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Maddy la guardò stizzita.
Che fosse determinata e coraggiosa non aveva dubbi, ma non avrebbe pensato che la mente investigatrice dietro a tutta quella faccenda, fosse lei. 
<< Perché non ce lo hai detto? >>
Ripensò a come inventava piani su due piedi durante le serate in malga, mentre sapeva già come sarebbe andata a finire.

<< Non potevo o tutto sarebbe andato a monte. Dovevate credere che fossi una di voi o gli altri avrebbero destato sospetti. Mi hanno fornito un'identità falsa, in modo che se fossero andati ad indagare, non avrebbero mai potuto risalire al mio lavoro e alle mie generalità. Il giorno che sono entrata ho spedito un messaggio che implicava l'arrivo dei rinforzi due settimane dopo la  nostra permanenza e la finta voce che la mia famiglia avesse sporto denuncia. Non sapevo quando saremmo andate nel bunker, pensavo verso la fine del mese, non così presto. Ad ogni modo, poi abbiamo consegnato i telefoni, quindi era tutto nelle mie mani. >>

Maddy rimase in silenzio, in ascolto di quella storia che non sembrava neanche sua.
Non riusciva a credere di aver passato quei giorni come una preda, una prigioniera e una schiava, all'oscuro di tutto.
Solo in quel momento le vennero in mente tutte le volte che Kurt spariva nel bosco, senza riferire niente a nessuno, invece di aiutare l'Alpha. Era già in atto il piano di fuga.

<< La storia dell'allarme era una sceneggiata per farci credere di doverci mettere in salvo, ma questo credo tu l'abbia capito. Io dovevo capire invece chi poteva essere corruttibile e di chi invece non potevo fidarmi. In questo caso, Kole è stato d'aiuto. >>

A sentire quel nome Maddy sentì un battito nel cuore, una pulsazione più forte e intensa, che quasi la fece tossire.

<<Kole? >> chiese ricordando il bacio nel bosco, la storia della quercia e i suoi modi accattivanti.
Forse era proprio per quello che non riusciva a capire il suo gioco; forse li stava aiutando e nessuno lo sapeva.

<<Kole negli anni aveva parlato diverse volte a Kurt sul suo essere stanco di vivere secondo regole, di dover avere un Alpha, e di conseguenza faceva impazzire tutti col suo carattere perché non sapeva come altro evadere. Poi quando Kurt gli rivelò il suo piano, acconsentì a partecipare. Era cosciente che sarebbe comunque finito dietro le sbarre, complice e colpevole, ma era disposto a pagare il prezzo perché quella storia  finisse. Alla fine, la vita in prigione o la vita in un villaggio dove sei costretto a fare quello che ti dicono senza avere scelta, non sono poi così diverse. >>

Maddy, in fondo al cuore aveva sempre saputo che Kole non era una cattiva persona.
Stava interpretando un personaggio, un ruolo, niente di più.
Le stava salvando e lei gli aveva dato dello stronzo.

<<Quindi doveva incentrare per la maggior parte del tempo l'attenzione su di lui e come farlo, se non toccando la donna già scelta dell'Alpha? Per quello ti era sempre dietro e di conseguenza litigava con Kennet, stava distraendo tutti nel villaggio per permettere a Kurt di prepararsi per la fuga. Ha tenuto in piedi il teatro con i suoi coetanei esattamente come io ho dovuto fare con voi. Pensa che Kurt, da solo, è riuscito a togliersi il microchip che aveva nel collo. >>

<< Quindi era uno dei buoni? >> Maddy si sentì stupida.

<<Già. Quando Kurt è fuggito dopo aver messo fuori gioco Dakota, Kole ha aspettato il giusto prima di seguirlo, in modo da portare fuori tutti allo scoperto. Dando per scontato che avrebbero localizzato il suo chip ancora attivo, lui li avrebbe condotti in bocca all'FBI. >>

In risposta Maddy scosse la testa, era più confusa di prima.
Aveva ipotizzato mille ragioni, mille sfaccettature e mille finali diversi e nessuno portava alla realtà che la ragazza con la coda di cavallo le stava palesando davanti agli occhi.

