DEI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora