Rientrati di corsa nella loro malga, i ragazzi si riunirono istintivamente in salotto, stravaccandosi e farfugliando a voce bassa su quello che era appena accaduto.
Anche loro si erano spaventati all'idea che una delle ragazze potesse farsi seriamente male.Kurt era stato scelto per sorvegliarla, ma intenerito dallo sconforto di Kole nell'essere lasciato sempre in disparte per la sua testa dura e il suo carattere selvatico, gli cedette il posto dandogli l'incarico di seguirla.
Terribile errore che mai più avrebbe commesso.
Sapeva i rischi che correva a fidarsi di lui, ma non credeva che proprio il primo giorno potesse andare tutto storto.
Quando Kennet scoprì il disastro di Kurt, fu messo all'angolo e subì una bella ramanzina.L'improvviso ingresso di Kole seguito dallo sbattere violento della porta, mise a tacere tutti i presenti.
Nessuno si azzardò a fiatare, consapevoli dell'ira che in quel momento stava prendendo il sopravvento nella mente e nel corpo del ragazzo con la ferita ancora aperta sulla faccia.Kyle prontamente gli si avvicinò controvoglia per constatare la situazione e fare un resoconto della gravità dei danni inflitti.
Kennet non c'era andato giù leggero.Gli occhi già rossi e gonfi, il naso probabilmente rotto e il sopracciglio spaccato.
Quelle erano solo le ferite visibili, tralasciando tutti i lividi che sarebbero comparsi il giorno dopo sul torace e il resto del corpo.Non era usanza alzare le mani e ricorrere alla violenza, ma Kole era testardo come un sasso, tanto che nemmeno le cattive maniere lo convincevano a mettere la testa a posto.
In un branco di lupi, lui era la pecora nera.
Sarebbe stata una figura divertente, se non avesse messo a repentaglio l'equilibrio del gruppo e dei nuovi arrivati.
<< Sto bene >> schivò di riflesso la mano del Beta che si stava avvicinando per girargli il viso a controllargli le ferite.
Sputò a terra un misto di saliva e sangue, mantenendo sempre lo sguardo basso.
Non sopportava l'idea che qualcuno provasse pietà o compassione per lui.
Se la sarebbe cavata da solo, come sempre.
Non aveva bisogno di nessuno.Senza dire niente andò a sedersi sul suo letto, provando a stendersi, imprecando lamenti di dolore.
Si girò sul lato che si affacciava alla finestra, per dare le spalle ai suoi compagni.<< Prima o poi ti farai uccidere >> continuò Kyle senza timore.
Combinava un guaio dietro l'altro. Non si poteva ragionare con lui poiché non voleva mai sentir ragione.
Non ebbe risposta, così andò a sedersi al suo fianco sapendo perfettamente di non essere ben gradito.Lui era secondo a Kennet e all'interno del branco non esisteva simpatia o antipatia.
L'armonia e l'equilibrio del gruppo erano la priorità e bisognava costantemente mantenerla a qualunque costo.Era il suo dovere.
<< Lo capisci che non puoi andare avanti così? Cosa speravi di dimostrare? >> il tono si fece più autoritario, come un genitore che sgrida il proprio figlio colto in flagrante dopo aver combinato una marachella.
<< Lui non si merita quel posto. >>
Sbalorditi, i ragazzi si scambiarono occhiate dubbiose mentre Kyle non aveva dubbi sul dove volesse andare a parare.Odiava il capobranco e ce l'aveva a morte ancora per la storia della perdita di ruolo di Beta.
<< Non va bene parlare male del capo finché lui non c'è. >>
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IL VILLAGGIO DEI LUPI
Mystery / ThrillerOtto ragazze, una vacanza. Otto ragazzi, un villaggio. Maddy e la cugina più piccola Nicole trascorreranno un mese in mezzo ai boschi e alla natura, integrandosi in un gruppo che chiameranno branco. Dovranno imparare ad interagire e superare delle s...