<< Maddy, sono persone disturbate, partoriti e cresciuti a casa. Non hanno mai avuto, se non per i tempi della scuola obbligatoria, un contatto col mondo esterno. La madre ha fatto loro il lavaggio del cervello e li ha convinti di essere animali, di dover vivere e riprodursi come loro. Il padre non era in grandissime condizioni mentali, cosa poteva uscirne? Da un lato mi dispiace, se penso a dei piccoli bambini che crescono con l'idea di dover stare in un unico posto al mondo per tutta la vita, di non poter vedere e socializzare con nessuno e di scegliere in un futuro una femmina giusta che possa creare un branco come lo sono stati loro. Non avevano televisione e i cellulari senza piattaforme social per vedere cosa accadeva negli altri continenti. Si sono fatti le loro leggi, le loro regole e quello a loro bastava. Se li metti col muso fuori di casa, rischierebbero sicuramente di soffocare come pesci fuor d'acqua. Probabilmente servirebbe la psichiatria e un programma di riadattamento alla società. Non sono sicura che la prigione sia il posto giusto. >>

Maddy non era d'accordo.
Custodivano delle armi e uno di loro aveva ucciso sua cugina a sangue freddo e senza remore, fuori di testa o meno che fosse, meritava anche di peggio.
<< Comunque ora non potranno fare più del male a nessuno, sei al sicuro adesso. Domani ti esporteranno dal collo il microchip e poi sarai libera. >>

<<Lo saremo davvero? >> chiese Maddy, alzandosi in piedi per far capire di voler uscire dalla stanza.

<<Che vuoi dire? >> chiese Savannah seguendola.

<<Sono comunque furbi, troveranno il modo di uscire, di farla franca.>>

Savvanah scosse la testa. La sua amica era sconvolta, non poteva biasimarla, ma per i reati commessi, non c'era via d'uscita anticipata.

<< Kurt si è assunto la colpa dell'omicidio, ma poi ha confessato che erano stati gli altri. Sette sono tanti per far fuori due ragazze. Hai delle prove dell'accaduto? Nessun testimone o video, solo una falsa confessione. Hanno riaperto il villaggio e secondo il contratto che noi abbiamo firmato per andare lì, non può essere sequestro di persona visto che ci hanno portato via prima della data di scadenza della nostra permanenza, ovvero un mese. Non hanno più ucciso, ci hanno solo molestate e solo quello puoi provare. Forse non passeranno tutta la vita là dentro. >>

Savannah stava riflettendo su quelle parole come la palla della lotteria che contiene i numeri e viene girata e rigirata per mischiarli bene. Così erano ora le sue idee; mischiate e confuse.
Lei conosceva la legge, non avrebbe permesso che quelle persone girassero per il mondo libere e indenni.

<<Ovvio che non abbiamo i filmati degli anni scorsi, ma quelli di adesso sì. Comunque al giudice può bastare per sbatterli dentro, questo te posso assicurare. >>

Entrambe uscirono poi in silenzio dalla stanza, ma Maddy non era convinta quanto Savannah. Qualcosa non le quadrava.

<<Noi ci salutiamo qui >>
Savannah si fermò qualche metro prima dell'uscio, dove nel frattempo erano arrivati dei poliziotti per scortare la ragazza in un appartamento protetto nelle vicinanze.

<<Savannah, grazie. Nonostante tutto sei sempre rimasta vicino a me e alle altre. Non so come sarebbe andata a finire se non ci fossi stata tu. >>

Di risposta Savannah la abbracciò forte per consolarla e darle forza, come solo le donne sanno fare fra coetanee.

<<Magari un giorno verrò in Italia a trovarti e farmi qualche vacanza al mare. Tieni, questo è mio bigliettino con mail e numero. Il mio vero nome è Ethel. >>

Maddy ormai si era abituata all'altro nome, ma anche questo le piaceva.
Annuì mettendosi in tasca il bigliettino e dirigendosi fuori dalla porta.

<< Ci rivedremo in un'altra vita. >>

IL VILLAGGIO DEI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora