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Maddy fissava lo scorrere del paesaggio esterno fuori dal finestrino della macchina della polizia, avvolta in una coperta di pile che le avevano offerto per coprirsi dal freddo, dato che era rimasta per tutto il tempo in vestaglia con pochi gradi sopra lo zero.

Non sentiva niente, non provava niente.
Le voci degli agenti che le parlavano risultavano distanti, non sbatteva le palpebre, non muoveva gli occhi.
Totalmente immersa nel vuoto, con le immagini di sua cugina coperta di sangue che fissava il cielo con un sorriso.

Doveva essere il compleanno più bello di sempre, la rivincita personale dopo anni di ospedale, di solitudine.
Doveva essere un nuovo inizio e invece era solo la fine.
Una ragazza troppo giovane, troppo gentile. Gliel'avevano uccisa e portata via.

Essere coraggiosa non era servito. Tutto quello che aveva fatto non era servito. Lei non c'era più e si sentiva colpevole.
Doveva proteggerla, doveva starle vicino e aveva fallito.
"L'ho uccisa io" queste parole viaggiavano nella testa come un disco rotto.
Si ripeteva silenziosamente che avrebbe dovuto morire lei al posto suo. Non avrebbero mai dovuto provare a scappare.
Come avrebbe affrontato la sua famiglia e i suoi zii? Come avrebbe fatto a sopravvivere con quel peso?

<<Signorina >> Maddy spostò solo lo sguardo e non la testa verso l'agente seduto sul sedile anteriore che continuava a chiamarla.
<<Siamo arrivati. >>

I giornalisti fuori dalla caserma della prima città più vicina, erano pronti a sferrare microfoni e flash fotografici verso quella che sarebbe stata la notizia da prima pagina del giorno successivo.
Erano anni che stavano dietro a quel caso e finalmente si poteva dire concluso.

Maddy aspettò che gli agenti andassero ad aprirle la portiera per poi farle da scudo per entrare dentro l'ufficio.
La condussero in una stanza grigia e vuota se non per una scrivania con due sedie da entrambi i lati e un vetro che da dentro fungeva da specchio.

Le portarono una tuta da ginnastica semplice per coprirsi e una tazza di cioccolata calda fumante con tanto di biscotti.
Maddy però si rifiuto di mangiare e non degnò di uno sguardo i vestiti.

Dopo qualche minuto entrò una ragazza che con gli occhi lucidi che le corse in contro per abbracciarla.

<<Maddy, mi dispiace davvero tanto>> pianse fra i suoi capelli, lasciando qualche singhiozzo.
Non poteva nemmeno immaginare cosa stesse passando in quel momento.
<< Abbiamo contattato la tua famiglia, sanno tutto. Si sono accordati con i tuoi zii già partiti da New York per venire a recuperarti. >>
Maddy annuì, fissandosi le mani.
Non aveva alcuna voglia di tornare a casa. Non voleva vedere nessuno.

<< Lo so che l'ultima cosa che vorresti fare è parlare, però puoi ascoltare. Tu hai bisogno di spiegazioni, di sapere come sono andate le cose e anche la tua famiglia. Quindi ora ti dirò tutto quanto come ti avevo promesso e poi, quando un giorno te la sentirai, parlerai alla tua famiglia.>>

Maddy fissò Savannah, pensando che anche se avesse ascoltato, non avrebbe cambiato le cose.
Non si poteva cambiare il passato.

<<Che cosa gli faranno? >> partì subito Maddy sottovoce, con la poca forza d'animo rimasta.
<< A Kennet? Quello che faranno agli altri. Per adesso sono accusati di sequestro di persona, pluriomicidio premeditato e occultamento di cadavere. Molestie sessuali, violenza verbale e fisica. Diciamo che dal carcere non usciranno più, te lo posso assicurare. >>

Maddy annuì.
<< Come ti avevo già detto, Dakota era la madre di tutti e sette i ragazzi, Kurt escluso. Era orfano, così lei l'ha preso con sé. La poveretta era disturbata mentalmente, aveva costretto il suo compagno a lasciarla incinta, credendo di creare un suo branco. Il marito poi non stava bene di salute e dopo aver visto nascere l'ultimo figlio, morì d'infarto. >>

Maddy aveva alzato lo sguardo per guardare Savannah, sempre bella e impeccabile, come se il trauma vissuto per lei non fosse stato tale.

<<Noi eravamo l'ennesimo gruppo scelto per creare il branco perfetto. All'inizio avevano provato con una comitiva di ragazze come noi, ma per loro finì male e da lì, il tentativo di fuga di Kurt che si prese la colpa di tutto poiché non faceva parte della famiglia, non aveva lo stesso sangue. L'avevano fatto passare per un amico che ogni tanto andava a trovarli. Un giorno ha perso la testa per due ragazze e le ha uccise, fine della storia.>>
Prima di riprendere fece un lungo sospiro.

<<Kennet, non potendo reggere la storia con le ospiti fu costretto a chiamare la polizia e per salvare il villaggio diedero la colpa a Kurt e lui confessò. >>

Savannah prese la sedia libera e si avvicinò a Maddy, sedendosi al suo fianco.
<< All'inizio aveva provato a scappare, ma la polizia era già pronta sul posto ad attenderlo.
Kurt si sentiva in obbligo di difendere la sua famiglia e il villaggio in cui era cresciuto, ma quando gli dissero che avrebbe passato quasi tutta la vita in prigione, cambiò idea. Infondo Kennet lo aveva tradito, come tutti. Lo aveva escluso facendolo sentire fuori dal loro gruppo. Così ha cantato come un canarino alla polizia che, ritenendo la cosa interessante e di prezioso valore, ha contattato a sua volta l'FBI e lì sono entrata in gioco io. Sono un agente speciale e i ragazzi che hai visto oggi, sono la mia squadra.>>





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